Cerca nel blog

venerdì 3 agosto 2012

La cantautrice Carlot-ta la prima volta in Basilicata

da "Il quotidiano della Basilicata"

La prima volta di Carlot-ta 





di Francesco Altavista 



Marina di Pisticci –  Il suo nome d’arte è Carlot-ta, importantissimo  il trattino dopo la “ t”  per differenziarsi  da “Carlotta” la cantante della commerciale hit  del 2000 “ Frena”.  Il suo nome completo è Carlotta Sillano, sarà , nell’ambito della nona  rassegna “ Argojazz”, nel lussuoso resort degli Argonauti  a Marina di Pisticci il prossimo due agosto a partire dalle 21:00.   Carlot-ta  classe 1990, è un’artista vera, una promessa della musica italiana anche se nel suo sound c’è davvero poco dello stivale. E’ una ventata di freschezza, una ragazza che ha tutti i crismi dell’intellettuale oltre ad essere esageratamente bella, suona il pianoforte da quanto aveva cinque anni ed ora è una polistrumentista  con il piglio della poetessa, la sua è una musica divertente e colta, dal vivo  si presenta al pubblico  sola con pianoforte, chitarra, synths , organetto e  loop station. Nel 2011 il suo primo disco “ Make me picture of the sun” (Anna the Granny records) , album  pluripremiato, una meraviglia di sonorità ed emozione, cantato in italiano, francese ed inglese è un piccolo gioiello di otto brani  tutto da amare.  Calot-ta è forza, bellezza e femminilità, ma anche impeto, studio e poesia, un’artista da conoscere  assolutamente e di cui si pregiano gli esperti organizzatori di “Argojazz”. La cantautrice di Vercelli si concede in anteprima a delle domande per “ Il quotidiano della Basilicata”.
 Prima di partite. Come ti aspetti il pubblico lucano? La prima volta in Basilicata?
E’ la prima volta che suono in Basilicata, anzi è la prima volta che visito la vostra regione. Spero di essere sufficientemente brava o almeno simpatica, da catturare l’attenzione di un pubblico che probabilmente non conosce me e la mia musica. Sono stata a suonare diverse volte al sud, in Puglia, in Sicilia, in Campania e ho trovato riscontri positivi e molto entusiasmo.



In “ Make me picture of the sun”, hai musicato i simboli di Eliot, Blake, Prévert. Perché questa scelta?  L’italiano perché è usato poco in questo disco?
Non c’è stata molta progettualità nella scrittura di questo disco che raccoglie canzoni scritte tra i sedici e i vent’anni. È tutto sorto in modo piuttosto spontaneo. La sola cosa su cui mi sono soffermata molto,anche grazie all’aiuto di chi ha collaborato alla registrazione del disco stesso è la parte musicale, la scelta timbrica e degli arrangiamenti. Mi interessa la sonorità della parola, la scelta delle poesie è stata istintiva, il disco non voleva essere un concept album pretenzioso o qualcosa di simile. Semplicemente mi serviva del materiale verbale, delle parole da cantare, e ho pensato di scegliere tra le poesie che più mi piacevano e che potessero evocare immagini simili a quelle che speravo le mie composizioni potessero suscitare. L’italiano è una lingua che amo ma chiaramente trasmette un messaggio chiaro e facilmente intellegibile, non era il linguaggio tramite cui volevo comunicare.
Il tuo è un disco che musicalmente attraversa delle fasi, c’è classica, c’è elettronica. La musica si sa, rispetto al testo è più diretta ma meno esplicita, come ti immagini il tuo ascoltatore?
Proprio come hai detto tu, la musica è più diretta e meno esplicita. Quello che io cerco dai miei ascolti è questa modalità di comunicare tramite la musica. Non mi interessa il messaggio, non voglio argomentare o raccontare una storia. Mi interessa la sensazione, evocare immagini tramite la percezione sonora. Il disco è molto eterogeneo perché, come già detto, racchiude brani scritti in un lasso di tempo piuttosto ampio, durante il quale i miei ascolti sono cambiati; probabilmente la varietà di cui parti è sintomatica della ricerca di un linguaggio personale, ricerca che spero possa concludersi il più tardi possibile.


C’è un certo fermento tra le autrici giovani e donne, penso a te e ad Erica Mou, avete anche la stessa età. Vi sentire parte di una corrente nuova? Un nuovo modo che come si dice spesso , poco italiano e anti –talenti ?
Non penso si possa parlare di una corrente. In Italia, nell’ambiente indipendente, funziona molto un certo cantautorato in cui la musica ha scarso valore e i testi cantano le generazioni. Forse le autrici donne si vogliono distanziare un po’ da questo “filone” o forse non possono fare a meno di comunicare in modo diverso. Ma proprio per questo trovano anche spazi diversi. Quello che vorrei è che l’underground italiano,coadiuvato dal suo pubblico supportasse ed esportasse anche in Europa e nel mondo occidentale i propri “prodotti”, al pari del resto dei paesi del continente. Al momento non mi sembra che questo stia succedendo ed è un grande limite del nostro sistema musicale.
Quanto si deve aspettare per il tuo prossimo disco ?
Inizierò a registrare il mio secondo disco a settembre, è difficile calcolare i tempi relativamente a queste cose, ma spero possa essere pronto ad uscire nei primi mesi del 2013. Nel frattempo continuerò a suonare; dall’inizio dell’estate, parallelamente al mio concerto in solo,quello che proporrò ad ArgoJazz sto portando in giro un live in cui sono accompagnata da un piccolo ensemble di archi, percussioni e un po’ di elettronica. Il nome del progetto live è Carlot-ta&the Sleeping Owls.
 Cosa è  la Bellezza? 
  Una bella domanda. Mi piacerebbe poterti fornire una dissertazione filosofica adeguata, ma non ne ho le competenze e vorrei darti una risposta sincera: amo molto le montagne.

Nessun commento: