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lunedì 4 gennaio 2010

Domenico Gaito ambasciatore ORVAL

da " Il quotidiano della Basilicata"

Il giovane di Sasso di Castalda è il 350° ambasciatore nel mondo a ricevere il riconoscimento
Domenico ambasciatore della Birra ORVAL

di Francesco Altavista


Sasso di castalda - La Basilicata, regione votata naturalmente alla Bellezza, è un luogo di contraddizione, dove per molti è impossibile esprimersi con la propria arte o con il lavoro, non è il caso di Domenico Gaito di Sasso di castalda. Il giovane sassese a soli 36 anni, è stato dichiarato il 350° ambasciatore mondiale della Birra Orval, candidato dall’ambasciatore italiano della birra belga, il signor Cesare Assolari, in un grande rituale –festa dal 8 al 10 dicembre nella suggestiva abazia dei monaci Orval al sud della Vallonia in Belgio. Una grande onorificenza per Domenico Gaito che certifica non solo il suo amore e la sua passione, ma anche una vera è propria arte che consiste nel apprezzare la Birra. Apprezzare significa anche conoscere la sua tradizione, saperla servire, saper cercare quelle proprietà non visibili a primo impatto e coniugarle con le proprie esperienze e la propria forza, un po’ come fa un pittore per i suoi quadri o un poeta per i suoi scritti. Un titolo, arrivato dopo un attento esame al locale e al modo di far degustare la birra che nella Basilicata dei conflitti ha un peso maggiore, soprattutto se si viene da un paesino come Sasso di Castalda o come tanti altri, dove bere significa ubriacarsi. Domenico Gaito è l’unico lucano ad aver ricevuto questo titolo ed è uno dei soli nove ambasciatori in tutto il sud Italia, il solo che possiede un locale non vicino a grossi centri quali Napoli o Bari. La Birreria Orval è una delle sole nove che segue in Belgio alla perfezione la tradizione antica. L’abazia è stata fondata da due monaci calabresi dell’ordine dei Cistercensi (seguono la regola benedettina) nel 1074; il mastro birraio è un monaco ed è il solo insieme agli altri sette monaci a sapere la ricetta e i modi di preparazione ma anche il tipo di coltivazione degli ingredienti che si tramandano solo all’interno dell’abazia infatti i religiosi non hanno alcun contatto con persone esterne, solo un fratello designato può avere rapporti con l’esterno e si avvalgono dell’aiuto di laici, come operari e operatori di marketing. Domenico Gaito ci spiega che queste birrerie fanno un accurato studio sulle falde acquifere e in nessun modo queste devono essere inquinate. I monaci Orval sono riusciti a valutare la loro Bellezza e la loro tradizione, con un rispetto devoto all’ambiente, il tutto fuori dai meccanismi commerciali delle multinazionali, anche per questo motivo non risentono della crisi mondiale. “ Sono stati bravi ad elogiare le loro tradizioni, fanno quel prodotto e sanno che vale , hanno conciliato tradizione, cura esasperata del prodotto e soprattutto il saper valutare” ci spiega Domenico Gaito. Non solo degustazioni per quest’ultimo che spesso si intrattiene con i propri clienti in veri e propri mini seminari sul Birra, dove ci si ubriaca di conoscenza e cultura; è un esperto, un artista della degustazione, un saggio della birra, un esempio lucano consapevole che porta conoscenza ed esempio di culture che hanno superato i conflitti che in Basilicata sembrano insormontabili. Le sue discussioni sulle tradizioni birraie si sposano a degustazioni che si concludono spesso con una frase dei monaci che a Gaito piace particolarmente “ Una birra fatta con sapienza si beve con saggezza “

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Good point, though sometimes it's hard to arrive to definite conclusions

Anonimo ha detto...

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