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mercoledì 29 febbraio 2012

Sorelle d'Italia : intervista Isa Danieli

da "Il quotidiano della Basilicata"

Isa da Eduardo all'Avanspettacolo Fondamentalista

di Francesco Altavista 

Matera –  Nella stagione teatrale “ Matera 2011- 2012”  si è arrivati al terzo appuntamento della sezione “ Teatro e musica”. Aveva cominciato Sergio Rubini, poi Giovanna Marini  e sabato prossimo a partire dalle ore 21:00 al teatro “ Duni” di Matera sarà la volta di altri  due grandi nomi dello spettacolo Veronica Pivetti  e Isa Danieli con la pièce “ Sorelle d’Italia- Avanspettacolo  fondamentalista”. E’ un’opera del bravo  Roberto Buffagni, una commedia musicale  che analizza il nord e il sud nel 150esimo dell’Unità d’Italia  e prospettandosi il futuro del 200esimo con la faccia e la voce di due grandi attrici, una del settentrione e una del profondo meridione, con la musica dal vivo eseguita da cinque musicisti sotto la direzione di  Alessandro Nidi. In anteprima  ascoltiamo in un’intervista la grandissima Isa Danieli.
 “ Sorelle d’Italia “ è uno spettacolo teatrale – musicale  ironico, divertente ma anche molto complesso.  Come si è affacciata un’attrice con la sua carriera a questo spettacolo?
E’ uno spettacolo molto divertente che rivive i 150 anni dell’Unità d’Italia. E’ un confronto molto divertente. Ci sono momenti  comici e momenti di canzoni bellissime, dove queste due “sgallettate” si ritrovano  a dover recitare un testo che non gli piace, in un teatro che non si sa dove è.  Ci sono litigi, momenti di tenerezza per arrivare poi  al secondo tempo che è tutta una sorpresa, perché si esce fuori da quella che è l’epoca in cui si vive.
Sicuramente però è stato un esperimento, mettere insieme due attrici con una storia personale così diversa. L’esperimento è riuscito e in che termini?
E’ un bel esperimento mettere insieme due attrici così lontane dalle loro tradizioni, ma così vicine sul palcoscenico. Effettivamente abbiamo avuto esperienze molto diverse, lei ha fatto  meno teatro di me, però è  in gamba, grande presenza scenica, una persona che sa recitare ed è una cosa molto importante. Ci siamo trovate molto bene, secondo me l’esperimento è riuscito benissimo.
Si è confrontata, come fa spesso con un testo non classico ma nuovo. Lei che fa parte della tradizione del teatro, cosa pensa dei nuovi autori e di come reagisce il pubblico al nuovo?
Il pubblico è stato bravo ad avvicinarsi alla nuova drammaturgia che io porto avanti da parecchio tempo. E’ una cosa molto importate a cui il pubblico si è avvicinato. Gli autori ci sono, sono gli attori che devono portare avanti questa voce, questa è la cosa più importante, con tutto il rispetto per i classici, ma il nuovo è importante , si rischia poi di rimanere fermi.  Io mi sento nella possibilità di dire che bisogna andare avanti e mettere i giovani insieme ad attori che hanno un nome. Ci vuole un nome per portare avanti la nuova drammaturgia.
Nel 2004 lei vince il premio Ubu con “Filomena Martorano”. Una donna forte, una donna del sud. Lei è di Napoli ed a Matera metterà in scena una donna del sud. Che tipo di donna è lei e  che idea di  femminilità del sud  vuole dare al pubblico?
La figura della donna del sud ha tante sfaccettature, può essere forte, può essere debole  dipende da come conduce la sua vita, come qualsiasi donna. Per come mi sento io, mi sento una donna forte, perché nella mia vita sono dovuta  andare avanti da sola, tutto quello che ho fatto  l’ho fatto con grandi sacrifici e senza compromessi, ho cercato di andare avanti nella verità di quello che credevo. Continuo a fare così nonostante i miei 74 anni suonati. Voglio dare al pubblico  l’immagine della donna forte che va avanti da sola e che sa vincere.
A proposito di donne del sud, lei ha lavorato nel cinema di successo con Lina Wertmuller, una regista molto vicina alla Basilicata.  Cosa ci può raccontare della collaborazione con la Wertmuller? Conosce la Basilicata?
Intanto spesso sono venuta in Basilicata a lavorare.  Ho un ricordo bellissimo legato a Maratea. Vinsi un premio dove presentava  addirittura Vittorio Gassman, fu lui che mi invitò. Feci un monologo del “ Ferdinando “ di Annibale Ruccello, ho un ricordo bellissimo. Lina l’ho conosciuta dopo che aveva fatto il film in Basilicata. E’ una donna straordinaria, una regista incredibile che mi ha dato tanto.
Lei si definisce una figlia d’amore. Praticamente lei è nata in un teatro come il grande Eduardo.  Con questo grande artista lei è stata molto legata da quando aveva 14 anni, tanto che l’ha portata con sé nell’esperienza al “ Piccolo” di Milano come aiuto regia. Cosa ci può dire dell’esperienza milanese sua con  Eduardo ?
Con Eduardo ho iniziato ragazzina, è stato un incontro determinante per me. A Milano aiutavo Eduardo in maniera tecnica, per quanto riguarda la recitazione era solo Eduardo e basta. Io la regista non la farò mai, perché io li voglio incontrare i registi, perché può far uscire dall’attrice più di quanto possa immaginare. Quella fu un’esperienza bella, conobbi diversi attori, Franco Parenti,Ombretta Colli e di conseguenza Gaber. Mi sono divertita molto.
Lei lasciò la compagnia di Eduardo Defilippo per fare avanspettacolo, poi è tornata da attrice indipendente, ha  lavorato con Nino Taranto e tanti altri grandi tra cui Strehler. Cosa ha significato per lei l’avanspettacolo? Perché ha scelto la precarietà artistica alla sicurezza di questi grandi registi?
 Volevo andare avanti, non volevo rimanere chiusa in una gabbia se pur dorata. Ho lavorato in giro facendo cose diverse, ho fatto  con Strehler cose che con Eduardo non avrei fatto e così via. L’avanspettacolo era una fucina, che insegnava molto, movimento scenico, canto, ballo. Queste sono tutte cose che io ho appreso andando via da Eduardo, ho pensato pur essendo giovane di voler imparare altro, anche a costo di sacrifici. Tanti attori dovrebbero fare avanspettacolo, purtroppo non si fa più, ma si imparava molto.
Concludiamo. Cosa è la Bellezza?
 La Bellezza è un panorama che posso vedere  alla mia finestra.        


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