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venerdì 5 ottobre 2012

De Piscopo, la voce del ritmo

da " Il quotidiano della Basilicata"


Tullio De Piscopo, la voce del ritmo




di Francesco Altavista


Brienza –  La festa del SS Crocifisso a Brienza è da sempre sentita, aspettata con ansia e vissuta nel pieno delle tradizioni. Quest’anno ad aumentare l’attesa, non solo per i burgentini ma per l’intera regione il comitato feste ha pensato di chiudere i festeggiamenti domenica prossima 16 settembre con il concerto del grandissimo Tullio De Piscopo. Un mito delle percussioni e della batteria, sicuramente tra i più grandi batteristi italiani, un vero artista innamorato della musica con una carriera incredibile alle spalle. Sarà nella città burgentina nell’unico concerto lucano, una chicca che il comitato a voluto dedicare a chi vorrà intervenire nella piazza burgentina in un concerto che ha tutti gli principi per essere memorabile. Il maestro De Piscopo attesissimo specie dai giovani appassionati di musica,  pronti a divertirsi con la buona musica e magari a imparare anche qualcosa, si concede in anteprima a “ Il quotidiano della Basilicata” per un’intervista. 
Maestro, la sua musica, il suo spettacolo musicale ha come protagonista la batteria. Come ha fatto in tutti questi anni e come fa ancora oggi  a trasformare questo strumento a volte pensato ostico, in fulcro  dello spettacolo?
«C’è la storia e  la storia parla. Le mille avventure di Tullio con la batteria e le percussioni, girando tutto il mondo, suonando veramente con grandi artisti, ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. Sono strumenti del cuore, la batteria è il cuore della musica. La batteria  ti fa muovere il piedino, ti fa  ballare, è uno strumento importantissimo per tenere uniti sia un gruppo rock che una grande orchestra. Dipende poi anche da quello che uno trasmette con questo strumento, evidentemente io sono stato tenace, ho trasmesso veramente tutto quello che avevo dentro soprattutto la rabbia , all’inizio della mia carriera, il sentimento. La gente poi capisce se stai bleffando o stai dicendo la verità.»
Il suo modo di suonare è sentimento, arriva dal cuore e porta con sé un messaggio non sempre decifrabile da tutti. Da cosa   nasce il suo stile? Da dove arriva questo sentimento che lei dice sia la  rabbia?
«La rabbia nasceva dalla miseria, dalla povertà, dai vicoli, dalle disavventure, dalle cose brutte che la vita ti dà. Io a soli undici anni ho perso mio fratello Romeo, il più grande che è morto mentre suonava la batteria. Per me è stata una mazzata tremenda ed ho capito che questa era  la mia  vita. Ed ho fatto tutto quello che poteva fare e suonare  lui, lui sicuramente l’avrebbe fatto meglio di me. L’arte è la magia,  è uno strumento di pace, sviluppa la non violenza.»



Maestro forse è proprio per questa rabbia, nata nelle contraddizioni  che a Napoli, la sua città  nascono tutti questi batteristi e percussionisti, tanto da farne quasi una scuola in tutto il mondo?
«A Napoli al contrario di quello che si pensa spesso, cioè mandolini, chitarre e melodia, è una città piena di ritmo. Ecco perché nascono tutti questi batteristi e percussionisti. Tutti i napoletani hanno un grande ritmo. Napoli è più ritmo che melodia. Poi, ripeto sono strumenti che alla fine fanno rumore ma se riesci a dare qualcosa si trasformano in melodia, devono trasmettere qualcosa.»
Lei ha una scuola, insegna ai giovani. Come le sembra la nuova generazione di musicisti e di artisti?
«Ci sono tanti bravi giovani, purtroppo è un momento difficile per loro. Non ci sono posti dove questi giovani possano essere convocati, dove possano suonare, possano trasmettere le cose che hanno dentro e che studiano. Bisognerebbe fare una legge a favore di questi giovani. Non dico che è un mondo più difficile di quello che ho dovuto affrontare io, ma diverso. Quando io ero piccolo l’Italia era in crescita ed era molto diverso, oggi i giovani sono messi da parte, è la crisi. Esiste il bisogno di fare qualcosa per i giovani non bastano le scuole. Alla fine io più che un insegnate, sono un amico, un genitore , uno zio, un fratello a volte anche un nonno per i più piccoli.»
Lei ha fatto tantissime collaborazioni, prima ha detto che di ognuna a portato con sé qualcosa. Non ha mai disprezzato nessun tipo di musica, ha collaborato da Gerry Mulligan a  Mina, da  Manu Chao a Franco Battiato. Una simbiosi  però si era creata con il grandissimo Astor Piazzola nella composizione che ha segnato il passaggio  del maestro verso la rivoluzione del “ Tango Nuevo”. Lei fa parte di questo storico passaggio della musica argentina, cosa ricorda di questa collaborazione? Come ha fatto a passare dalla collaborazione con il  maestro argentino a quella con  Gigi D’alessio?
«Con Astor Piazzola è stata una cosa meravigliosa, abbiamo inventato assieme “ Libertango” pezzo che abbiamo suonato in tutto il mondo. Da questo rapporto, mi rimane  la grande musica, la nostalgia, le pagine musicali, affrontare un’orchestra con tanti violini. Queste cose restano dentro, te le porti come bagaglio personale. Non bisogna mai disprezzare niente, mai essere settari con la musica, bisogna conoscere tutta la musica se si vuole fare questa professione, ecco perché si studia. Io ho suonato con tutti anche con l’orchestra di liscio, quando arrivai a Milano con gli occhi pieni di speranza e gli occhi di tigre per portare qualcosa a casa, avevo scelto la musica come mia passione, perché solo con lei sono in perfetta simbiosi.»   
Spesso ha detto che i suoi natali di strada le hanno concesso di essere libero. Il mondo dello spettacolo e della musica spesso però ha dei padroni. Come ha fatto a resistere ai compromessi?
«Libero e la mia musica è senza padroni. Ho resistito rinunciando. Ho dovuto chiudere delle porte molto importanti,sono contento così perché sto bene. Non è un problema della musica ma di certi artisti. Sono contento di quello che ho fatto, senza chiedere niente a nessuno e senza compromessi.»
Maestro, Brienza l’attende con ansia . Con cosa farà emozionare il pubblico lucano e burgentino?
«Questo è uno spettacolo straordinario, racchiude un po’ tutta la mia storia, grandi ritmi, brani celebri, ci potrebbe essere Carl Orff in un brano straordinario di  “Carmina Burana”. Ci saranno i miei successi, da “ Andamento Lento “ a “E fatto 'e sorde”, il mio spettacolo si chiama “ Around the world …andamento lento”. A Brienza mi immagino un pubblico bello che  ha voglia di me, guai se non fosse così. Non vedo l’ora di essere lì con voi a Brienza e vi aspetto belli carichi sotto il palco.  Un abbraccio a tutti “wuajù”.»
Cosa è per lei la Bellezza?
 E’ qualcosa di interno, difficile da trovare ma è un grande tesoro una ricchezza. 

3 commenti:

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