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martedì 15 maggio 2012

Erica Mou, la voce delle emozioni

da "Il quotidiano della Basilicata"


Erica Mou, la voce delle emozioni



di Francesco Altavista 




Tito – Capita a volte che qualcosa di meraviglioso entri in un auditorium come quello del centro per la creatività “ Cecilia” di Tito, sabato scorso nell’ultimo appuntamento del festival “ If 6 was 9” . Capita che i propri pensieri si intreccino uno con l’altro solo per creare una corda abbastanza resistente per  legare quell’esistenza a se stessi, per portarla sempre con sé per impregnarsi di odori, di profumo unico e d’essenza. In queste situazioni si cerca sempre un’armonia giusta in testa, se poi la musica viene dal palco  dove c’è Erica Mou allora si è all’apoteosi della passione artistica, dove ogni secondo, ogni istante è da incastonare per sempre nella memoria.  L’ultimo concerto della rassegna organizzata dall’associazione “ Multietnica”, è polvere preziosa dalla luminosità illimitata che l’ottimo gusto degli organizzatori ha offerto al suo pubblico. Poco importa se poi troppe sedie dell’auditorium erano vuote, la pochezza emozionale della scelta giovanile, di quelli che hanno preferito fare altro, ha reso lo spettacolo molto intimo , con un rapporto quasi affettuoso  con l’artista sul palcoscenico.  Erica parte come previsto,  alle dieci e mezza , con lei sul palco c’è un musicista  di livello internazionale  Majiker anche arrangiatore dell’album della cantatrice di Bisceglie in vendita tra l’altro all’ingresso della sala.  Un pianoforte a mezza coda , la loop macine , la chitarra e una cassa nera adibita a tavolino con sopra diversi oggetti, così si presenta l’intima  scena , quando Erica parte con la bellissima "Harem". Il pezzo, come diversi nella scaletta,  è praticamente arrangiato  dal vivo con l’ausilio della “Loop”, con il maestro Majiker che trasforma gli oggetti del tavolino in portatori di suono ed emozione e con  le escursioni melodiche della voce di Erica .  Il tempo di un brano e la cantautrice pugliese, ha già bruciato i pensieri del pubblico, con il quale scherza, parla, racconta  la sua arte sempre con una dolcezza che si stenta a definire umana e più vicina a quella di un angelo di un paradiso terreno e aulico allo stesso tempo. Il secondo pezzo è la straordinaria “ Oltre” ,  metafore di matrice quasi “rimbaudiana “ , che ti trasportano come avrebbe detto il poeta francese “altrove”.  “ Vorrei dirti un sacco di cose”  provoca un applauso che crea un dolcissimo imbarazzo in Erica e il suo grazie diventa un suono celestiale. Il sound della cantautrice è davvero poco italiano, si ha la consapevolezza che si sta assistendo non solo a qualcosa di unico  ma anche alla nascita di una stella. Mescolare insieme  vicende apparentemente banali come per esempio i “ talloni screpolati” a versi dell’Iliade è qualcosa di prodigiosamente idilliaco; Erica dimostra al pubblico sì ingenuità ma anche una consapevolezza intellettuale che affascina più della sua dolcezza.  Dopo “ Epica” arriva la surrealista “  Vivere sul tuo collo” , ironia e sensuale Erica crea il suo quadro del mondo e lo fa con sangue e cuore. Sembra di vivere una sogno, un romanzo , come essere  nella rete dorata  di  “Remedios la Bella” che il genio Marquez  scrive nel suo “ Cento anni di solitudine”. Erica guarda il suo pubblico, i suo occhi riconoscono l’intimo di ciascuno. “ Nella vasca da bagno del tempo” pezzo sanremese, incanta come fa una dea che balla sulle nuvole. “ La neve sul mare” e “ E’”  e “ Torniamo a casa”  chiudono dopo appena un’ora il concerto. Poi Erica torna due volte, stacca prima la chitarra poi il pianoforte dall’amplificazione e si siede sul bordo del palcoscenico. Canta due cover con un’umiltà colta :“ L’edera”  e “ Una furtiva lacrima”. Regala al pubblico un inedito indimenticabile “ Sincronia” , poi saluta tutti con “Tè”.  Un concerto che indistruttibile avvelena la cute, che dolce , passionale, ingenuo e aulico  come Erica  accarezza catturando le dita come si fa tra innamorati e trascende   in un atto d’amore vero e proprio, uno di quell’agire  che da soli a casa, prima di assopirsi fa inondare i visi di lacrime di Bellezza.   

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