Magic People show con Andrea Renzi
di Francesco Altavista
Matera – « Leo de
Berardinis, una volta mi disse: ricordati che le vie del teatro sono infinite.
Non ho mai dimenticato questa massima. Un misto di ironia e saggezza. In teatro
mai precludersi delle possibilità e mai tracciare confini troppo rigidi.” E’ un ricordo che il
grande attore Andrea Renzi colonna
portante del famoso gruppo teatrale napoletano “ Teatri Uniti”, regala
a “ Il quotidiano della Basilicata” insieme ad un’intervista. Quest’ultima
concessa in anteprima rispetto all’incontro di sabato mattina con Angelo
Curti presidente di “ Teatri Uniti” alle
ore 12 presso
la “Boutique” di Anna Tota ( in questa occasione saranno presentati la trilogia
di “Teatri Uniti” e il progetto “Retrovisioni
Teatrali”) e ai due spettacoli della
sezione “ Napoli a Matera” della “rassegna teatrale 2012-2013” entrambi realizzati e prodotti da “ Teatri Uniti” , in scena al teatro “Duni” : “ Magic People
Show”, l’8 dicembre alle 21 pièce che vedrà Renzi nel cast degli attori e “ Chiove “ il 9
dicembre alle 17:30.
Maestro, “Magic
People Show” è il primo spettacolo di una trilogia messa in scena proprio per
festeggiare i 25 anni di “ Teatri Uniti”.
Come nacque questo spettacolo ?
« Nacque dall’incontro felice con lo scrittore Giuseppe
Montesano. Abbiamo verificato in una lettura pubblica del suo libro come questo
condominio napoletano, raccontato nell’opera, fosse costruito soprattutto sulle
voci: non ci sono nel testo letterario
descrizioni degli ambienti e dei personaggi, tutto prende vita da dialoghi e
quindi il testo aveva un grande senso
teatrale. Abbiamo avuto poi accesso a
tutti i materiali editi e inediti di questo lavoro e da questo è partita la parte di cui indegnamente ci
siamo presi la responsabilità, cioè la messa in scena teatrale.»
In questa pièce si
parla dell’involgarimento della società a favore del consumo. Non è imputabile solo alla Televisione ma comunque questo mezzo è una
cattiva maestra come diceva Popper . A questo proposito perché un attore del
suo livello, un attore di teatro si è sporcato di televisione?
«Diciamo che per me è stata un’esperienza che fino ad un
certo punto del mio percorso non ho voluto fare. Quando però mi sono sentito sicuro fino in fondo dei miei
mezzi e con una storia sufficientemente forte alle spalle per poter affrontare anche un genere popolare
come la televisione, mi ci sono
misurato. E’ stata un’esperienza lavorativa molto divertente che mi ha
arricchito moltissimo; intanto perché mi ha fatto incontrare con un tipo di
spettatore che ahimè, non frequenta i teatri e questo è stato un incontro
proficuo. Un misurarmi che mi ha anche
aiutato a scendere un po’ dal piedistallo della cultura. In passato avevo
peccato un po’ di superbia; nel mio
percorso un pizzico di snobismo c’era e invece non esiste motivo per
precludersi l’incontro con un prodotto più popolare. Tanto più che io credo
siano universi paralleli. Le cose
più interessanti sono quelle che
riescono ad abbattere gli steccati. “Distretto di Polizia “ è un prodotto
televisivo che ha avuto tra i suoi sostenitori anche Moretti ed Eco, è riuscito quindi ad abbattere degli steccati. Non bisogna
vergognarsi mai di lavorare, il lavoro ha una sua dimensione materiale ed
artigianale. Io sono convinto che il mio sia un lavoro più che d’artista, da
artigiano.»
Torniamo al teatro. Lei
ha lavorato con tutti i registi fondatori di “ Teatri Uniti”, come si può
sintetizzare il senso e la missione di questo gruppo?
«Festeggiamo il 25esimo anno e quindi siamo pieni di
orgoglio e soddisfazione, ma sappiamo anche riconoscere delle fasi molto
diverse del nostro lavoro. Credo che il nostro nome resti legato alla fase
della fondazione: è stato un momento in
cui abbiamo proposto, partendo dalla concretezza del lavoro nella nostra città
Napoli, una casa in cui si potevano incontrare registi , attori, musicisti provenienti
da percorsi diversi. Questo resta secondo me tutt'oggi il paradigma più
significativo del lavoro di “ Teatri Uniti”.»
Un incontro, grazie
agli organizzatori della rassegna c’è anche tra Napoli e Matera. La Città dei
Sassi cosa può imparare idealmente, nell’ottica di capitale europea della
cultura da Napoli?
«A Matera sono stato diverse volte e sono contento di
ritornarci con “ Magic People” e con “ Teatri Uniti “. So di questa candidatura
e sarebbe secondo me interessante che intorno a Matera si raccogliessero le
forze migliori di tutto il sud dell’ Italia. Sarebbe un segnale potente per il nostro “Mezzogiorno”. Purtroppo il
nostro Paese ancora non ha messo a fuoco quali possibilità e prospettive si
aprono nel momento in cui si dovesse riuscire a rilanciare con forza quella che
è da sempre la caratteristica dell’Italia: essere il paese della bellezza. Io
credo che non è un caso che “ Teatri Uniti” sia nato a Napoli, è una città
d’incontro, di porto, attraversata da dominazioni geograficamente lontane tra
di loro, è una città di contaminazioni. Matera che è proprio geograficamente
così diversa, città dell’entroterra con una cultura misteriosa che ha
affascinato perfino chi ha letto i
nostri anni come Pasolini, potrebbe prendere da Napoli questo senso dell’apertura
e della contaminazione, quella propria di una città martoriata ma pur sempre
una grande capitale del mediterraneo.»
Lei ha recitato registi,
promesse del cinema italiano. Si può
pensare che come ha fatto Martone, un
giorno lei lasci il teatro e “ Teatri Uniti” per il cinema?
«Mi è capitato di rimanere lontano dal palcoscenico per
quasi due anni, spero non mi ricapiti più. Non riesco a farne a meno. Mi piace
dedicarmi al teatro anche in regia quindi non solo recitando. Sono un artigiano
teatrale e nessun artigiano lascia la
sua disciplina per troppo tempo. Io delle volte penso ad un attore supremo come
Marcello Mastroianni, si è formato nel
teatro ed ha voluto prima di lasciarci, tornare al palcoscenico teatrale. Noi
abbiamo la straordinaria possibilità di
vivere le emozioni del nostro campo, cioè il palcoscenico e quando si provano,
rinunciarvi è difficile.»
Cosa è la Bellezza?
«La Bellezza è la vita. Spero di essermela cavata.»
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