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venerdì 11 novembre 2011

"Italia, la mia Africa " di Mvula Sungani con Emanuela Bianchini

 da "Il quotidiano della Basilicata"

Con Emanuela come in Paradiso


di Francesco Altavista



Potenza- Sembra di essere in Paradiso e non per l’altissima  percentuale di donne che in uno strano lunedì  sera  quasi riempiono il teatro Don Bosco di Potenza per il primo spettacolo della rassegna “ Teatri in rete- voglia di teatro” ;  e nemmeno per gli splendidi occhi dell’etoile Emanuela Bianchini anche se meriterebbero un romanzo cantato e in rima  per quello che raccontano se solo si riuscisse a fermare il battito fremente del cuore alla loro vista. E’ un Paradiso perché la scelta degli organizzatori di “ Cose di teatro e Musica” di cominciare con “ Italia, la mia Africa” spettacolo di danza, musica e teatro della compagnia di Mvula Sungani, è stato come un segno divino del grande bisogno di arte, ben interpretato, che sente questa terra. Un paradiso perché le coreografie del maestro Sungani sono delle sculture di carne viva e di sangue  e con il rischio di essere blasfemi, superano i limiti della creazione dell’umano, arrivando a toccare, attraverso la danza  le teorizzazioni teatrali e le visioni della biomeccanica umana di Vsevolod Mejerchol'd, l’allievo dissidente di Stanislavskij. Tanta fisicità, tanta arte riempiono i cuori degli spettatori che dopo un’ora circa di spettacolo si lasciano andare a quasi cinque minuti di applausi ininterrotti “L’Italia, la mia Africa” che con la serata di Potenza comincia la sua tournèe invernale,  supera persino i preconcetti legati alla danza,  rompono con una fisicità estrema i perbenismi e insegnano alle tante ragazzine presenti provenienti dai centri di danza del capoluogo lucano, cosa è in realtà la danza: il mondo meraviglioso che cresce fuori e  i tanti sacrifici che invece ci sono dietro nascosti dalla bellezza dei loro movimenti. Alessia Giustolisi, Ilaria Ostili,Maria Izzo, Chiara Grella, Florida Uliano, Damiana Crescenzi e Antonio Sardella  sono davvero dei corpi in evoluzione che disegnano simboli e scrivono  nell’aria parole che non raccontano ma  emozionano. Poco invece il recitato  a cui è affidata la storia, una serie semplici  eventi che raccontano una vita quella di Sungani  nato in Italia da padre africano. Sul palcoscenico si assiste all’amore, all’abbandono, alle speranze, ad una ricerca che si esaurisce alla fine nell’accettare l’Italia come sua Africa. Ed ecco che come avviene nel mediterraneo tutto si contamina ma non si confonde, la differenziazione di culture e solo un modo per unirsi,è solo un modo per creare una nuova identità  multiforme e multicolore. Come d’altra parte la musica che dall’elettronica, passa alla musica popolare eseguita dal vivo: con l’utilizzo di chitarra e Loop- station  nelle mani del maestro Riccardo Medile; con  le tamorre del gradissimo Nando Citarella anche cantante e arrangiatore dei pezzi , senza dimenticare la voce straordinaria di Gabriella Aiello. Citarella  che ha incontrato Sungani nella giornata per Caruso, si dimostra un mago con le sue tamorre,  i ritmi popolari che si sporcano di terra e che seguono il ritmo dei cuori .  Sullo sfondo la danza  e  in quel tripudio di arte, la protagonista la bellissima Emanuela Bianchini si muove  come se ogni cellula del suo corpo fosse legata alle molecole dell’aria, correggendo quasi in modo trascendentale lo spartito divino del mondo. “Tanto sangue per dare forma  alla Bellezza”  ci spiega Sungani prima dello spettacolo. Infatti  è come se nella pièce il sangue, il corpo, la carne viva nutrisse la bellezza, trascinando tutti nell’altrove che poi risulta più vicino di quello che si pensi. Lo spettacolo infatti  non si allontana mai troppo dalla terra e  si conclude con una pizzica che richiama la magia della terra del sud, nella quale gli angeli sul palco si trasformano in avvenenti ninfe che carezzano  la coscienza e consentono al pubblico dei più sensibili di innamorarsi carnalmente dell’arte. Una scelta felice ed entusiasmante  per gli appassionati di  “ Cose di teatro e musica”  che promettono   la miglior rassegna degli ultimi cinque anni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

siamo messi davvero male