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giovedì 12 agosto 2010

Coast to coast sulla terra maledetta

Ho visto finalmente “ Basilicata coast to coast “. Sul mio computer a casa, naturalmente scaricato illegalmente da internet. Ho tentato di sentire il film come una terra che con l’arte rispolvera il fucile della rivoluzione: qui ed ora o si trionfa o si muore. Parole e strumenti ormai sepolti da tempo nei nostri giardini sotto quintali di terra e letame. L’arte che trionfa, l’arte che rialza la Basilicata. Ma da subito il film mi consegna una amara consapevolezza
Siamo dei poveri zingari che non hanno più la voglia di vagabondare. Siamo pesanti, carichi di delusioni e catene d’oblio, continuiamo a stento a camminare in tondo, sulle strade polverose della nostra terra. Ci muoviamo a tratti come vecchi stanchi. Altro che coast to coast, noi la fantasia l’affoghiamo nel nostro sangue insieme ad una ventata di polvere bianca o meglio sventrando una puttana. Naturalmente solo un’illusone di una notte nel letto a toccare il sacro germoglio di qua e di là , lavando l’ultima essenza della nostra genialità libidinosa mentre l’unica donna che ha ancora la forza per piangere è quella raffigurata in un quadro sopra il letto ma quella è una santa donna e piange per chiunque. Si, perché nemmeno l’amore o magari la parvenza di ciò che si possa definire tale resiste a questi sussulti malefici di terra lucana. Nemmeno il sentimento è superstite della maledizione di questa terra. Una volta qualcuno urlava nei vicoli vezzosi, ma erano dei perditempo, stornellatori senza chitarra e senza storia, dei drogati, degli sconfitti. E’ curioso che ora quelle parole senza tempo risultino vincenti e maledetto sia diventato tutto il resto. Solo in questa terra esistono moderni lager per veterani di una guerra mai sentita e mai combattuta ,dove il sorriso è un lontano ricordo oppure cornice agli immortali momenti di conteggio del denaro dei pochi parassiti della storia, dei padroni che continuano a guadagnare mangiando montagne. E quei poveri schiavi pensano che quell’attività si possa definire lavoro; a forza di strare piegati riescono a vedere solo i piedi dei padroni e dei loro protettori di turno. La disperazione assoluta o relativa divide i vincenti dagli sconfitti. Vincenti per un attimo rubato ad una scarna rappresentazione teatrale senza palcoscenico fatta da ingenui con un fiore in mano e maledetti per tutta la vita; per quanto si possa evitare il bacio della solitudine, non si può sfuggire alla polvere di questa terra che porta verso l’oblio. Ma l’illusione continua quando si brandiscono le corde di una chitarra su un palcoscenico di mitomani fantasmi, magari tra qualche applauso di favore, ti porta a sfiorare l’assurdo di maledetto tra i maledetti, come un pagliaccio che vive in una lacrima .E’ quasi una leggenda da poeti maledetti se non fosse che anche la poesia non ha più senso se non quello del dolce suicidio. Eolico e petrolio si mangiano una torta andata a male che nessuno vuole. Si consegnano a sporchi venditori di morte parti del nostro cuore, perché ormai non ha più senso il suo battere. Allora persino i litri di vino bevuti in abbondanza sulle pietre che stupidamente si continuano a definire caratteristiche, diventa l’unico modo per evadere e ci si tuffa in un misto di vomito e stronzate nel mare della mediocrità assoluta . E così carichi di catene e di frustrazione, cerchiamo la via più semplice per lasciare, uscendo dalla porta principale senza dire niente, senza salutare perché questa terra non ha da tempo più motivo di esistere e con lei il suo popolo. Grazie Papaleo!

2 commenti:

Astronik ha detto...

Uagliò, si nu rabbino! E ke kazz manco il biglietto hai comprato per vedere il film....
Skerzi a parte la tua recensione mi èmolto piaciuta.
Il film doveva essere uno spot per il turismo ma mi dicono che così non è stato e il film, che a me è piaciuto assai, resterà una semplice testimonianza per una terra destinata a morire, bello il riferimento alle lobbies dell'energia.....

Anonimo ha detto...

il film potrebbe essere lo specchio di tutte le realtà provinciali d'Italia ... il nostro povero paese soffre di fronte all'inaridimento dei sentimenti delle nuove generazioni, al decadimento degli antichi casali di campagna, all'abbandono delle terre incolte per la costruzione di centri commerciali e parcheggi. mi domando perché solo alcuni riescono a vedere tutto questo... e perché risulta tanto strabiliante, alla fine, vedere una carovana di persone guidate da un ciuco che vogliono fare musica nei dintorni di casa.
Grazie Papaleo, per la necessaria dose di sano auto - ridimensionamento delle aspettative umane!