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martedì 3 maggio 2011

Mezzo uomo e mezzo istrione:Intervista a Massimo Ranieri

da " Il quotidiano della Basilicata"







L'istrione Ranieri con il suo recital a Policoro




di Francesco Altavista

Policoro – “Io sono un istrione”; forse solo con questo verso della canzone “ L’istrione “ di Charles Aznavour si può definire in modo sintetico ma straordinariamente completo il grande Massimo Ranieri. Il prossimo primo maggio sarà a Policoro nell’impianto sportivo “Pala Ercole” con il recital da cinquecento repliche “ Canto perché non so nuotare… da 40 anni”. Un appuntamento imperdibile con un mito dell’arte italiana, uno di quei miti che se si fosse nella gloriosa epoca dei filosofi e teorici dell’ ” Homo Sapiens” meriterebbe un poema epico: l’essere mezzo uomo e mezzo istrione. Il recital che presenterà a Policoro, in contemporanea con la manifestazione di Telethon, è costruito su aneddoti e ricordi d’infanzia dell’artista napoletano che porteranno il pubblico a riassaporare l’aria dell’”Italia povera con el scarpe lucide”. Particolarità della pièce è sicuramente la composizione dell’orchestra e del corpo di ballo, tutto composto da donne. Per firmare la scenografia e regia, Massimo Ranieri ha chiamato i migliori collaboratori artistici del panorama teatrale italiano. Gualtiero Peirce, co-autore dello spettacolo Maurizio Fabretti light designer, Franco Miseria coreografo e Giovanni Ciacci costumista. Giovanni Calone questo il nome di Ranieri quando nasceva il 3 maggio del 1951 in via Palonetto 41 a Napoli, quinto di otto figli. Ha vissuto i momenti più duri di una famiglia numerosa e povera, cantava per guadagnare e perché a differenza degli altri non sapeva nuotare ( da qui il titolo della pièce), poi ad appena 16 anni accompagna Sergio Bruni in una tournèe negli Stati Uniti con lo pseudonimo di Gianni Rock. Solo nel 1968 comincerà a chiamarsi Massimo Ranieri cantando: “ L’amore è una cosa meravigliosa”.Nel 1970 comincia a vincere premi come attore e nel film “ La Sciantosa” è sulla scena con la grandissima Anna Magnani. La sua carriera artistica ha una svolta nel 1980 incontra il suo grande maestro Giorgio Strehler. Il grande regista triestino completa la perfezione artistica di Ranieri che dopo aver saggiato la vita dura della povertà ora vede la fatica del teatro e del lavoro sul corpo e diventa esperto di arti circensi, mimo e ballerino di tip tap.Nel 1988 vince il festival di Sanremo con “ Perdere l’amore” , il suo pezzo più conosciuto. Un carriera incredibile, cinema , teatro , musica e tanto altro: a poche ore dal concerto Massimo Ranieri si concede per per una breve intervista per “Il quotidiano della Basilicata”
Maestro con questo spettacolo ha voluto fare un omaggio alla sfera femminile. Secondo lei quale è la figura della donna oggi e di risposta quale è quella dell’uomo?
La figura della donna è molto più presente ed ha riscoperto quel ruolo che in tempi passati l’era stato sottratto anche violentemente. L’uomo in questo ha sicuramente perso posizioni. Questo spettacolo mette in luce una figura della donna protagonista nella vita in genere ma in modo particolare nella mia. Il futuro è donna.
Lei continua a ricercare sempre nuove fatiche nel teatro e nello spettacolo. Dopo la fama perchè continuare a mettersi in discussione? Cosa è il successo?
Nella mia vita non ho mai comprato pantofole ma solo scarpe da ginnastica. Il successo per me quindi è quasi un grido che ti scuote, ti porta sempre a correre e perfezionarti e che non ti permette di fermarti.
Giorgio Strehler è uno dei suoi maestri. Ha certamente familiarità con il concetto di “corpo senza organi. Quel è il suo rapporto quando si parla di teatro con il suo corpo? Quando un uomo diventa artista?
Io personalmente alla corpo ho sempre anteposto lo spirito, l’anima , l’emozione. Gli insegnamenti di Giorgio Strehler e di altri autori mi hanno accompagnato e sostenuto per anni. Artista non si diventa. Si è sempre operai dello spettacolo e io mi reputo tale.
Ha portato il grande teatro di Eduardo in prima serata su Rai Uno, il 4 maggio ci sarà “ Napoli milionaria”.




Dopo la prima sera cosa secondo lei ha funzionato bene nell’esperimento in italiano e cosa invece non è stato capito?Una curiosità : E’ vero che al primo incontro con Eduardo lei è stato sgridato?
La fortuna ed il successo di Eduardo De Filippo aldilà del grande maestro che è , è che dalle alpi alla Sicilia tutti sono potuti entrare nell’animo di Filumena, una Medea al contrario. Qualcuno ha parlato di tradimento ma Luca, mi ha detto che la Rai , nel 1962, registrò una versione di Filumena, chiedendogli di italianizzarla un po’. Lui accettò senza problemi. Quindi nessun tradimento. Si è vero mi sgridò. Era 1981 , al Piccolo Teatro stavo provando con Giorgio Strehler. Eduardo mi disse “Perché lei non vuole lavorare con me?”. Io dopo che trovai la forza di rispondere dissi “Non è vero Maestro. Io sogno di lavorare con voi notte e giorno”. “Vabbuò” replicò lui. E se ne andò”.
Maestro, per lei cosa è la Bellezza?
La Bellezza è la Bellezza, non si può definire in altro modo. Ognuno di noi deve avere una sua idea di Bellezza.

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