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giovedì 16 agosto 2012

Le Vibrazioni: Torneremo a vibrare parola di Verderi

da "Il quotidiano della Basilicata"

Torneremo a vibrare parola di "the wizard" Verderi 



di Francesco Altavista 




Melfi – A quasi dieci anni dal singolo che lì portò  al successo  “ Dedicato a te”,   il gruppo “ Le vibrazioni”  stanno passando un momento davvero particolare, uno di quelle fasi della crescita di una band che annuncia cambiamenti importanti. Proprio nel bel mezzo di questo turbamento artistico con il ritorno dello storico bassista Marco “garrincha”  Castellani , “ Le vibrazioni” saranno in concerto a Melfi il giorno di Ferragosto. In anteprima per “ Il quotidiano della Basilicata”, Stefano “ the wizard” Verderi fantasia e chitarrista della band  si concede per una ‘intervista.
Stefano, per la  prima volta “ Le vibrazioni” pubblicano un “ best of” dal titolo   “ Come far nascere un fiore” nel 2011 , l’anno prima l’ultimo album di inediti “Le strade del tempo”. Questi due passi e le tante voci preoccupano e impensieriscono un po’ i fan. Come sarà il futuro de “ Le vibrazioni” ?
“ Come far nascere un fiore” è una raccolta  di tutti i nostri successi, radiofonici se non altro, da qui ci siamo un po’ fermati. Poi è tornato il bassista originale, lo storico de “ Le vibrazioni” Garrincia, abbiamo deciso di andare in tour con quello che poteva essere il nostro “best of “, perché si creava la formazione originale dei primi dischi. Abbiamo voluto riprendere vecchi pezzi che non suonavamo da tempo e riproporle ai fan.  Di quello che accadrà più avanti, non ci preoccupiamo troppo. Pensiamo ai  live che sono sempre un modo diretto di comunicare con la gente, per quanto poi la scaletta possa essere la stessa, ogni concerto è a sé, noi reagiamo come reagisce il pubblico, il live è sempre carico di emozioni, non è come fare un disco, portare in giro i brani dal vivo, significa suonarli con un’energia superiore. Questo  è quello che ha caratterizzato “ Le vibrazioni” sin dall’inizio.



Tra le tante voci , si parla dopo questa raccolta del vostro abbandono alla major Sony.  Perché questa scelta ?    
I contratti  scadono, si rinnovano oppure si va a cerare da un’altra parte. Io penso che noi siamo artisti e musicisti indipendentemente dai contratti. Sicuramente “ Le Vibrazioni” possono fare una pausa , fare un disco fra cinque anni. Siamo dei musicisti e chi fa questo mestiere , o incide dei dischi o fa dei live. Noi stiamo suonando dal vivo, quando si tratterà di fare un disco, valuteremo quale è la situazione migliore per farla. Visti i tempi non è detto che stare con una major possa portare più vantaggi, oggi il nome è abbastanza conosciuto tanto da farci muovere anche da soli eventualmente.
Una  delle vostre capacità  però è stata quella di arrivare al grande pubblico. Il rock in Italia sembra essere relegato alla nicchia a volte anche per una scelta dei gruppi  penso ai Marlene o Aftherhours. Diventare indipendenti potrebbe nel contempo relegarvi alla nicchia come questi gruppi da cui vi siete staccati nettamente?
Questo discorso è un po’ relativo. Il  nostro nome è certamente conosciuto ma obiettivamente più per le cose che abbiamo fatto in passato che per le cose che stiamo facendo adesso. Ultimamente non siamo così esposti mediaticamente, come lo eravamo nel 2004, quando siamo andati a Sanremo, vinto il “festival al bar”. I tempi sono cambiati, ci sono gruppi che sono più di moda passeranno anche loro. E’ un ciclo, una ruota che gira. L’importante è essere coerenti con sé stessi. Noi arriviamo da quel mondo lì, facevamo da spalla agli Afherhours, eravamo i loro tecnici dodici anni fa, siamo cresciuti nell’ambiente milanese.  Noi siamo comunque cresciuti nel rock italiano che è vero è rimasto di nicchia, un po’ per loro scelta ma certamente non spetta a me stabilirne il perché. E’ comunque tutta gente che è passata per Sanremo, quindi forse un tentativo di uscire dalla nicchia è stato anche fatto. Il mondo del rock alternativo in Italia è un po’ con i paraocchi, se tu fai rock vendi poco, c’è poca gente ai tuoi concerti , sei figo, sei rock se invece vendi un po’ di più , hai più risonanza mediatica , fai schifo e non sei più rock. Noi abbiamo avuto penso il merito di aver aperto le strade verso i media  dei gruppi rock. Non siamo dei paladini ma cronologicamente abbiamo aperto questi canali dove prima andavano solo i cantanti pop, singoli tra l’altro.


Si può fare ancora rock in Italia ed essere ascoltato dal grande pubblico?
Il rock nasce fuori dall’Italia, significa riprendere sonorità straniere comunque, noi ci siamo rifatti alle sonorità anni 70 per esempio. Mischiarle poi con la melodia e il cantautorato italiano, se tu quindi prendi i Led Zeppelin e li mischi con Battisti viene fuori sicuramente un rock italiano di qualità. Si tratta di influenze naturalmente, noi abbiamo un cantante come Francesco che è paragonabile ad un cantautore e poi c’è un band che riprende un po’ le sonorità modernizzate degli anni 70. Il rock bisogna riportarlo  nell’ambiente in cui si vive, nella Londra degli anni 60 era più facile vivere dannati. Si può essere rock star ma non  ricalcando  gli eccessi delle rock star del passato, in un certo senso significherebbe scimmiottare. Il musicista rock non deve vivere in un mondo a parte,poi è bello pensare che il musicista viva in una bolla, ma questa   bolla deve stare  in questo mondo  e in tutte le problematiche di oggi.
Sei soprannominato “ the wizard”e sei  tra i migliori chitarristi d’Italia. Come cresce un chitarrista rock? Hai mai pensato ad un disco da solista?
 Il chitarrista rock deve bilanciare la sperimentazione e stare su certi standard. Non si può prescindere dai padri. Agli standard poi bisogna aggiungere qualcosa. Un disco solista no, mi piacerebbe collaborare con altra gente, scrivere per altri. Per misurarmi con me stesso, per sperimentare nuovi sound, non come solista. Ho il sogno di creare un sound nuovo, di far parte di un movimento che risvegli un po’ un senso della musica. Io penso che la musica in questo momento sia un po’ atrofizzata in Italia , bisogna ricreare un po’ il fermento che c’era a Milano negli anni 90.
Cosa è la Bellezza?
 La Bellezza è ciò che appaga lo spirito.   
        

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