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giovedì 14 maggio 2009

Intervista a Samuele Bersani


Musica : Intervista a Samuele Bersani

(Dal Il quotidiano della Basilicata Domenica 16 settembre 2007 )

di Francesco Altavista




Brienza – Per la festa del SS Crocifisso a Brienza, sono state organizzate diverse iniziative sia religiose che civili. Il tutto culminerà questa sera con il concerto del cantautore , Samuele Bersani. Prima del concerto il cantautore di cattolica svela a “ Il quotidiano della Basilicata” alcune sfumature della sua ultima fatica musicale “ Aldiquà” e sulla sua vita artistica in generale.
Dopo i primi album che le hanno dato popolarità soprattutto tra gli adolescenti , ha voluto fare una piccola svolta artistica , con il nuovo album “ Aldiquà” , parlando di temi molto forti come pacifismo e precariato. L’album rappresenta una svolta reale ?
In realtà non mi occupo nell’album solo di temi sociali. Io ho cominciato a 21 anni, era ovvio parlare di temi della mia età, raccontare storie che fin lì avevo vissuto. Il fenomeno materiale successivo è stato condizionato dalla volontà dei miei discografici, sfruttando questa posizione , mandandomi in televisione mi hanno indirizzato a quel pubblico lì. Oggi le dico la verità , quel pubblico è cresciuto insieme a me , davanti non ho più ragazzini, ma gente che ha circa la mia età , quaranta anni. E poi sorprendentemente ho un pubblico molto eterogeneo, dai figli dei vecchi fun a gente di 60-70 anni. Il nuovo album non è una vera svolta, ho sempre avuto nei miei pezzi temi sociali , sin dall’inizio come “il Mostro” e “Chicco spillo”(la cronaca di un fatto reale), poi ho scritto anche canzoni anche più leggere.” Aldiquà” è frutto di un periodo passato nella mia città natale Cattolica , che mi ha fatto molto bene , racconto la realtà ma anche un flusso di pensiero visto da miei punti di vista più intimi .
Nella canzone “ Occhiali Rotti” , fa un omaggio al giornalista Enzo Baldoni , ma compare anche una figura particolare , usata anche da Dante Alighieri nell’inferno , la metafora di Ulisse come simbolo del voler sapere .Oltre al pacifismo ha voluto esprimere anche voglia di conoscenza a discapito della vita ?
Sicuramente il pacifismo è un tema centrale , perché io sono un pacifista convinto, a partire dal fatto che non ho mai fatto a botte nella mia vita. Sono contro la guerra, per il non intervento , se non in casi straordinari con l’ONU. La canzone come ha detto è un omaggio a Enzo Baldoni , racconta quindi la storia di un reporter che purtroppo a perso la vita , per voler raccontare senza troppi filtri la realtà che vedeva in IRAQ. Ma il pezzo richiama ad una speranza diversa dalla conoscenza in sé . Il corpo di Baldoni non è sostato trovato . Io ho immaginato i suoi occhiali rotti ,persi sotto la sabbia , magari un giorno un giovane iracheno li trova e li mette sul naso , vedendo meglio la sua realtà, con una visione diversa . E’ un modo per ridare un futuro a quelli che vivono in quella terra.
La canzone più famosa dell’album è sicuramente “ Lo scrutatore non Votante”, scritta nel periodo delle elezioni, ma scritta oggi, potrebbe rappresentare un male della pratica del governo , raccontare la passività della gente rispetto ai politici ?
Il rischio di oggi è che se dovessi scrivere una canzone come questa , potrei intitolarla “ Il Cantautore non votante”. Io ho da sempre preso parte all’impegno di cittadino , ho usato i miei diritti e mi sono sempre sbalordito di fronte all’idea che qualcuno possa non andare a votare , per lasciare la situazione come sta .Da quando ho scritto la canzone ad oggi è cambiata molto la situazione, ho visto con i miei occhi alcune difficoltà della politica, oggi si parla di “ Antipolitica” , si legge su tutti i giornali, per opera di Beppe Grillo. Io però non credo che si possa fare a meno della politica, perché in realtà la politica sarebbe anche sana, significa preoccuparsi delle cose di tutti . Oggi però vediamo che i politici si limitano a d avere più potere e difficilmente vuole abbandonarlo. “ Lo scrutatore non votante” è una canzone particolare che parla dell’incoerenza, di una contraddizione forte di un mio amico incontrato a Cattolica , che ha fatto lo scrutatore ma non vota da dieci anni.
Nel suo album si parla anche di precariato( Canzone è Precariato sicuro), un precariato che coinvolge anche la vita personale del soggetto, ma perché parlare di precariato nell’ambiente della scuola?
Sono fiero di aver scritto questa canzone , forse è la canzone più bella che ho scritto da quando ho cominciato a fare questo mestiere, perché è una storia che si può anche solo leggere senza musica, quest’ultima a sua volta è ascoltabile a parte dalle parole. A me piaceva raccontare una storia dal punto di vista di un supplente precario, che ha una scadenza nel lavoro , ma anche nella vita privata non ha certezze, il precariato crea questo. E’ la fotografia di una generazione, che si trova un po’ a cavallo di tante cose , di una rivoluzione sociale . Io ho fatto sempre l’alunno , ma è passato quel tempo , ho voluto raccontare il punto di vista di chi insegna ed è burlato ed imitato dagli alunni. La canzone è nata prima dell’orrore della moda lanciata da You tube, dei video dei bulli. Ma , forse è brutto dirlo, anche se i bulli della canzone sono più educati, bisogna raccontare anche questo, con le canzoni cerco di dare una visone” cinematografica” generale ma anche di dettagli .
Lei è partito come un cantautore promettente oggi è una conferma che fa continuare a sognare tanta gente, per molti però la classe di cantautori è in crisi, lei è d’accordo ? la musica è in crisi?
Io credo che sia cominciato il tempo in cui se canti una canzone legata alla realtà , sei un cantautore impegnato,cioè in questi giorni suona quasi come un appesantimento, che porta altre problematiche alle già tante avvertite dalla gente. Io mi sento orgoglioso di fare il cantautore , io lo sognavo da bambino e non credo ci sia una crisi di questa classe. Basta aprire My Space sul web, e si vede che in Italia tutti vogliono fare i cantautori, il problema è che questi nuovi autori , finiscono per non comprare più dischi. Se Io sono stato un anno a comporre , ad inventare , a realizzare delle storie che forse nessuno aveva raccontato, e dopo un giorno dall’uscita del disco , c’è qualcuno che ha il mio lavoro gratuitamente, esiste un problema . Non è più vero che i dischi costano tanto, prima era così , erano pazzi a far costare un cd 23 euro, ma oggi è possibile scaricare canzoni con il sistema download a 0.99 centesimi a pezzo. Ma purtroppo l’Italia è il paese dei furbi, meglio avere gratis qualcosa che pagarla se pur poco. Io non faccio il cantautore per soldi, ho da sempre voluto raccogliere quello che seminavo, e raccolgo molto, c’è sempre tanta gente ai concerti anche se ho voluto fare una strada alternativa alla televisione, ma fare un disco costa molto e molti si danno purtroppo alle suonerie.

1 commento:

anareis ha detto...

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