Il ciclone Simone a Latronico
di Francesco Altavista
Latronico –E’
sicuramente il momento più atteso del “Festival
del Benessere” di Latronico: questa sera con un concerto a partire dalle 21:30 ,
Simone Cristicchi. Quest’ultimo toccherà
la terra lucana dopo la pubblicazione del suo libro “ Mio nonno è morto in guerra” nel quale
l’artista romano ha raccolto le testimonianze dei reduci della seconda guerra
mondiale , per un’opera non storica ma di grande emozione e ricordo , da qui un
nuovo spettacolo teatrale in tournée da
Ottobre e in programma un nuovo album di inediti per gennaio. In anteprima il
gentilissimo Simone si concede ad un’intervista per “ Il quotidiano della
Basilicata”.
Simone a Latronico
farai entrare il pubblico nel “ Grand Hotel Cristicchi” titolo del tuo ultimo
album nel 2010 ma anche del tour 2012 . Riusciranno i presenti ad uscire
indenni dalle stanze del tuo hotel?
Spero di no , perché vuol dire che lo spettatore torna a
casa con un buon bagaglio di parole. Il mio è un concerto che si basa sulla
parola e su tanti generi musicali diversi. Come se fosse un frullatore, una
macedonia del pop, in cui anche i miei musicisti, con i quali mi diverto a
giocare, si prestano al lato teatrale
del mio concerto, visto che ci sono diversi monologhi all’interno del mio spettacolo. In generale credo si vada a
casa soddisfatti di avere tanti spunti di
riflessione. Questo è il mio augurio ogni volta che salgo sul palco.
Sei simile per certi
versi al cantautorato nobile del passato ma dai a questa figura una nuova
vitalità che ha creato un filone importante . Si può dire che con te si
riaccende una speranza per questo tipo di musica?
Io dico sempre che i cantautori sono in via d’estinzione. Chiaramente
ognuno di noi lavora per svecchiare una figura che risale agli anni 70 dove i
cantautori erano dei veri profeti. Cerco anche attraverso la narrazione
teatrale di dare un’idea di me il più possibile complessa. E’ un po’ il mio
modo di intendere la figura del cantautore di oggi ma non è detto che sia
quella giusta .In realtà sono molto più
un cantastorie che racconta il suo punto di vista sul mondo. Ci sono canzoni
più conosciute che hanno creato un piccolo filone e mi fa molto piacere perché
vuol dire che sono uscito fuori da una certa omologazione.
Quindi il teatro che fai ormai da anni è una
sfaccettatura del tuo essere cantautore?
Sicuramente
sì! Nel momento in cui si decide di raccontare una storia , puoi farlo in vari
modi. Non è stato facile naturalmente passare dalla canzone al teatro, ma io ho
avuto la fortuna di poterlo fare direttamente sul palco, senza frequentare accademie di recitazione. Ho avuto questa
grande fortuna di essere seguito da professionisti, da grandi registi come
Alessandro Benvenuti per esempio ed avere la fortuna di potermi migliorare
direttamente sul palcoscenico.
Tra le tue
sfaccettature c’è anche la Radio con il programma “ Meno male che c’è Radio Due”, arrivato al secondo anno di programmazione. Cosa sul palco
porti con te da questa esperienza?
Sono tutte cose che mi hanno arricchito. Un qualcosa che non
avevo mai fatto, una sfida. Un modo per imparare anche nuove cose. Con il
compito di bravo presentatore ho fatto
diverse gaffe, diversi errori che poi sono stati rigirati come qualcosa di
ironico per far ridere. Ho avuto da questo programma l’occasione di conoscere
grandi artisti che sono venuti ospiti e che ho potuto conoscere personalmente,
duettando con loro dal vivo accompagnati da una band.
A proposito di sfide.
Hai fatto un lavoro straordinario sulla musica popolare, arrivando ad un tour
con il Coro dei Minatori di S. Fiora dopo aver conosciuto il grandissimo
maestro Ambrogio Sparagna. Cosa ti ha affascinato di questa musica e del grande
maestro della musica popolare?
Della musica popolare conoscevo pochissimo, grazie ad
Ambrogio ( a cui dirò sempre grazie) che mi invitò a cantare con l’ orchestra
popolare italiana , ho scoperto un mondo
affascinante di cui poi mi sono innamorato. Ho continuato con le mie gambe,
conoscendo il coro dei minatori di Santa Fiora, con cui abbiamo fatto uno
spettacolo. Ambrogio è stato per me un vero e proprio maestro, uno che mi ha
saputo accompagnare per mano con grande passione in questo viaggio. Tutt’ora mi
capita di suonare con dei gruppi di musica popolare, con Mario Incudine in
Sicilia , con Erasmo Treglia in altre situazioni. Ho anche una data con
Ambrogio a Lecce quindi continua la mia
collaborazione con lui che mi ha dato modo di conoscere artisti come Beppe
Servillo e Teresa De Sio con i quali siamo diventati amici.
Cristicchi qualche
tempo fa scriveva con l’ausilio di un personaggio immaginario Rufus. Quando e
perchè questo personaggio è scomparso lasciando solo Simone?
Succedeva inizialmente perché le mie canzoni sono tutte
diverse l’una dalle altre ed avevo dato un nome a questo mio alterego,
delegando a lui una serie di brani fuori dalle righe, come se fossero scritte
da uno spirito maligno che albergava dentro di me. Questo era un espediente dei
miei primi concerti, poi alla fine le due anime si sono incontrate e fuse,
convivono attualmente nei miei dischi e nei miei live. Probabilmente si sono
unite per la consapevolezza e decisione di non avere paura
di delegare a me stesso le cose che scrivevo, di fare pace con la mia
anima più provocatrice.
Concludiamo.
Cosa la Bellezza?
La Bellezza è ciò di
cui ci si stupisce ogni giorno, l’importante è riconoscerla.
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