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venerdì 3 agosto 2012

Il ciclone Simone Cristicchi

da" Il quotidiano della Basilicata"

Il ciclone Simone a Latronico 




di Francesco Altavista



Latronico –E’ sicuramente il momento più atteso del  “Festival del Benessere” di Latronico: questa sera con un concerto a partire dalle 21:30 ,  Simone Cristicchi. Quest’ultimo toccherà la terra lucana  dopo  la pubblicazione del suo libro  “ Mio nonno è morto in guerra” nel quale l’artista romano ha raccolto le testimonianze dei reduci della seconda guerra mondiale , per un’opera non storica ma di grande emozione e ricordo , da qui un nuovo  spettacolo teatrale in tournée da Ottobre e in programma un nuovo album di inediti per gennaio. In anteprima il gentilissimo Simone si concede ad un’intervista per “ Il quotidiano della Basilicata”.    
Simone a Latronico farai entrare il pubblico nel “ Grand Hotel Cristicchi” titolo del tuo ultimo album nel 2010 ma anche del tour 2012 . Riusciranno i presenti ad uscire indenni dalle stanze del tuo hotel?
Spero di no , perché vuol dire che lo spettatore torna a casa con un buon bagaglio di parole. Il mio è un concerto che si basa sulla parola e su tanti generi musicali diversi. Come se fosse un frullatore, una macedonia del pop, in cui anche i miei musicisti, con i quali mi diverto a giocare,  si prestano al lato teatrale del mio concerto, visto che ci sono diversi monologhi all’interno del  mio spettacolo. In generale credo si vada a casa soddisfatti  di avere tanti spunti di riflessione. Questo è il mio augurio ogni volta che salgo sul palco.
Sei simile per certi versi al cantautorato nobile del passato ma dai a questa figura una nuova vitalità che ha creato un filone importante . Si può dire che con te si riaccende una speranza per questo tipo di musica?
Io dico sempre che i cantautori sono in via d’estinzione. Chiaramente ognuno di noi lavora per svecchiare una figura che risale agli anni 70 dove i cantautori erano dei veri profeti. Cerco anche attraverso la narrazione teatrale di dare un’idea di me il più possibile complessa. E’ un po’ il mio modo di intendere la figura del cantautore di oggi ma non è detto che sia quella giusta .In realtà  sono molto più un cantastorie che racconta il suo punto di vista sul mondo. Ci sono canzoni più conosciute che hanno creato un piccolo filone e mi fa molto piacere perché vuol dire che sono uscito fuori da una certa omologazione.


Quindi  il teatro che fai ormai da anni è una sfaccettatura del tuo essere cantautore?
   Sicuramente sì! Nel momento in cui si decide di raccontare una storia , puoi farlo in vari modi. Non è stato facile naturalmente passare dalla canzone al teatro, ma io ho avuto la fortuna di poterlo fare direttamente sul palco, senza frequentare  accademie di recitazione. Ho avuto questa grande fortuna di essere seguito da professionisti, da grandi registi come Alessandro Benvenuti per esempio ed avere la fortuna di potermi migliorare direttamente sul palcoscenico.
Tra le tue sfaccettature c’è anche la Radio con il programma  “ Meno male che c’è Radio Due”, arrivato al  secondo anno di programmazione. Cosa sul palco porti con te da questa esperienza?
Sono tutte cose che mi hanno arricchito. Un qualcosa che non avevo mai fatto, una sfida. Un modo per imparare anche nuove cose. Con il compito di  bravo presentatore ho fatto diverse gaffe, diversi errori che poi sono stati rigirati come qualcosa di ironico per far ridere. Ho avuto da questo programma l’occasione di conoscere grandi artisti che sono venuti ospiti e che ho potuto conoscere personalmente, duettando con loro dal vivo accompagnati da una band.
A proposito di sfide. Hai fatto un lavoro straordinario sulla musica popolare, arrivando ad un tour con il Coro dei Minatori di S. Fiora dopo aver conosciuto il grandissimo maestro Ambrogio Sparagna. Cosa ti ha affascinato di questa musica e del grande maestro della musica popolare?
Della musica popolare conoscevo pochissimo, grazie ad Ambrogio ( a cui dirò sempre grazie) che mi invitò a cantare con l’ orchestra popolare italiana  , ho scoperto un mondo affascinante di cui poi mi sono innamorato. Ho continuato con le mie gambe, conoscendo il coro dei minatori di Santa Fiora, con cui abbiamo fatto uno spettacolo. Ambrogio è stato per me un vero e proprio maestro, uno che mi ha saputo accompagnare per mano con grande passione in questo viaggio. Tutt’ora mi capita di suonare con dei gruppi di musica popolare, con Mario Incudine in Sicilia , con Erasmo Treglia in altre situazioni. Ho anche una data con Ambrogio  a Lecce quindi continua la mia collaborazione con lui che mi ha dato modo di conoscere artisti come Beppe Servillo e Teresa De Sio con i quali siamo diventati amici.


Cristicchi qualche tempo fa scriveva con l’ausilio di un personaggio immaginario Rufus. Quando e perchè questo personaggio è scomparso lasciando solo Simone?
Succedeva inizialmente perché le mie canzoni sono tutte diverse l’una dalle altre ed avevo dato un nome a questo mio alterego, delegando a lui una serie di brani fuori dalle righe, come se fossero scritte da uno spirito maligno che albergava dentro di me. Questo era un espediente dei miei primi concerti, poi alla fine le due anime si sono incontrate e fuse, convivono attualmente nei miei dischi e nei miei live. Probabilmente si sono unite per la consapevolezza e decisione di non avere  paura  di delegare a me stesso le cose che scrivevo, di fare pace con la mia anima più provocatrice.
Concludiamo. Cosa  la Bellezza?
 La Bellezza è ciò di cui ci si stupisce ogni giorno, l’importante è riconoscerla. 

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