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martedì 12 maggio 2009

Intervista a Maurizio Casagrande



Intervista esclusiva a Maurizio Casagrande






Il Teatro secondo Maurizio Casagrande Casagrande e il teatro a ritmo di batteria

di Francesco Altavista

Un nuovo progetto teatrale per Maurizio Casagrande, " io speriamo che me la cavo" è uno spettacolo innovativo e particolare, l'attore partenopeo si è cimentato , abbandonando la storica amicizia professionale con Vincenzo Salemme, in un teatro comico dal sapore amaro, dalle risate interrotte da riflessioni malinconiche. Con peculiare gentilezza Maurizio Casagrande si presa ad una chiacchierata tra amici.
Come mai, Maurizio Casagrande ha deciso di fare uno spettacolo innovativo e particolare come " Io speriamo che me la cavo"?

Innanzi tutto , perché Maurizio Casagrande cerca delle novità, cerca delle cose non ovvie e scontate, secondo me " Io speriamo che me la cavo " era una bella idea, per quanto riguarda raccontare qualcosa di nuovo, raccontarla anche in modo nuovo. Infatti tutti quelli che vengono a vedere lo spettacolo, mi dicono che respirano novità, quindi, forse non è stata una decisione sbagliata. Racconto un qualcosa sotto forma di favola, una favola piuttosto reale e realistica .Una mia visione del teatro.
In questo spettacolo partecipano cinque bambini, come è stato recitare con questi attori di giovanissima età?
I ritmi dello spettacolo sono perfetti ,come hai fatto a coordinarli ?
E' stato bello, divertente ed impegnativo, sono bambini , quindi si devono stimolare sempre, non si devono annoiare. Non è facile perché sono tanti, nello spettacolo che tu hai visto sono cinque ma sono tanti , a causa della scuola verranno sostituiti con altri cinque, quindi si ricomincia da capo , si devono rispiegare i cambiamenti , è un lavoro bello ma impegnativo. Lavorare sui ritmi è un ruolo che mi compete , è una caratteristica che mi distingue, forse perché sono un ex batterista. Il ritmo per me è la fonte dello spettacolo.
Dallo spettacolo si rileva un ruolo sociale del teatro, cosa può fare il teatro nel mondo di oggi?
Io credo che il teatro di per se , non può fare nulla, si può approfittare di qualunque mezzo , anche del teatro , per dire delle cose mentre ne stai facendo altre. Io trovo che sia valido far divertire la gente e mentre sta ridendo, raccontare anche altre cose, in questo modo tornando a casa tra una risata e l'altra rimane una riflessione. Nel caso dello spettacolo si vuole far guardare il mondo con un occhio un po' meno egoistico.
Questo spettacolo è anche un po' la metafora di Napoli in questo brutto periodo, alla fine nella finzione teatrale si accende una speranza, ma nella realtà questa speranza esiste? Napoli ce la farà ?
Napoli ce la deve fare , perché non è possibile per il mondo. Se una città come Napoli non ce la fa, allora l'uomo, come razza, è in pericolo serio. Non si può sprecare una città come Napoli , se succede allora siamo una razza destinata all'estinzione.
Maurizio Casagrande è un attore formato dallo studio e dall'esperienza , ma quanto conta la strada di Napoli nella sua formazione, non solo artistica ?
La strada conta molto, io ho avuto la fortuna di avere dei genitori che ragionavano in modo particolare. Nonostante io venga da una famiglia borghese e potevo decidere di andare in qualsiasi scuola privata, i miei genitori mi mandarono nella scuola pubblica, in una zona difficile di Napoli. Ho vissuto la strada anche con i " delinquentelli " , ho avuto quindi per fortuna una contatto vero con la realtà che in caso contrario avrei scoperto troppo tardi e troppo d'impatto. Mi ha consentito di essere meno borghese , diciamo meno di porcellana.
Ma perché la strada di Napoli è così importante a livello artistico?
Basta stare una giornata a Napoli , per accorgersi della particolarità. E' un popolo e una città che vive raccontando continuamente quello che succede, enfatizzando. Se è caduto un acino d'uva , si racconta che è caduta una gigantesca anguria dal centesimo piano. E' tutto molto teatrale. Purtroppo si amplificano anche i problemi, questi ultimi esistono solo a Napoli, per esempio l'immondizia a livelli stratosferici, il resto del mondo non si capisce come fa.
Come mai , un attore di indubbia bravura e livello come te , ha partecipato alla serie televisiva Carabinieri che di certo non ha la sua competenza artistica ?
Ti ringrazio per il complimento, ma la televisione oggi è l'unico vero strumento di popolarità , anche il cinema comincia ad avere problemi. Questo è un mestiere fatto anche di popolarità, parte del pubblico viene perché ho fatto " Carabinieri ". Io non sono per la distinzione tipicamente italiana tra l'attore di teatro e quello di televisione. Io sono un attore e basta. Con Carabinieri è stato uno scambio, io ho portato le mie capacità che tu hai descritto generosamente , loro mi danno popolarità, nel cast c'è gente molto più famosa di me.
Perché hai voluto lasciare la compagnia di Vincenzo Salemme , dopo tanti anni insieme ?
Le strade non si sono totalmente divise, diciamo che ho voluto prendermi degli spazi e Vincenzo non poteva darli perché molti erano per lui. Se è scritto " Vincenzo Salemme in .. " ad un certo punto uno vuole vedere cosa succede se è scritto " Maurizio Casagrande in…." .Naturalmente appena sarà possibile cercheremo di fare qualcosa insieme.
Prossimi progetti ?
Continuo con il teatro fino a maggio , poi rifaranno " Carabinieri ", ci sarà probabilmente un altro progetto con la televisione di cui non posso parlare perché non è ufficiale e vorrei fare un po' di cinema che in questo periodo ho trascurato molto.

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