Torneremo a vibrare parola di "the wizard" Verderi
di Francesco Altavista
Melfi – A quasi
dieci anni dal singolo che lì portò al
successo “ Dedicato a te”, il gruppo “ Le vibrazioni” stanno passando un momento davvero
particolare, uno di quelle fasi della crescita di una band che annuncia
cambiamenti importanti. Proprio nel bel mezzo di questo turbamento artistico
con il ritorno dello storico bassista Marco “garrincha” Castellani , “ Le vibrazioni” saranno in concerto
a Melfi il giorno di Ferragosto. In anteprima per “ Il quotidiano della
Basilicata”, Stefano “ the wizard” Verderi fantasia e chitarrista della
band si concede per una ‘intervista.
Stefano, per la prima volta “ Le vibrazioni” pubblicano un “
best of” dal titolo “ Come far nascere
un fiore” nel 2011 , l’anno prima l’ultimo album di inediti “Le strade del
tempo”. Questi due passi e le tante voci preoccupano e impensieriscono un po’ i
fan. Come sarà il futuro de “ Le vibrazioni” ?
“ Come far nascere un fiore” è una raccolta di tutti i nostri successi, radiofonici se
non altro, da qui ci siamo un po’ fermati. Poi è tornato il bassista originale,
lo storico de “ Le vibrazioni” Garrincia, abbiamo deciso di andare in tour con quello
che poteva essere il nostro “best of “, perché si creava la formazione
originale dei primi dischi. Abbiamo voluto riprendere vecchi pezzi che non
suonavamo da tempo e riproporle ai fan. Di quello che accadrà più avanti, non ci
preoccupiamo troppo. Pensiamo ai live
che sono sempre un modo diretto di comunicare con la gente, per quanto poi la
scaletta possa essere la stessa, ogni concerto è a sé, noi reagiamo come
reagisce il pubblico, il live è sempre carico di emozioni, non è come fare un
disco, portare in giro i brani dal vivo, significa suonarli con un’energia
superiore. Questo è quello che ha
caratterizzato “ Le vibrazioni” sin dall’inizio.
Tra le tante voci ,
si parla dopo questa raccolta del vostro abbandono alla major Sony. Perché
questa scelta ?
I contratti scadono,
si rinnovano oppure si va a cerare da un’altra parte. Io penso che noi siamo
artisti e musicisti indipendentemente dai contratti. Sicuramente “ Le
Vibrazioni” possono fare una pausa , fare un disco fra cinque anni. Siamo dei
musicisti e chi fa questo mestiere , o incide dei dischi o fa dei live. Noi
stiamo suonando dal vivo, quando si tratterà di fare un disco, valuteremo quale
è la situazione migliore per farla. Visti i tempi non è detto che stare con una
major possa portare più vantaggi, oggi il nome è abbastanza conosciuto tanto da
farci muovere anche da soli eventualmente.
Una delle vostre capacità però è stata quella di arrivare al grande
pubblico. Il rock in Italia sembra essere relegato alla nicchia a volte anche
per una scelta dei gruppi penso ai
Marlene o Aftherhours. Diventare indipendenti potrebbe nel contempo relegarvi
alla nicchia come questi gruppi da cui vi siete staccati nettamente?
Questo discorso è un po’ relativo. Il nostro nome è certamente conosciuto ma
obiettivamente più per le cose che abbiamo fatto in passato che per le cose che
stiamo facendo adesso. Ultimamente non siamo così esposti mediaticamente, come
lo eravamo nel 2004, quando siamo andati a Sanremo, vinto il “festival al bar”.
I tempi sono cambiati, ci sono gruppi che sono più di moda passeranno anche
loro. E’ un ciclo, una ruota che gira. L’importante è essere coerenti con sé stessi.
Noi arriviamo da quel mondo lì, facevamo da spalla agli Afherhours, eravamo i
loro tecnici dodici anni fa, siamo cresciuti nell’ambiente milanese. Noi siamo comunque cresciuti nel rock
italiano che è vero è rimasto di nicchia, un po’ per loro scelta ma certamente
non spetta a me stabilirne il perché. E’ comunque tutta gente che è passata per
Sanremo, quindi forse un tentativo di uscire dalla nicchia è stato anche fatto.
Il mondo del rock alternativo in Italia è un po’ con i paraocchi, se tu fai
rock vendi poco, c’è poca gente ai tuoi concerti , sei figo, sei rock se invece
vendi un po’ di più , hai più risonanza mediatica , fai schifo e non sei più
rock. Noi abbiamo avuto penso il merito di aver aperto le strade verso i media dei gruppi rock. Non siamo dei paladini ma
cronologicamente abbiamo aperto questi canali dove prima andavano solo i
cantanti pop, singoli tra l’altro.
Si può fare ancora
rock in Italia ed essere ascoltato dal grande pubblico?
Il rock nasce fuori dall’Italia, significa riprendere
sonorità straniere comunque, noi ci siamo rifatti alle sonorità anni 70 per
esempio. Mischiarle poi con la melodia e il cantautorato italiano, se tu quindi
prendi i Led Zeppelin e li mischi con Battisti viene fuori sicuramente un rock
italiano di qualità. Si tratta di influenze naturalmente, noi abbiamo un
cantante come Francesco che è paragonabile ad un cantautore e poi c’è un band
che riprende un po’ le sonorità modernizzate degli anni 70. Il rock bisogna
riportarlo nell’ambiente in cui si vive,
nella Londra degli anni 60 era più facile vivere dannati. Si può essere rock
star ma non ricalcando gli eccessi delle rock star del passato, in un
certo senso significherebbe scimmiottare. Il musicista rock non deve vivere in
un mondo a parte,poi è bello pensare che il musicista viva in una bolla, ma
questa bolla deve stare in questo mondo e in tutte le problematiche di oggi.
Sei soprannominato “
the wizard”e sei tra i migliori
chitarristi d’Italia. Come cresce un chitarrista rock? Hai mai pensato ad un
disco da solista?
Il chitarrista rock
deve bilanciare la sperimentazione e stare su certi standard. Non si può
prescindere dai padri. Agli standard poi bisogna aggiungere qualcosa. Un disco
solista no, mi piacerebbe collaborare con altra gente, scrivere per altri. Per
misurarmi con me stesso, per sperimentare nuovi sound, non come solista. Ho il
sogno di creare un sound nuovo, di far parte di un movimento che risvegli un
po’ un senso della musica. Io penso che la musica in questo momento sia un po’
atrofizzata in Italia , bisogna ricreare un po’ il fermento che c’era a Milano
negli anni 90.
Cosa è la Bellezza?
La Bellezza è ciò che
appaga lo spirito.