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mercoledì 5 agosto 2009

Intervista a Michi Dei Rossi : il batterista ripercorre gli anni ribelli del beat e del rock

da " il quotidiano della Basilicata "

Michi su " Le Orme" del progressive

di Francesco Altavista


Brienza - Gli Anni Ribelli chiudono il sipario a Brienza con il super concerto de “ Le Orme “ , un gruppo storico della scena rock progressiva italiana e internazionale. La manifestazione si chiude tra conformismi sfilanti , qualche parola che nel confine tra quello che è oggi e quello che fu a qualcuno sembrano antiche, come antico è il sentimento di ribellione; chiude i battenti nel modo più ribelle, con l’arte quella vera e non quella camuffata con le maschere libidinose e perniciose della vergogna, quel modo di gridare ancora alla libertà della musica de Le Orme. Prima del concerto Michi Dei Rossi, storico batterista della Band si concede una breve discussione sulla situazione musicale italiana e sul Progressive.
Maestro Dei Rossi , tra le caratteristiche principali dei gruppi progressive anni 60-70, c’è la continua ricerca e studio. In questo ambiente non fa eccezione il gruppo Le Orme. Oggi sembra non essere più così, il rock italiano quanto è cambiato se dovesse dare un giudizio sul panorama rock più conosciuto ?
Io non parlerei più di rock, parlerei di musica commerciale ed è quella degli ultimi venti anni. Gruppi come Le Orme, la PFM oppure e il Banco cercano ancora di portare avanti un discorso di musica di spessore che naturalmente non andrà più in radio o in televisione. Nonostante tutto questo genere è ascoltato sempre di più dai giovani ed è quello che ci interessa . Ci vorranno altri dieci anni ma il progressive primo a poi la spunterà. Poi lo studio è importante per qualsiasi cosa, se tu vuoi arrivare ad essere un musicista è necessario studio e il documentarsi. La vita stessa è un continuo studio .
Ma nel panorama attuale ci sono delle band come gli Afterhours o i Marlene Kuntz che si definiscono indipendenti quasi a dare una svolta al rock .
Allora loro sono stati gruppi di rottura e adesso sono diventati pop. Perciò non sono più di rottura , sono stati globalizzati dal sistema che tende all’omologazione e non fanno più ricerca. Anche noi come gli Afterhours siamo andati a San remo, abbiamo accettato un certo discorso che poi abbiamo assolutamente cambiato, perché noi siamo musicisti , per noi la musica è più importante dei soldi e del successo. Per noi il successo è essere se stessi arrivare a quello che vuoi fare , non i soldi o le altre cose.
Le Orme vengono da una cultura Beat. Come si è evoluta nella band questa filosofia ?
Non c’è più quel tipo di filosofia , significava fare musica ed essere tutt’uno con il pubblico. Negli anni 60-70 eravamo noi giovani con i giovani e rappresentavamo la stessa cosa. Noi suonavamo la musica di rottura socialmente e politicamente, loro ascoltavano ma diventava una cosa solo perché noi eravamo fan di noi stessi, cioè fan di quello che era il movimento, Ora si ascolta quello che passa la radio o la televisione, quella non è verità, la verità è il progressive , il jazz, la musica classica o quella etnica contaminata con il basso e la batteria.
Perché “Le Orme” hanno avuto un successo maggiore all’estero che in Italia?
Noi abbiamo lo stesso successo in Italia di quello che abbiamo in Inghilterra o in America. Il problema è che in Italia la musica che noi facciamo cioè il progressive non è organizzata . Mentre all’estero ci sono i festival. Noi il 12 settembre siamo in Canada per un festival rock progressivo, in tre giorni avevano già esaurito i posti , hanno dovuto cambiare teatro perché continuavano le richieste. Se fai un festival in Italia , in una grande città , viene poca gente .Perchè la cultura del rock progressivo in Italia fa parte di una cultura ristretta. Il progressive non passa più in tv o in radio , qualche radio specializzata c’è ma viene sottovalutata . E’ un fatto di cultura, in Giappone. In Messico viene molto apprezzato il progressive italiano. Ci sono dei ragazzi che fanno new progressive , ma pochi superano il limite, ma per esempio gli Stereo Tokio di Bologna , sono bravissimi , hanno fatto tre cd ma nessuno li sente nominare, pochi li pagano per suonare.
Felona e Sorona lo storico album de “ LE Orme” è stato tacciato da alcuni critici dell’epoca come ingenuo. Cosa si sente di rispondere a quei critici?
Niente, io credo che con il tempo abbiano cambiato idea ,è un disco osannato in tutto il mondo , è un disco che tra l’altro è nella classifica mondiale dei dischi progressive tra i primi venti posti, considera che è degli anni 1970 e per molto tempo è stato tra i primi dieci. Hanno sbagliato a noi le critiche negative fanno bene, le apprezziamo perché ci fanno crescere. C’erano comunque altri critici che erano d’accordo con noi, quelli hanno preso una cantonata ma capita.
L’uomo e la natura . Questo il tema di tanti pezzi de “ Le orme” , come mai questa scelta ambientalista ?
E’ il massimo , per noi è la vita, cioè non siamo né ambientalisti né ecologisti , siamo per le cose giuste. Stiamo rovinando questo pianeta , sarebbe giusto che questi dieci personaggi che controllano il mondo capiscano che si è arrivati ad un punto di non ritorno. , perciò speriamo che si decidano a ripulire il pianeta , io non so questi cosa saranno capaci di restituire ai propri figli e nipoti, solo soldi senza sole, erba , animali cioè senza natura.
L’ultima domanda . In cosa le Orme si distinguono con le altre due band che hanno avuto un percorso analogo, come il Banco e la PFM?
Credo la melodia , il sapere melodico per me è importantissimo al pari del fattore strumentale. La melodia è alla base della diversità con il Banco e la PFM , perché loro fanno una ricerca basata sul fattore strumentale , noi abbiamo la caratteristica della melodia italiana , la melodia veneziana , la nostra terra.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Stupenda questa intervista di Michi! Peccato che si debba venire in questi blog nascosti quando potrebbe essere passato coem tema di attualità alla radio o all tv.
Ma di cosa ci lamentiamo? lo dice lui stesso che non c'è spazio per tutto questo. Dai becchiamoci l'ultimo tormentone per altri due mesi e lasciamo gente così, nascosta.

Anonimo ha detto...

Grande persona deve essere, un'intervista molto interessante questa!