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martedì 20 agosto 2013

Stefano " Cisco" Belotti, Indietro Popolo a Ferrandina, intervista integrale


A Ferrandina si ballerà con Cisco Belotti 




Ferrandina -   Questa sera a partire dalle 18, prenderà il via “ Arthing VII – giornata dell’arte e della creatività” nel chiostro di San Domenico a Ferrandina.  L’arte sboccia  nella collina ferrandinese con i suoi mille colori, dai laboratori, alla fotografia , ai libri con particolare attenzione ai più giovani. Tema di quest’anno “Back to the Future” : “rivalutare l'esperienza della tradizione che ci lega alle nostre origini in chiave post-contemporanea”, scrivono gli organizzatori che sono: l’associazione “ Pensiero Attivo” e “Linea Gotica Circolo Arci “  in collaborazione con il Comune di Ferrandina e la Provincia di Matera. A concludere questa splendida giornata  a partire dalle 22, il concerto di Stefano “ Cisco “ Belotti”.L’ ex frontman del Modena City Ramblers porterà a Ferrandina il suo tour dal titolo “ Indietro Popolo”. In anteprima con la sua solita gentilezza Cisco si concede a “ Il quotidiano della Basilicata” per un’intervista.
Cisco, “ Indietro popolo”  perché?
«Indietro popolo è una sorta di viaggio all’indietro nel tempo. Mi sono accorto l’anno scorso che erano venti anni che giravo per concerti l’Italia. Ho messo in piedi questo spettacolo che dal titolo vuole ripercorrere venti anni di live, di impegno, di storie e di viaggi. Parte dalle ultime cose scritte, dai miei lavori da solista per poi andare piano indietro fino all’inizio, al fatidico 1992 quando tutto partì con i Modena City Ramblers. Indietro Popolo è un titolo anche per prendersi in giro, riflettendo sulle mille occasioni perse della sinistra italiana  di attuare quei grandi cambiamenti che il Paese ha sempre chiesto».
Il fatto che tu oggi possa cantare le canzoni scritte con i Modena, vuol dire che finalmente sei riuscito a toglierti  di dosso  il vestito dell’ex frontman?
 «Sì, un po’ è così.  Questo spettacolo poi mi è servito anche a far pace con alcuni pezzi. Era un passato ingombrante, c’erano canzoni con le quali avevo litigato. Rifare  delle canzoni che non facevo più da anni mi è servito proprio a mettermi in pari con quel pezzo di storia che sento mio e a cui sento di appartenere,  sentendolo però  come passato».
 Come è stato per te risuonare con i Modena  nel concerto per l’Emilia?
«E’ stata un’emozione. Non salivamo sul palco insieme da diversi anni. Mi ha emozionato tantissimo rivedere  alcuni miei  compagni di viaggio. C’era poi l’emozione del gesto di quello che stavamo facendo e dove lo stavamo facendo. Noi abbiamo detto presenti a questa chiamata. Io ero tra l’altro nello stadio in cui sono cresciuto come tifoso, lo stadio del mio Bologna».
Canterai anche  “ Bella ciao”, pezzo che chiude ancora oggi il live dei Modena. E’ uno di quei pezzi con i quali hai litigato?
« E’ un pezzo con il quale in parte ho litigato. Non per la canzone, per l’abuso che si è fatto del pezzo di molti gruppi italiani. Io ad un certo punto ho detto basta, “Bella ciao” deve tornare alla gente e al popolo. Avevo deciso di non proporla più nei miei spettacoli. Ma non sarebbe  stato onesto e artisticamente giusto fare indietro popolo senza “ Bella ciao”. Quest’ultima è la canzone più importante della mia vita. Per me “ Bella ciao”  va oltre la musica. E’ la bandiera della mia famiglia, è la canzone con la quale seppellivamo i miei parenti. Ha un significato quindi per me molto profondo e personale».
Tra le canzoni della tua scaletta, c’è anche “ Contessa” che i Modena non cantano più….
«E’ una canzone con la quale ho avuto sempre un rapporto di amore ed odio, non mi ha mai rappresentato a pieno per certe cose che diceva. Gli anni e la distanza  sono riusciti  a mettere a fuoco quella che è semplicemente una canzone di un periodo storico che va riproposto in uno spettacolo come “ Indietro popolo”.   Quella canzone lì era diventata più famosa di noi ma soprattutto più estremista di noi e quindi ho dovuto prendere il mio tempo per metabolizzarla  e capire che è un pezzo del mio passato e va presa come tale».
Ricanterai anche  “ Cento anni di Solitudine” di un album incredibile e forse il più letterario dei Modena “ Terra e Libertà”. Cosa ci puoi raccontare di quell’album incredibile?
«E’ stato un album sofferto, su cui io ho creduto tantissimo ed  stato  un disco  su cui ho buttato sangue, lacrime ed anni della mia vita. E’ un album che doveva segnare una sorta di cambiamento del suono Modena in quegli anni e io ci sono molto legato. Non nascondo che attraverso la realizzazione di questo disco si sono incrinati anche molti rapporti nel gruppo.  Proprio perché è stato un album difficile e intellettualmente impegnativo, mi sento di dire  non siamo usciti vivi da quel disco però ne sono fiero. Credo sia l’album più importante della nostra carriera insieme al primo. Ho un unico rammarico, volevo registrare il disco  a parti separate perché era molto più difficile degli altri e invece lo registrammo alla vecchia maniera tutti insieme».
Da quanto tu la prima volta sei salito sul palco ubriaco a cantare con i Modena cosa è cambiato a livello politico?
«A livello politico la situazione è peggiorata nettamente. Le famose  occasioni perse  di cui ti parlavo, non abbiamo sfruttato e la politica ne ha approfittato. La qualità si è abbassata. Siamo arrivati a rimpiangere la prima Repubblica , per me non è così, ma in giro ho sentito questo, significa che al peggio non c’è mai fine. L’eredità famosa del signor B.   lascerà anni duri a
questo paese, quelli che stiamo passando e quelli che ancora purtroppo dobbiamo passare».
Nel tuo ultimo disco di inediti “ Fuori i secondi” c’è un pezzo dedicato ad Augusto Daolio dei Nomadi. Quando i Nomadi hanno cambiato di nuovo frontman si parlava proprio di te in sostituzione. Quanto è vera questa storia e quanto sei legato ad Augusto?
 «Sono girati articoli sui giornali ma non sarebbe mai accaduto che io fossi diventato il cantante dei Nomadi, ognuno ha la propria via e la propria strada da percorrere, con tanto di rispetto per i Nomadi per quello che hanno fatto e che fanno. Molta gente mi ha accumunato negli anni ad Augusto per il mio modo di essere, ma io non l’ho mai incontrato di persona. Augusto per uno che vive  vicino a Novellara rappresenta un’icona che a distanza di anni è un’immagine ancora viva di un artista a tutto tondo. Vivendo vicino alla sua città oggi respiri ancora la persona Augusto e quindi mi è venuta voglia di scrivere un omaggio ad un cantante che sembra sempre che manchi, indimenticabile per come sapeva dire le cose, per come lui sapeva scoprire gli ipocriti».   Concludiamo. Cose è per te la Bellezza?
 «La Bellezza per me è il sorridere, l’essere soddisfatti di quello che si fa».
  
      
     


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