La prima volta di Carlot-ta
di Francesco Altavista
Marina di Pisticci – Il suo nome d’arte è Carlot-ta,
importantissimo il trattino dopo la “
t” per differenziarsi da “Carlotta” la cantante della commerciale
hit del 2000 “ Frena”. Il suo nome completo è Carlotta Sillano, sarà
, nell’ambito della nona rassegna “
Argojazz”, nel lussuoso resort degli Argonauti
a Marina di Pisticci il prossimo due agosto a partire dalle 21:00. Carlot-ta
classe 1990, è un’artista vera, una promessa della musica italiana anche
se nel suo sound c’è davvero poco dello stivale. E’ una ventata di freschezza,
una ragazza che ha tutti i crismi dell’intellettuale oltre ad essere
esageratamente bella, suona il pianoforte da quanto aveva cinque anni ed ora è
una polistrumentista con il piglio della
poetessa, la sua è una musica divertente e colta, dal vivo si presenta al pubblico sola con pianoforte, chitarra, synths ,
organetto e loop station. Nel 2011 il
suo primo disco “ Make me picture of the sun” (Anna the Granny records) , album
pluripremiato, una meraviglia di
sonorità ed emozione, cantato in italiano, francese ed inglese è un piccolo
gioiello di otto brani tutto da
amare. Calot-ta è forza, bellezza e
femminilità, ma anche impeto, studio e poesia, un’artista da conoscere assolutamente e di cui si pregiano gli
esperti organizzatori di “Argojazz”. La cantautrice di Vercelli si concede in
anteprima a delle domande per “ Il quotidiano della Basilicata”.
Prima di partite. Come ti aspetti il pubblico
lucano? La prima volta in Basilicata?
E’ la prima volta che suono in Basilicata, anzi è la prima
volta che visito la vostra regione. Spero di essere sufficientemente brava o
almeno simpatica, da catturare l’attenzione di un pubblico che probabilmente
non conosce me e la mia musica. Sono stata a suonare diverse volte al sud, in
Puglia, in Sicilia, in Campania e ho trovato riscontri positivi e molto
entusiasmo.
In “ Make me picture
of the sun”, hai musicato i simboli di Eliot, Blake, Prévert. Perché questa
scelta? L’italiano perché è usato poco
in questo disco?
Non c’è stata molta progettualità nella scrittura di questo
disco che raccoglie canzoni scritte tra i sedici e i vent’anni. È tutto sorto
in modo piuttosto spontaneo. La sola cosa su cui mi sono soffermata molto,anche
grazie all’aiuto di chi ha collaborato alla registrazione del disco stesso è la
parte musicale, la scelta timbrica e degli arrangiamenti. Mi interessa la
sonorità della parola, la scelta delle poesie è stata istintiva, il disco non
voleva essere un concept album pretenzioso o qualcosa di simile. Semplicemente
mi serviva del materiale verbale, delle parole da cantare, e ho pensato di
scegliere tra le poesie che più mi piacevano e che potessero evocare immagini
simili a quelle che speravo le mie composizioni potessero suscitare. L’italiano
è una lingua che amo ma chiaramente trasmette un messaggio chiaro e facilmente
intellegibile, non era il linguaggio tramite cui volevo comunicare.
Il tuo è un disco che
musicalmente attraversa delle fasi, c’è classica, c’è elettronica. La musica si
sa, rispetto al testo è più diretta ma meno esplicita, come ti immagini il tuo
ascoltatore?
Proprio come hai detto tu, la musica è più diretta e meno
esplicita. Quello che io cerco dai miei ascolti è questa modalità di comunicare
tramite la musica. Non mi interessa il messaggio, non voglio argomentare o
raccontare una storia. Mi interessa la sensazione, evocare immagini tramite la
percezione sonora. Il disco è molto eterogeneo perché, come già detto, racchiude
brani scritti in un lasso di tempo piuttosto ampio, durante il quale i miei
ascolti sono cambiati; probabilmente la varietà di cui parti è sintomatica
della ricerca di un linguaggio personale, ricerca che spero possa concludersi
il più tardi possibile.
C’è un certo fermento
tra le autrici giovani e donne, penso a te e ad Erica Mou, avete anche la
stessa età. Vi sentire parte di una corrente nuova? Un nuovo modo che come si
dice spesso , poco italiano e anti –talenti ?
Non penso si possa parlare di una corrente. In Italia,
nell’ambiente indipendente, funziona molto un certo cantautorato in cui la
musica ha scarso valore e i testi cantano le generazioni. Forse le autrici
donne si vogliono distanziare un po’ da questo “filone” o forse non possono
fare a meno di comunicare in modo diverso. Ma proprio per questo trovano anche
spazi diversi. Quello che vorrei è che l’underground italiano,coadiuvato dal
suo pubblico supportasse ed esportasse anche in Europa e nel mondo occidentale
i propri “prodotti”, al pari del resto dei paesi del continente. Al momento non
mi sembra che questo stia succedendo ed è un grande limite del nostro sistema
musicale.
Quanto si deve
aspettare per il tuo prossimo disco ?
Inizierò a registrare il mio secondo disco a settembre, è
difficile calcolare i tempi relativamente a queste cose, ma spero possa essere
pronto ad uscire nei primi mesi del 2013. Nel frattempo continuerò a suonare;
dall’inizio dell’estate, parallelamente al mio concerto in solo,quello che
proporrò ad ArgoJazz sto portando in giro un live in cui sono accompagnata da
un piccolo ensemble di archi, percussioni e un po’ di elettronica. Il nome del
progetto live è Carlot-ta&the Sleeping Owls.
Cosa è
la Bellezza?
Una bella domanda.
Mi piacerebbe poterti fornire una dissertazione filosofica adeguata, ma non ne
ho le competenze e vorrei darti una risposta sincera: amo molto le montagne.
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