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mercoledì 18 novembre 2009

Musica: Intervista a Marina Rei " Musa rivoluzionaria"

da " Il quotidiano della Basilicata"








" E' un lavoro di grande spessore nella mia vita artistica "
Marina Rei " Musa" rivoluzionaria
La cantante batterista racconta il suo nuovo album
Un mix di sonorità particolari con suoni più elettrici ed energetici

di Francesco Altavista

– E’ Marina Restuccia ma soprattutto Marina Rei . Dopo aver lasciato prima la Virgin e poi la BMG entra nel mondo Indie, lo fa da grande artista fino all’ultima fatica discografica che per molti è la sua maturazione, il disco è“Musa”.Quest’ultimo è un mix : di sonorità particolari pur non abbandonando l’acustico si trascina verso suoni più elettrici ed energetici ; di poesia che dipinge un pianeta femminile con i diversi punti di vista, le sensibilità , il desiderio dei sensi il tutto combinato ad un vento di impetuosità. Marina Rei si concede per qualche minuto ad un’intervista per “Il Quotidiano”.
Parliamo subito dell’ultima fatica “ Musa”. Sono tante le cose che sorprendono in questo album che viene già definito da più parti come un capolavoro, a partire dal lungo studio e lavoro per la realizzazione : ci sono voluti tre anni e mezzo.
"Per me è un album importante, per me ha una grande valenza, grande spessore nella mia vita artistica. Ci sono voluti tre anni e mezzo, perchè in un mercato discografico praticamente paralizzato che ruota intorno a due –tre cose, bisogna riflettere, avere delle motivazioni per fare un album. Bisogna essere fortemente motivati e la motivazione si trova in quello che si scrive; poi io sono abbastanza pignola e perfezionista, non mi piace lasciare le cose al caso. In realtà bisognerebbe metterci ancora più tempo per la realizzazione di un disco, ovviamente ad un certo punto si prende coraggio e si va. "
Questo album potrebbe anche essere preso come manifesto di un nuovo femminismo, un’esortazione alle donne di oggi ?
Penso al pezzo “ Donna che parla in fretta”.
"Donna che parla in fretta tratto da Fast speaking woman di Ann Waldman poetessa della beat generation, è un pezzo importante, in cui ho creduto molto, lo voluto fortemente. Credo che rispetti il periodo storico in cui viviamo Per cui ho voluto musicare quel testo e tanti altri che mi interessavano. Non bisogna omettere, non bisogna nascondersi, non bisogna permettere che le donne di cui si parla spesso adesso rappresentino l’unico concetto di femminilità. La mia non è una donna che deve mostrare sensualità per essere femminile, perché la donna è già femminile e sensuale nel suo modo di essere, nel suo modo di pensare e nel suo modo di parlare. Penso ad una donna rivoluzionaria, non solo in politica ma anche come madre, nella ricerca, nella scuola; penso a donne di un certo tipo. Come per esempio ad Anna Politkovskaja ha perso la vita per non voler omettere. Queste sono le donne di cui voglio parlare."
Oltre ad essere una donna cantautrice e musicista è anche una donna nel mondo della musica indipendente.
"Io sono indipendente già da diversi anni, produco i miei dischi. Essere indipendenti non è un modo per essere più fico. Essere indipendenti significa mettere in conto delle cose, cioè dei lati positivi e negativi. Lati positivi è la massima libertà d’espressione artistica e creativa, di ogni tipo sei tu a decidere personalmente, credo che questo sia un componente fondamentale per chi fa musica e arte. D’altra parte, essendo indipendente, facciamo fede sulle nostre forze, parlo di forze economiche. Non ho una multinazionale che fa investimenti importanti e forti. Faccio cose anche là dove una multinazionale, non fa più investimenti. Il futuro della musica sarà così, almeno di un certo tipo di musica, poi ci saranno altri prodotti musicali, legati ai media, ai reality, quello è un altro tipo di mercato discografico."
Anche Lei ha fatto ricorso ai media in passato. Ha partecipato diverse volte al festival di San Remo, si riconosce però, in una musica più di strada ?
"Mi piace questa definizione “ di strada”. Il mio approccio è di strada nel senso di sporco, nella sua sporcizia e timidezza trovo comunque una caratteristica importante. Il festival di San Remo è semplicemente una possibilità si aveva, perché ormai negli ultimi anni non lo è più. Era la possibilità per presentare un progetto. Il festival negli ultimi anni come altre trasmissioni rappresenta una realtà che non mi appartiene. Non ho nessuna intenzione, al momento, di partecipare al festival di San Remo."
Ultima curiosità che le chiedo è la sua passione per le percussioni e la batteria, infatti un’altra sua singolarità è il fatto di essere una cantante -batterista . Una passione nata sicuramente dai suoi genitori , entrambi musicisti , ma soprattutto da sua padre batterista.
"Avere una famiglia di musicisti mi ha aiutato molto, perché mi ha insegnato cosa vuol dire, lo studio, la disciplina nello studiare uno strumento, diciamo un grande riferimento educativo. Ho preso da entrambi, sarebbe improponibile e anche ingiusto dire “ da uno di più da uno di meno”.Io personalmente differisco da mio padre che è un grande batterista, con una tecnica immensa e non potrei nemmeno in un’altra vita raggiungere il suo grado e il suo livello. Il mio modo di pormi verso lo strumento è diverso da quello di un batterista che è solo batterista. Io suono da cantante, da percussionista, quindi ovviamente pur studiando, perché non è che non studi e non metta in pratica la tecnica, però esce fuori il mio suono, quello che poi mi contraddistingue; il suono su cui poi si basa il sound della band."

1 commento:

Anonimo ha detto...

Foto di credito : BLONDIE PHOTOGRAPHE

Ilario.