La salvezza viene Da Nazaret ( Dal quotidiano della Basilicata 15/02/2008)
" Il quotidiano della Basilicata del 15 febbraio 2008 "
La salvezza viene Da Nazaret
La salvezza , arriva Da Nazaret. Non è un richiamo profetico di qualche religione, né un blasfemo ricordo di un nostalgico comunista , è un richiamo e un'esortazione , in vista delle prossime elezioni. In realtà il panorama politico italiano non è cambiato almeno per grandi partiti , c'è chi da una parte si candida per l'ennesima volta , c'è chi dall'altra maschera novità ma è in " carreggiata" da troppi anni. A questo punto non si deve dare un consiglio su chi votare, anche perché sarebbe difficile, ma fare un'esortazione a questa politica, appunto, la ricerca della salvezza, arriva Da Nazaret . Quella semplicità e umiltà di parlare per strada, elevando i discorsi per i temi sociali ma rimanendo testimoni dei ragazzi di strada. Ma come fare a rimanere osservatori della strada, fare una politica dal basso, non succube dei poteri forti, quali capitalisti e ironia della sorte, chiesa ? Bisogna occuparsi di temi che siano collusi al vivere quotidiano e non troppo filosofici , bisogna occuparsi del tema principale della politica sin dall'antichità , la tutela e il riconoscimento della Bellezza . Non troppo tempo fa , in quel di Cinisi, cittadina vicino Palermo, Peppino Impastato aveva dato una strada rivoluzionaria al movimento politico, " Insegniamo alla gente a riconoscere la bellezza, a difenderla prima che questa venga distrutta", quando con bellezza non solo si identificava la natura, ma anche i rapporti umani, le persone e perché no, la politica quella vera. In Basilicata, oggi , non si può guardare e respirare l'essenza di una zona ricca di bellezze come la Val d'agri, senza accorgersi della puzza , di un luogo chiuso da politiche forse troppo perbeniste che non hanno saputo valutare la bellezza. Non si possono ammirare le nostre antiche cornici montagnose perché bucate e scheggiate dalla polvere bianca delle cave. Bisogna forse pensare che la natura non è esterna all'uomo , ma riguarda l'essenza di ognuno, riguarda un benessere che supera quello economico ed arriva nel profondo, questa è la grandezza della bellezza. E allora è necessario salvaguardare la bellezza dei rapporti umani, parlare alla gente di strada , insegnare loro la politica e la bellezza e unire tutti per difenderla. Troppo tempo fa una persona Da Nazaret , tra le altre cose , ha tentato forse di fare questo e allora bisogna scoprire la Linea che viene Da Nazaret, cioè anche quella voglia di farsi protagonisti nella difesa di ciò che è più grande di ogni cosa, ciò che è Bellezza.
Francesco Altavista
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sabato 21 marzo 2009
Il futuro affidato al profumo delle Viole
Da " Il quotidiano della Basilicata (9 marzo 2008)"
IL FUTURO AFFIDATO AL PROFUMO DELLE VIOLE
di FRANCESCO ALTAVISTA
Non è bello sentire, da salotti per bene, che non esiste più futuro per la Basilicata. Dovrebbe esistere solo un passato, a questo punto lontano, che ci fa piangere , intorpidendo le ultime speranze di un istinto politico divergente da una linea, tracciata da un ignoto disegnatore cieco . I giovani scappano , non per vigliaccheria ma perché su questa terra non è più possibile combattere, in questo luogo non si può nemmeno gridare, per paura di rompere un equilibrio, costruito su nebulose menzogne e di metafore di basso livello . La metafora dello sviluppo , messa quasi a caso, in una storia che racconta di morte: fabbriche chiuse , giovani in stupefacente entusiasmo che muoiono per strada o magari su una bella piazza , tangenti e clientelismo che dilagano nei palazzi del potere, estrazione di una sostanza che la natura aveva nascosto. Qualcuno preferisce meravigliarsi e farsi sfoggio di dati positivi, come positiva si dimostra la casalinga che non ha più foglie secche, davanti la porta di casa e non si cura che in un futuro prossimo , gli mancherà l'ombra della quercia abbattuta. Una regione che ha una storia di soli antagonisti, e che quindi , oggi più che mai ha bisogno di veri protagonisti. Questi ultimi dovranno essere giovani nelle idee, pronti a riprendere le armi, pronti a innamorarsi di un sogno, un sogno che data la sua Bellezza, diventerà collettivo. La storia lucana però sembra non avere un lieto fine, troppe volte il futuro è stato affidato a " Bambini malinconici senza fratelli che giocano con il mondo " ( prendendo in prestito le parole di Kundera ). Oggi si sceglie l'innovazione e con una forza sempre più profonda si sceglie un futuro donna. Affidare il futuro politico non solo lucano, alle donne è una scelta particolare, sognare un protagonista donna è il massimo per una regione dove la tradizione e occultamento clericale hanno creato un mondo di eccessivi doppi sensi, votati solo a far perdere di vista la difesa della Bellezza etica . Questo non vuole dire che la politica deve essere fatta solo dal gentil sesso , ma semplicemente che nella maggior parte dei casi,le donne la fanno in modo più sincero e coerente ( con il rischio di sembrare sessista). Non basta però scegliere una protagonista femminile, fatta solo per mascherare il vecchio con un innovazione non richiesta, sarebbe bello un futuro affidato alla semplicità delle viole. Fiori umili raccolti nel bosco che tra le tante difficoltà risplendono sempre di nuovo, rispettando le più elementari regole della bellezza . A noi , il sesso forte, spetta il ruolo di combattere per un futuro donna , ed esortare le donne a scendere in campo. Questo è solo un pensiero di un uomo stanco ma ancora non rassegnato, a guardare un "mondo in menopausa ", forse finiremo tutti con una viola in mano , a guardarla come ultima traccia, se pur esile e semplice , di Bellezza.
IL FUTURO AFFIDATO AL PROFUMO DELLE VIOLE
di FRANCESCO ALTAVISTA
Non è bello sentire, da salotti per bene, che non esiste più futuro per la Basilicata. Dovrebbe esistere solo un passato, a questo punto lontano, che ci fa piangere , intorpidendo le ultime speranze di un istinto politico divergente da una linea, tracciata da un ignoto disegnatore cieco . I giovani scappano , non per vigliaccheria ma perché su questa terra non è più possibile combattere, in questo luogo non si può nemmeno gridare, per paura di rompere un equilibrio, costruito su nebulose menzogne e di metafore di basso livello . La metafora dello sviluppo , messa quasi a caso, in una storia che racconta di morte: fabbriche chiuse , giovani in stupefacente entusiasmo che muoiono per strada o magari su una bella piazza , tangenti e clientelismo che dilagano nei palazzi del potere, estrazione di una sostanza che la natura aveva nascosto. Qualcuno preferisce meravigliarsi e farsi sfoggio di dati positivi, come positiva si dimostra la casalinga che non ha più foglie secche, davanti la porta di casa e non si cura che in un futuro prossimo , gli mancherà l'ombra della quercia abbattuta. Una regione che ha una storia di soli antagonisti, e che quindi , oggi più che mai ha bisogno di veri protagonisti. Questi ultimi dovranno essere giovani nelle idee, pronti a riprendere le armi, pronti a innamorarsi di un sogno, un sogno che data la sua Bellezza, diventerà collettivo. La storia lucana però sembra non avere un lieto fine, troppe volte il futuro è stato affidato a " Bambini malinconici senza fratelli che giocano con il mondo " ( prendendo in prestito le parole di Kundera ). Oggi si sceglie l'innovazione e con una forza sempre più profonda si sceglie un futuro donna. Affidare il futuro politico non solo lucano, alle donne è una scelta particolare, sognare un protagonista donna è il massimo per una regione dove la tradizione e occultamento clericale hanno creato un mondo di eccessivi doppi sensi, votati solo a far perdere di vista la difesa della Bellezza etica . Questo non vuole dire che la politica deve essere fatta solo dal gentil sesso , ma semplicemente che nella maggior parte dei casi,le donne la fanno in modo più sincero e coerente ( con il rischio di sembrare sessista). Non basta però scegliere una protagonista femminile, fatta solo per mascherare il vecchio con un innovazione non richiesta, sarebbe bello un futuro affidato alla semplicità delle viole. Fiori umili raccolti nel bosco che tra le tante difficoltà risplendono sempre di nuovo, rispettando le più elementari regole della bellezza . A noi , il sesso forte, spetta il ruolo di combattere per un futuro donna , ed esortare le donne a scendere in campo. Questo è solo un pensiero di un uomo stanco ma ancora non rassegnato, a guardare un "mondo in menopausa ", forse finiremo tutti con una viola in mano , a guardarla come ultima traccia, se pur esile e semplice , di Bellezza.
Musica Intervista a Caparezza
Intervista a Caparezza
Caparezza
Da" il quotidiano della Basilicata "
Una vita da "Fonoromanzo"
di Francesco Altavista
Napoli – Il suo nome è Michele Salvemini, in arte Caparezza. Per il
cantautore di Molfetta il 2008 è un anno particolarmente importante pubblica il libro “Saghe Mentali” che diviene un caso letterario e il disco “Le dimensioni del mio Caos”, primo
in classifica per cinque mesi. Lo abbiamo incontrato a Napoli - casa della Musica, prima di un concerto. Il Maestro si concede ad una chiacchierata con il sorriso e la sua proverbiale ironia.
Il tuo è un album che contiene il racconto di una storia, è un progetto discografico particolare che tu stesso hai definito un Fonoromanzo. Come e perché nasce l’idea “ Dimensioni del mio caos” ?
L’idea del fonoromanzo dipende dalla mia voglia di fare cose strane ma anche dal fatto che nella mia testa ho avuto da sempre l’idea del “concept”. Io sono del ’73 sono nato nel periodo in cui c’erano i Concept Album cioè Album di concetto, album che non sono una semplice compilazione di brani ma sono comunque un modo per raccontare una storia , un concetto. Avevo questo desiderio e sono contento di averlo realizzato , lo chiamo Fonoromanzo perché i personaggi chiaramente inventati, hanno le voci di doppiatori professionisti del mondo del cinema.
Nel nuovo “ album- fonoromanzo “ inserisci una figura femminile, Ilaria che rappresenta il 1968,ma credo che il fatto che sia donna, non è un caso. Esiste un pensiero femminista nel tuo disco ?
Si, assolutamente, io sono un assoluto anti-maschilista . E’ assurdo pensare che Dio sia uomo, è totalmente insensato. L’uomo in generale, non voglio fare di tutta l’erba un sacco, è attraversato da ideali strani, futili. A me piacciono le persone gentili , non violente che non abbiano il culto del fisico , che non parlino sempre e solo di sport, che non amino macchine e motori ma che animo l’arte. Io vivo in una società estremamente maschilista , ad una donna non è permesso essere Papa, non abbiamo mai avuto un presidente del consiglio o della repubblica donna , francamente trovo più nobile la figura della donna.. L’arte come tutto ciò che crea è donna , l’uomo ripone il seme ma la donna gestisce il frutto di quel seme che a volte l’uomo dimentica di aver messo.
Il 1968 è un tema principale nel tuo disco, come lo è la storia. Secondo te in Italia , con i continui rivisita menti storici c’è l’intenzione, tra le altre , di cancellare le rivolte del sessantotto ?
Certo che c’è la volontà di cancellare quel periodo. Noi stiamo vivendo un periodo non molto felice culturalmente, dal punto di vista culturale siamo a terra., si ride per non piangere. Vedo molto bene le rivolte di oggi degli studenti, perché vuol dire che esiste ancora del criticismo.
La Puglia come la Basilicata sono soggette alle incursioni di grosse aziende troppo attente alla logica del profitto che va a discapito dell’ambiente. Come vedi questa situazione e qual è il modo per uscirne se esiste ?
Basta a discariche su discariche , scorie e petrolio . Bisogna avere una sensibilità per il proprio territorio. Io sono contento che esistono persone che organizzano presidi per far sentire la loro voce perché se non lo fanno i cittadini le istituzioni sembrano impotenti . Esiste un disagio causato da questi continui maltrattamenti al territorio, è un problema reale non circoscritto a pochi. Io che sono Pugliese e vivo a Molfetta so benissimo che la diossina è tumore. Può ammalarsi chiunque Vedo positivamente le persone che vogliono fermare l’arroganza anti-ecologica e mi troveranno d’accordo quando passeranno ai fatti , quando andranno fisicamente a smontare qualche sito. C’è un limite al business.
Nel bellissimo pezzo “ Abiura di me “ tra le tante metafore né usi una particolare,” .. in mezzo a tanti zombi ”, cosa intendi dire con zombi ? Chi sono nel mondo della musica di oggi zombie ?
Non voglio essere un morto vivente . Non mi lascio cadere tutto addosso , come se niente fosse. Vivendo in una società dove accadono le migliori schifezze non si può dire “ ma chi se ne frega “. Chi lo dice è uno zombi. Nel mondo della musica ci sono i fantocci che cantano per piacere alla ragazzine, quelli sono zombie.
Come ha fatto Caparezza ad entrare in questo mondo parlando di temi sociali così scottanti?
Io questo non te lo so dire , credo nel potere della musica , come veicolo di informazione e comunicazione , un veicolo creativo. Credo che la mia forza , se forza si può chiamare, sia di aver dimostrato un modo di fare musica , io non voglio somigliare a niente. Ecco perché non appartengo ad ambienti ortodossi , alle famose scene Rock, rap, popolare ecc., io viaggio nei miei canoni.
A Caparezza sono mai stati offerti soldi per far cambiare il suo modo di pensare? Cosa pensi di chi vuole fare musica e si vende per la fama ?
Ho rifiutato centinaia di migliaia di euro non ora ma quando non aveva una lira nel conto corrente , perché mi era stato proposto di utilizzare fuori dal tunnel per diversi spot pubblicitari.
Non sono fissato con i soldi io sono per la libertà di poter esprimere quello che voglio.
Finiamo l’intervista, come hai completato il Fonoromanzo , la teoria secondo cui le scimmie Bonobo sono l’evoluzione dell’uomo . Quale è il senso di questa teoria di cui tu hai scritto il libro?
Accoppiamoci tutti selvagemente! . Il Bonobo è una scoperta per me , perché è un animale non violento . Hanno sconfitto la violenza, con il sesso libero , senza restrizioni .. Volevo finire l’album con una buona novella , ma non riuscivo a trovare un animale non violento, alla fine mi sono imbattuto sull’eccezione , tutti violenti tranne il Bonobo. Mi sono informato e mi si è aperto un mondo meraviglioso . Ho scoperto l’esemplare da cui credo di discendere, nel rispetto dei ruoli però.
Caparezza
Da" il quotidiano della Basilicata "
Una vita da "Fonoromanzo"
di Francesco Altavista
Napoli – Il suo nome è Michele Salvemini, in arte Caparezza. Per il
cantautore di Molfetta il 2008 è un anno particolarmente importante pubblica il libro “Saghe Mentali” che diviene un caso letterario e il disco “Le dimensioni del mio Caos”, primo
in classifica per cinque mesi. Lo abbiamo incontrato a Napoli - casa della Musica, prima di un concerto. Il Maestro si concede ad una chiacchierata con il sorriso e la sua proverbiale ironia.
Il tuo è un album che contiene il racconto di una storia, è un progetto discografico particolare che tu stesso hai definito un Fonoromanzo. Come e perché nasce l’idea “ Dimensioni del mio caos” ?
L’idea del fonoromanzo dipende dalla mia voglia di fare cose strane ma anche dal fatto che nella mia testa ho avuto da sempre l’idea del “concept”. Io sono del ’73 sono nato nel periodo in cui c’erano i Concept Album cioè Album di concetto, album che non sono una semplice compilazione di brani ma sono comunque un modo per raccontare una storia , un concetto. Avevo questo desiderio e sono contento di averlo realizzato , lo chiamo Fonoromanzo perché i personaggi chiaramente inventati, hanno le voci di doppiatori professionisti del mondo del cinema.
Nel nuovo “ album- fonoromanzo “ inserisci una figura femminile, Ilaria che rappresenta il 1968,ma credo che il fatto che sia donna, non è un caso. Esiste un pensiero femminista nel tuo disco ?
Si, assolutamente, io sono un assoluto anti-maschilista . E’ assurdo pensare che Dio sia uomo, è totalmente insensato. L’uomo in generale, non voglio fare di tutta l’erba un sacco, è attraversato da ideali strani, futili. A me piacciono le persone gentili , non violente che non abbiano il culto del fisico , che non parlino sempre e solo di sport, che non amino macchine e motori ma che animo l’arte. Io vivo in una società estremamente maschilista , ad una donna non è permesso essere Papa, non abbiamo mai avuto un presidente del consiglio o della repubblica donna , francamente trovo più nobile la figura della donna.. L’arte come tutto ciò che crea è donna , l’uomo ripone il seme ma la donna gestisce il frutto di quel seme che a volte l’uomo dimentica di aver messo.
Il 1968 è un tema principale nel tuo disco, come lo è la storia. Secondo te in Italia , con i continui rivisita menti storici c’è l’intenzione, tra le altre , di cancellare le rivolte del sessantotto ?
Certo che c’è la volontà di cancellare quel periodo. Noi stiamo vivendo un periodo non molto felice culturalmente, dal punto di vista culturale siamo a terra., si ride per non piangere. Vedo molto bene le rivolte di oggi degli studenti, perché vuol dire che esiste ancora del criticismo.
La Puglia come la Basilicata sono soggette alle incursioni di grosse aziende troppo attente alla logica del profitto che va a discapito dell’ambiente. Come vedi questa situazione e qual è il modo per uscirne se esiste ?
Basta a discariche su discariche , scorie e petrolio . Bisogna avere una sensibilità per il proprio territorio. Io sono contento che esistono persone che organizzano presidi per far sentire la loro voce perché se non lo fanno i cittadini le istituzioni sembrano impotenti . Esiste un disagio causato da questi continui maltrattamenti al territorio, è un problema reale non circoscritto a pochi. Io che sono Pugliese e vivo a Molfetta so benissimo che la diossina è tumore. Può ammalarsi chiunque Vedo positivamente le persone che vogliono fermare l’arroganza anti-ecologica e mi troveranno d’accordo quando passeranno ai fatti , quando andranno fisicamente a smontare qualche sito. C’è un limite al business.
Nel bellissimo pezzo “ Abiura di me “ tra le tante metafore né usi una particolare,” .. in mezzo a tanti zombi ”, cosa intendi dire con zombi ? Chi sono nel mondo della musica di oggi zombie ?
Non voglio essere un morto vivente . Non mi lascio cadere tutto addosso , come se niente fosse. Vivendo in una società dove accadono le migliori schifezze non si può dire “ ma chi se ne frega “. Chi lo dice è uno zombi. Nel mondo della musica ci sono i fantocci che cantano per piacere alla ragazzine, quelli sono zombie.
Come ha fatto Caparezza ad entrare in questo mondo parlando di temi sociali così scottanti?
Io questo non te lo so dire , credo nel potere della musica , come veicolo di informazione e comunicazione , un veicolo creativo. Credo che la mia forza , se forza si può chiamare, sia di aver dimostrato un modo di fare musica , io non voglio somigliare a niente. Ecco perché non appartengo ad ambienti ortodossi , alle famose scene Rock, rap, popolare ecc., io viaggio nei miei canoni.
A Caparezza sono mai stati offerti soldi per far cambiare il suo modo di pensare? Cosa pensi di chi vuole fare musica e si vende per la fama ?
Ho rifiutato centinaia di migliaia di euro non ora ma quando non aveva una lira nel conto corrente , perché mi era stato proposto di utilizzare fuori dal tunnel per diversi spot pubblicitari.
Non sono fissato con i soldi io sono per la libertà di poter esprimere quello che voglio.
Finiamo l’intervista, come hai completato il Fonoromanzo , la teoria secondo cui le scimmie Bonobo sono l’evoluzione dell’uomo . Quale è il senso di questa teoria di cui tu hai scritto il libro?
Accoppiamoci tutti selvagemente! . Il Bonobo è una scoperta per me , perché è un animale non violento . Hanno sconfitto la violenza, con il sesso libero , senza restrizioni .. Volevo finire l’album con una buona novella , ma non riuscivo a trovare un animale non violento, alla fine mi sono imbattuto sull’eccezione , tutti violenti tranne il Bonobo. Mi sono informato e mi si è aperto un mondo meraviglioso . Ho scoperto l’esemplare da cui credo di discendere, nel rispetto dei ruoli però.
Estrazioni petrolifere in Basilicata
La volontà di devastare e di annientare la nostra regione, per opera delle multinazionali del petrolio si è fatta ancora avanti. Nuovi sondaggi , nuove perforazioni con l’obiettivo dell’interesse economico di pochi , violentando la nostra terra; ieri la Shell oggi l’Eni nella suggestiva Valle del Melandro. Condividiamo la scelta del sindaco Miglionico di Satriano di Lucania , auspicando che il suo no secco contro i conquistadores petroliferi sia dimostrazione di una visione onesta e lungimirante che dia spazio alle nostre idee e a quelle del comitato no oil del Melandro, cioè l’idea di sviluppo sostenibile e di Bellezza e non una negazione basata sul chi offre di più . Ci fa piacere, anche se tardiva , l’ improvvisa avvedutezza del Partito democratico regionale, visto che fino a poco tempo fa i vertici parlavano di una strampalata “ coesistenza “ , talmente irreale da costringere a ridicole argomentazioni chi voleva difendere quella scialba tesi. Questo cambiamento di rotta probabilmente dipende dalla politica del governo delle destre , troppo attendo agli interessi dei potenti, tanto da rubare alla regione la possibilità di decidere sulle perforazioni . Non importa quale sia il motivo .Oggi è necessario un fronte costituito con i partiti, comitati no oil e gente comune, per contrastare lo strapotere depredatorio di queste società portatrici di morte . Si spera nel consiglio comunale di Satriano di Lucania , si spera nella no, senza se e senza ma di tutti i comuni interessati, la scelta da sempre difesa da Rifondazione Comunista, Movimento per la sinistra e dai comitati, una scelta di Bellezza e di rinascita del territorio. Risulta urgente a questo punto una moratoria regionale contro il disegno raccapricciante dei petrolieri e di alcuni uomini di potere, una moratoria che dica basta allo scempio.
Il teatro secondo noi ( risposta agli amici di Vietri)
Il teatro secondo noi
Egregio direttore( il quotidiano della Basilciata),
Le scriviamo in merito alla polemica innescata dall'articolo del 21 agosto 2008 dal titolo "Le campane stonate di Notre Dame". Questo nostro intervento non è una difesa al Prof. Antonio Monaco, perché non vogliamo alimentare una discussione "ad personam" a nostro parere arida, su una carriera più che trentennale nel campo educativo & teatrale, costantemente a contatto con i giovani.Vogliamo, invece, esprimere un nostro parere su ciò che secondo noi è il teatro e ciò che esso rappresenta nella nostra strana realtà.Quando il sudore si intreccia alla fatica delle prove; quando persone totalmente diverse mischiano i loro entusiasmi per un fine comune;quando il desiderio diventa riflessione e il sogno si confonde alla realtà; quando si vuole risalire dal baratro per raggiungere la Bellezza; allora si cerca di sfidare un pubblico complesso. Si faccia un musical colossale in un campo sportivo o "teatrini in piccole piazzette rionali".Ogni qual volta si porta in scena uno spettacolo i rischi sono tanti, le critiche del pubblico vanno ascoltate con diligenza e accolte come preziosi insegnamenti per poter crescere e migliorare.Sappiamo benissimo e constatato sulla nostra pelle che gli applausi fanno sempre piacere, ma quando questi sono dettati solo da sentimenti di appartenenza territoriale o prassi da show tutto cambia. Questo tipo di applauso diventa un vero e proprio insulto all'arte e al messaggio che si sta esprimendo. Porta ad un'inutile esaltazione innescando il pericoloso meccanismo della mediocrità.Una critica non accetta va a discapito della principale qualità di un buon artista, l'umiltà, che venga da famosi teatri di grosse città o da" piccole piazzette rionali".Se ci è permesso un po' di poesia: "ci si deve sempre ricordare che tra maestose rose, alberi in fiore e rigidi rovi di campagna la grandezza è rappresentata da chi riesce a sentire l'umile e leggiadro odore della vagina di Dio".Il teatro che noi, insieme, dobbiamo praticare deve affondare le sue radici tra le dure pietre del tradizionalismo e dell'indifferenza delle istituzioni, e proprio per questo deve nascere dalle famosissime "piccole piazzette rionali",con le lacrime e i sorrisi della nostra gente, che siano applausi, critiche, o consigli. L'importante è che gli animi si smuovano contro una società che ci vuole passivi perché come disse il famoso contadino "Qua a Terra nun figlia". Anche se il nostro è un ambiente di "teatrini di piccole piazzette rionali" di non professionisti, si deve comunque puntare ad un risultato professionale affinché il messaggio arrivi pulito e senza distorsioni. Non basta avere un immenso palco, centinaia di luci e una scenografia curata nei minimi particolari, se poi manca il buon senso di dire "si poteva fare meglio".Per raggiungere questi obiettivi serve lo studio e la cooperazione di tutti, per questo, ci fa soffrire profondamente leggere insulti sui giornali. A questo punto l'unica invidia che sentiamo profondamente è verso quelle che Vincenzo Salemme chiama con nostalgia, "Le Compagnie di una volta".Questa lettera è scritta da due giovani come tanti altri e certamente non sono messaggi divini che vengono da Nazareth, né provocazioni o offese scaturite da uno scialbo perbenismo, ma uno sfogo che tra noi sognatori vaganti può rappresentare il senso della vita…..come disse Henry Miller :"l'arte non insegna niente tranne il senso della vita.
Associazione artistico culturale " G.L. Caramuel"
Vice-Presidente
Dino Lopardo
Tesoriere
Francesco Altavista
Egregio direttore( il quotidiano della Basilciata),
Le scriviamo in merito alla polemica innescata dall'articolo del 21 agosto 2008 dal titolo "Le campane stonate di Notre Dame". Questo nostro intervento non è una difesa al Prof. Antonio Monaco, perché non vogliamo alimentare una discussione "ad personam" a nostro parere arida, su una carriera più che trentennale nel campo educativo & teatrale, costantemente a contatto con i giovani.Vogliamo, invece, esprimere un nostro parere su ciò che secondo noi è il teatro e ciò che esso rappresenta nella nostra strana realtà.Quando il sudore si intreccia alla fatica delle prove; quando persone totalmente diverse mischiano i loro entusiasmi per un fine comune;quando il desiderio diventa riflessione e il sogno si confonde alla realtà; quando si vuole risalire dal baratro per raggiungere la Bellezza; allora si cerca di sfidare un pubblico complesso. Si faccia un musical colossale in un campo sportivo o "teatrini in piccole piazzette rionali".Ogni qual volta si porta in scena uno spettacolo i rischi sono tanti, le critiche del pubblico vanno ascoltate con diligenza e accolte come preziosi insegnamenti per poter crescere e migliorare.Sappiamo benissimo e constatato sulla nostra pelle che gli applausi fanno sempre piacere, ma quando questi sono dettati solo da sentimenti di appartenenza territoriale o prassi da show tutto cambia. Questo tipo di applauso diventa un vero e proprio insulto all'arte e al messaggio che si sta esprimendo. Porta ad un'inutile esaltazione innescando il pericoloso meccanismo della mediocrità.Una critica non accetta va a discapito della principale qualità di un buon artista, l'umiltà, che venga da famosi teatri di grosse città o da" piccole piazzette rionali".Se ci è permesso un po' di poesia: "ci si deve sempre ricordare che tra maestose rose, alberi in fiore e rigidi rovi di campagna la grandezza è rappresentata da chi riesce a sentire l'umile e leggiadro odore della vagina di Dio".Il teatro che noi, insieme, dobbiamo praticare deve affondare le sue radici tra le dure pietre del tradizionalismo e dell'indifferenza delle istituzioni, e proprio per questo deve nascere dalle famosissime "piccole piazzette rionali",con le lacrime e i sorrisi della nostra gente, che siano applausi, critiche, o consigli. L'importante è che gli animi si smuovano contro una società che ci vuole passivi perché come disse il famoso contadino "Qua a Terra nun figlia". Anche se il nostro è un ambiente di "teatrini di piccole piazzette rionali" di non professionisti, si deve comunque puntare ad un risultato professionale affinché il messaggio arrivi pulito e senza distorsioni. Non basta avere un immenso palco, centinaia di luci e una scenografia curata nei minimi particolari, se poi manca il buon senso di dire "si poteva fare meglio".Per raggiungere questi obiettivi serve lo studio e la cooperazione di tutti, per questo, ci fa soffrire profondamente leggere insulti sui giornali. A questo punto l'unica invidia che sentiamo profondamente è verso quelle che Vincenzo Salemme chiama con nostalgia, "Le Compagnie di una volta".Questa lettera è scritta da due giovani come tanti altri e certamente non sono messaggi divini che vengono da Nazareth, né provocazioni o offese scaturite da uno scialbo perbenismo, ma uno sfogo che tra noi sognatori vaganti può rappresentare il senso della vita…..come disse Henry Miller :"l'arte non insegna niente tranne il senso della vita.
Associazione artistico culturale " G.L. Caramuel"
Vice-Presidente
Dino Lopardo
Tesoriere
Francesco Altavista
Il compagno Pinuccio Lovito ( autore del cambiamento )
Ode agli autori del cambiamento
Non voglio gloria ed applausi
non voglio guardare in basso
quando si moltiplicano gli abusi
voglio andare fiero ad ogni passo.
E la luce illumini gli occhi
che nessuna lacrima dovrà scalfire
e innamorarsi di sguardi troppo vecchi
e soffocare per paure di soffrire
Vincere perchè si è fieri nella sconfitta,
per guardare stanchi un cielo fiorito
per cancellare una nebbia troppo fitta
che della solitaria strada è mito.
Superare la morte perchè si è vivi
niente approvazioni e cerimonie da divi
ma per esser attori del cambiamento
si è sconosciuti eroi senza tempo
Parte dell' articolo pubblicato su " Il quotidiano della Basilicata"
Le conclusioni dell'accusa scagionano Giuseppe Lovito , imputato di tentata concussione
Assolto,Lottava in nome degli operai. L'ex assessore aveva difeso i diritti di 2 lavoratori
di Leo Amato
(...) nel 1998, sempre con i soldi della legge 219 del 1981. un'azienda di potenza si è aggiudicata l'appalto per il restauro dell'ospizio di Brienza e la costruzione di 6 alloggi popolari in pieno centro storico. Venne assunta manovalanza del posto, ma quanto corrisposto secondo i dati della busta paga non rappresentava il pagamento reale (...) i lavoratori non si opponevano perchè sapevano che in questi casi o è così oppure sei fuori, senza fare troppe storie.Un anno dopo due lavoratori vengono licenziati perchè bisognava far posto ad altre persone, ma questi non ci stanno , vanno nella sezione locale del Partito della Rifondazione Comunista e raccontano tutto all'assessore dell'allora giusta di centro sinistra , che per inciso è anche il cognato di uno dei due. Lovito decide di intervenire convocando al tavolo ..la Siticom.. l'impresa costruttrice e il sindaco. Entrambi non si sono mai presentati.(...)Lovito tiene duro e anche i due lavoratori , Giuseppe Sabbatella e Francesco Lorenzino, e fanno fronte comune.Così la ditta passa alle azioni legali e denuncia Lovito per tentata concussione. (...) Intanto interviene L'ispettorato del lavoro che riscontra l'effettiva esistenza di gravi irregolarità nella conduzione dei contratti con i due operai da parte dell'impresa (...)E ieri mattina l'epilogo con le conclusioni della pubblica accusa " Lovito è innocente , lottava per il bene comune della collettività ed in particolare della classe operaia " come quando" fece una lotta per il bilancio partecipato."All'avvocato soltanto una replica di cinque minuti "Nel 1979 è morto un uomo sul lavoro, a Brienza, e per sfuggire alle sue responsabilità l'impresa faceva finta di non conoscerlo. Giuseppe Lovito fu perseguito dalla legge per la prima volta perchè si opponeva a quell'ingiustizia. Quell'uomo che era morto in quel modo assurdo era suo padre"E viene assolto con formula piena.
Non voglio gloria ed applausi
non voglio guardare in basso
quando si moltiplicano gli abusi
voglio andare fiero ad ogni passo.
E la luce illumini gli occhi
che nessuna lacrima dovrà scalfire
e innamorarsi di sguardi troppo vecchi
e soffocare per paure di soffrire
Vincere perchè si è fieri nella sconfitta,
per guardare stanchi un cielo fiorito
per cancellare una nebbia troppo fitta
che della solitaria strada è mito.
Superare la morte perchè si è vivi
niente approvazioni e cerimonie da divi
ma per esser attori del cambiamento
si è sconosciuti eroi senza tempo
Parte dell' articolo pubblicato su " Il quotidiano della Basilicata"
Le conclusioni dell'accusa scagionano Giuseppe Lovito , imputato di tentata concussione
Assolto,Lottava in nome degli operai. L'ex assessore aveva difeso i diritti di 2 lavoratori
di Leo Amato
(...) nel 1998, sempre con i soldi della legge 219 del 1981. un'azienda di potenza si è aggiudicata l'appalto per il restauro dell'ospizio di Brienza e la costruzione di 6 alloggi popolari in pieno centro storico. Venne assunta manovalanza del posto, ma quanto corrisposto secondo i dati della busta paga non rappresentava il pagamento reale (...) i lavoratori non si opponevano perchè sapevano che in questi casi o è così oppure sei fuori, senza fare troppe storie.Un anno dopo due lavoratori vengono licenziati perchè bisognava far posto ad altre persone, ma questi non ci stanno , vanno nella sezione locale del Partito della Rifondazione Comunista e raccontano tutto all'assessore dell'allora giusta di centro sinistra , che per inciso è anche il cognato di uno dei due. Lovito decide di intervenire convocando al tavolo ..la Siticom.. l'impresa costruttrice e il sindaco. Entrambi non si sono mai presentati.(...)Lovito tiene duro e anche i due lavoratori , Giuseppe Sabbatella e Francesco Lorenzino, e fanno fronte comune.Così la ditta passa alle azioni legali e denuncia Lovito per tentata concussione. (...) Intanto interviene L'ispettorato del lavoro che riscontra l'effettiva esistenza di gravi irregolarità nella conduzione dei contratti con i due operai da parte dell'impresa (...)E ieri mattina l'epilogo con le conclusioni della pubblica accusa " Lovito è innocente , lottava per il bene comune della collettività ed in particolare della classe operaia " come quando" fece una lotta per il bilancio partecipato."All'avvocato soltanto una replica di cinque minuti "Nel 1979 è morto un uomo sul lavoro, a Brienza, e per sfuggire alle sue responsabilità l'impresa faceva finta di non conoscerlo. Giuseppe Lovito fu perseguito dalla legge per la prima volta perchè si opponeva a quell'ingiustizia. Quell'uomo che era morto in quel modo assurdo era suo padre"E viene assolto con formula piena.
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