domenica 23 dicembre 2012

Emozioni al buio con Cesare Picco

da "Il quotidiano della Basilicata"

Picco di emozioni al buio



di Francesco Altavista 


Potenza -  E’stato chiaro da subito che sarebbe stato qualcosa di straordinario ed inimitabile. Immediatamente si è avuta la sensazione che dopo  il viaggio che stava per cominciare, nulla sarebbe sembrato uguale; ad accogliere una marea di spettatori è un teatro “ Stabile “ di Potenza in penombra, perfino le luci verdi di segnalazione delle uscite erano coperte da spessi cartoni . Al centro del palcoscenico uno splendido  pianoforte a coda  nero e lucente. Il teatro potentino si riempie,  per “ Cose di teatro e musica “ è un successo di pubblico, la città accoglie lo spettacolo “ Blind Date” di   Cesare Picco a braccia tese verso l’ignoto e con una  curiosità che spalanca il cuore.  Per la prima volta, lo confessa lui stesso, Cesare Picco presenta il suo spettacolo:  prende la parola al centro del proscenio, sembra emozionato di vivere questa esperienza  in un teatro all’italiana anche questa per lui una prima volta e si sa sono queste le cose che non si scordano mai, specie per un artista così sensibile. Il maestro  Picco costruisce la sua musica, tutta completamente improvvisata quasi leggendo nelle emozioni che annegano nella penombra prima e nel buio completo poi, per circa un’ora. La musica del pianoforte suonato con straordinaria passione sfoggia una scintilla d’amore tra le mani del maestro e la tastiera lucida dello strumento che  diffonde un calore strano,avvolgente eppure così delicato e quasi ipnotico. Le luci gradualmente si attenuano fino a  spegnersi totalmente ed è questo il momento  in cui si intraprende un viaggio nei propri ricordi, nelle immagini che in un montaggio pazzo prendono a pugni la memoria.  Al buio si è se stessi, al buio non importa chi si ha di fianco , chi è sul palco, non importa perfino stare seduti sotto il prepotente  loggione dello “Stabile”, come se lo spirito abbandonasse il corpo per viaggiare in ciò che non è o in ciò che non è più.  Si arriva così ad un certo punto dello straordinario concerto a cercare una prova dell’esistenza del proprio corpo: si stringe quello che si può con forza, magari la sedia dove si è seduti, il proprio cappotto o  la locandina che si  arriccia violentemente tra le mani. Si cerca il rassicurante contatto con la carnalità, si scopre il dolore fisico come legame saggio  per non lasciarsi totalmente alla corrente impetuosa della musica, ci si sente come fa una foglia staccata dall’albero e spinta dal vento verso mete ignote. “ Blind Date” diventa quindi un’esperienza  sofferta, paurosa ma bella come non mai. La vista diventa un ostacolo superato dagli altri sensi che si sublimano nel delizioso sapore di libertà.  Cesare Picco mostra al pubblico di Potenza  grazie alla sua musica e a alla  sua passionalità fuori dal comune, un qualcosa di  bellissimo che si materializza luminoso nella parte buia di ognuno, nel buio del teatro,buio nel buio, pezzo per pezzo l’immagine di una bellezza quasi nazarena e divina squarcia lo spazio come se quell’essere che si ha davanti non appartenesse a questo mondo, proprio come la libertà. Cesare Picco alla fine  riporta tutti a casa, il teatro torna piano alla penombra. Il pubblico però   pur  ritrovando alla luce le sue  condizioni normali, porta su di sé la polvere di questo viaggio, segni e solchi  sulla pelle che come cicatrici coveranno indelebili al proprio interno un odore innamorato, il profumo  della libertà. 

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