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giovedì 18 ottobre 2012

Profumo di cioccolato con Laura Florand

da " Il quotidiano della Basilicata"
Profumo di cioccolato al Women's Fiction Festival 




Matera – Nero e profondo come il peccato, compagno delle lacrime di una sera, passione davanti al camino, invadente sogno  del gusto estremo dell’amore, è il cioccolato.  Laura Florand scrittrice talentuosa dalla percettibilità poetica  che si trasforma in uno splendido romanzo che, è proprio il caso di dirlo, va divorato con avidità, dal titolo “ Ladra di Cioccolato” (edizioni:  Leggereditore), consegna al lettore una  verità: le donne vogliono una cosa sola il cioccolato .E’ un’opera deliziosa, curata nei particolari, nelle chimiche personali di due innamorati, nello scontro tra due vite che danno il via ad un incendio di passione da cui il lettore non può scappare L’opera  è stata presentata ieri al “Shibuya Cofee Music Shop “ di Matera nell’ambito del      “Women’s fiction festival” con la presenza dell’autrice che si concede, grazie all’aiuto della brava, gentile  e professionale  Giulia Fea che ha fatto da interprete,  ad un’intervista esclusiva per “ Il quotidiano della Basilicata”. 
 Signora Florand, prima di iniziare a parlare del suo romanzo,  una curiosità:  Matera non sarà certo la romantica Parigi dove è ambientato il suo romanzo. Ma come le è sembrata ?
Matera è favolosa, ha una bellezza incredibile e unica. Sono rimasta letteralmente affascinata da Matera.
 Passiamo al romanzo. Quando si pensa a simboli di virilità maschile, si pensa a uomini impegnati in lavori duri, al massimo attori, calciatori .Il  suo romanzo ci mostra una inaspettata alternativa , il simbolo della forza maschile, della virilità , è un cioccolatiere. Perchè un’attività quasi poetica diventa così maschile e virile? 
In realtà già nel cioccolato risiede l’essenza della sensualità, la passione  anche il fatto che si possa modellare e dargli una forma è un potere insito del cioccolato. E’ il simbolo del piacere assoluto, il fatto che una persona riesca a controllare questo piacere lo rende ancora più affascinante. Facendo le mie ricerche sui cioccolatai francesi subito sono venuta in contatto con l’immagine di qualcuno di virile. Il mondo della cioccolata è legato comunque tutta una serie di atmosfere che hanno a che fare con l’imposizione della forma, con il fatto di raggiungere la perfezione, un uomo può esserlo , può farlo. L’arroganza poi del personaggio del romanzo,di credersi continuamente il migliore, è una cosa molto virile.




Le donne vogliono solo una cosa, il cioccolato. Questa la frase da cui in effetti parte il romanzo. la protagonista Cade alla fine ammetterà di essere entrata nell’atelier di Sylvain, per lui come uomo,  non per il suo cioccolato o almeno non solo per quello. A questo punto  è proprio vero, le donne vogliono il cioccolato? Se si dovesse scegliere tra le due cose, a cosa  si è disposti a rinunciare ?
Direi che c’è bisogno di entrambi. Credo che se avessimo entrambe le cose, le donne raggiungerebbero davvero la felicità,potremmo  dirci donne complete. E’ troppo difficile decidere a cosa delle due è  possibile rinunciare, non riesco a rispondere, perché poi si dovrebbe rinunciare a qualcosa?
La donna che viene mostrata nel romanzo, è un donna sicura, una donna manager  che rompe un po’ la definizione perbenista  e tipicamente maschile della donna raffinata, “casa e chiesa “  si può dire che lei ci mostra una donna che non ha paura di immaginare un uomo nudo?
Mi piacciono le donne forti che cercano di raggiungere i propri obiettivi, ciò che vogliono. Cade rappresenta come le donne sono tutte. Le donne che conosco hanno carattere, ho voluto descrivere questo nel mio libro. La particolarità è che le donne possono essere forti anche se sono innamorate e allo stesso tempo  anche se sono forti hanno bisogno di essere amate. Certo le donne immaginano gli uomini nudi da sempre, penso proprio di sì. Io credo fosse abbastanza risaputo che lo facciano, probabilmente lo dicono solo nel privato.


La figura maschile  Sylvain  a differenza di Cade viene dai bassifondi, dai quartieri popolari  di Parigi tristemente noti “ La Banlieue”. Per lui è anche una forma di riscatto il successo ottenuto con il cioccolato e conquistare l’amore di una borghese capitalista ? Cosa cerca realmente di insegnare al suo stagista Malik, proveniente dalle sue stesse zone?
In realtà io volevo raccontare due personaggi che venissero da mondi diametralmente opposti. Di solito l’uomo nei libri , è  ricco che compra qualsiasi cosa e la donna è povera  e si fa in un certo senso comprare dal suo uomo. Ho voluto invertire i ruoli. In realtà Sylvain cerca di trasmettere e di passare a qualcun altro gli obiettivi che ha raggiunto, i risultati, in un certo senso vuole che  questo riscatto colpisca anche il suo allievo.
Esiste nel romanzo uno scontro tra il mondo del capitalismo multinazionale e  quello  della piccola bottega artigiana ma non solo anche tra la produzione di massa mediocre nel sapore e quella di qualità.  Addirittura nel suo scrivere anche ironico,  un barbone rifiuta la barretta della multinazionale e pronuncia  l’epiteto “ merde”. Chi vince realmente questa sfida?
Io personalmente ho una preferenza per il piccolo, per la ricerca della qualità, la raffinatezza. Quello che volevo dimostrare è che entrambi i mondi sono da rispettare, entrambi da avere ben chiari in mente. In fondo quello di Cade è un sogno ed è giusto che lei lo persegua ma se avessimo solo questi piccoli cioccolatai la maggior parte delle persone probabilmente non avrebbe cioccolato. Non avrebbe facilità di accesso al cioccolato. Sono due mondi compatibili e necessari.       
Cosa c’è di comune tra l’innamoramento e gustare un cioccolatino? Cosa significa innamorarsi?
  Innamorarsi è come dare quasi un primo morso. Addenti un cioccolatino e ti piace subito ma sai anche l’enorme piacere che verrà dopo quando il cioccolatino si scioglierà in bocca  ed    ti entrerà dentro, a quel punto sarà più  intenso. Poi  l’atto d’amore in sé dei protagonisti  secondo non è altro che un gioco, un desiderio di esplorare ed andare a fondo alle fantasie che entrambi hanno.
“Si può vivere nel mondo pur non possedendolo, puoi vivere nella mia vita anche se non la possiedi”, questa per grandi linee la frase che Sylvain dice a Cade ad un certo punto dell’opera. Ma  l’ amore non è  una corsa al possesso  dell’altro come succede con  un cioccolatino?
Non esiste la necessità del possesso mai, sia per quando riguardi le cose del mondo, sia per le persone.  L’innamoramento si può possedere, si possiede il sentimento e si paga all’altro anch’egli possessore con  la moneta del cuore.   
Il libro si conclude con un epilogo che sembra esser scritto in modo diverso, quasi buonista con baci ed abbracci di tutta la famiglia.  Perché non finire con l’unione della coppia e basta lasciando un po’ di amaro in bocca che non guasta mai?     
Credo che l’epilogo venga dopo che le tensioni si risolvono, c’è un rilassamento delle tensioni e anche nella scrittura questo si sente. E’ l’amore che dura anche quando le tensioni sono superate. Proprio lì arriva il momento più intenso. Cade aveva bisogno della sua famiglia, quindi per rendere questa felicità totale avevo bisogno che si ricongiungesse con la famiglia.
In conclusione . Altri libri in vista?
Ci sarà “Bacio di cioccolato”  il seguito di questo libro. Ci sono altri due della serie del cioccolato che usciranno negli Stati Uniti, tutti e tre il prossimo anno.
Cosa è la Bellezza?
Troppe cose, la terra è Bellezza. San Pietro ieri a Roma era simbolo della Bellezza. Mia figlia è bellezza, il cioccolato è Bellezza. Tante cose sono bellezza.

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