Con Chiara c'è il sole anche quando " Chiove"
di Francesco Altavista
Matera – «Il
teatro per me è fondamentale, è un posto in cui io sto a mio agio, mi dà la
sensazione che tutto può accadere e nel migliore dei modi, mi sento protetta dal palcoscenico. Mi piace
condividere tutto ciò con il pubblico.» Sentire queste parole dalla profonda e
splendida voce, ornata da sospiri e toni
involontari da femme fatale, della bellissima
Chiara Baffi farebbe tremare di emozione chiunque. E’ un’attrice giovane
ma pluripremiata e sarà a Matera in
scena il prossimo nove dicembre al Duni ( 17 e 30) con la pièce “ Chiove” nella parte di Lali, unica
donna sul palco insieme a Enrico Ianniello e Carmine Paternoster. Con “ Teatri
Uniti” che produce anche questo spettacolo, Chiara gira il mondo, molte volte
insieme al suo grande maestro Toni Servillo con il quale continua a collaborare
dopo il grandissimo successo de “ La trilogia della villeggiatura” di Carlo
Goldoni: tour internazionale di 4 anni con quasi 400 repliche. E’ un’attrice
straordinaria oltre che spaventosamente bella, nonostante le prove in teatro e
un guasto a casa , ci confessa, al tetto gocciolante di pioggia, si concede per
un’intervista esclusiva per “ Il quotidiano della Basilicata”.
Chiara, lei più volte
ha dichiarato di dovere molto allo spettacolo “ Chiove”. Perché è così
importante per lei?
« E’ nato un incontro
magico tra noi attori in questa pièce. Appena abbiamo iniziato a lavorarci,
durante le prove,partendo dallo studio
sul testo, si è creata questa incantevole alchimia. E’ stata così forte che non
abbiamo potuto fare altro che prendere
in mano la situazione ed accorgerci di avere una pietra preziosa tra le mani. Il
testo poi ha la fortuna di essere scritto in modo incantevole. Lali è un personaggio che ho amato tantissimo fin
dalla prima lettura. Mi ha conquistata completamente, io ho avuto solo il
grande piacere e la responsabilità di prendermene cura. La luce di Lali mi ha subito entusiasmato e guidata ad
affrontare un personaggio certo complicato, una prostituta; io non l’ avevo mai
interpretata, mai un personaggio con questa popolarità moderna. Mi ha guidato
anche la scrittura viva e carnale di
Mirò, a cui sono immensamente grata.»
Quando è stato importante per una giovane attrice come lei entrare
nella grande realtà di “ Teatri uniti” di Napoli?
«E’ stato fondamentale. Prima di tutto perché era il mio più
grande desiderio ed è stato esaudito. Per me è stato molto importante perché mi
ha permesso di lavorare con Toni Servillo che è una persona che stimo
enormemente: un attore straordinario ed un regista meraviglioso. Vivere con lui
“ La trilogia della villeggiatura” è
stata un’esperienza unica che mi ha insegnato moltissimo. Con Toni Servillo non
avevo il ruolo da protagonista come in “ Chiove” ma riuscivo tutti i giorni, grazie alla sua
grandezza, a vivere questo rapporto con il personaggio, a nutrirlo, a
divertimi e scoprire sempre nuove cose
ad ogni replica.»
Lei è una figlia
d’arte,suo padre Giulio Baffi è un famoso critico teatrale ed ha diretto
addirittura il “San Ferdinando”. Quanto
è stata colpita dallo stereotipo della “bella attrice raccomandata”?
«Non mi ha dato molto
fastidio, nel senso che non ho dovuto
farci i conti poi troppo. Fortunatamente ho costruito la mia carriera pian
piano, partendo da piccolissime parti e partecipazioni
a spettacoli; ho studiato il più possibile nei modi che ritenevo opportuni,
sono entrata in questo mondo in punta di
piedi. Poi pian piano ho preso sempre più spazio lì dove potevo, dove mi è
sembrato giusto farlo e mi è stata data opportunità di farlo. Ogni tanto
vengono fuori queste voci fastidiose, ma
cerco di combatterle con i fatti con il
mio lavoro, la mia dedizione, la mia professionalità, con la mia attenzione e
cuore che metto in questo lavoro. L’essere sua figlia mi ha agevolato nel senso
che il teatro nella mia famiglia era pane quotidiano: andavo tutti i giorni in teatro ed ad un
certo punto non ho potuto fare a meno di desiderarlo e nel momento in cui ho messo piede sul palcoscenico, ho capito che
non avrei potuto più farne a meno.»
Lei è cresciuta
respirando l’aria del teatro di Eduardo il “ San Ferdinando”. Cosa ha
significato questo quando ha dovuto recitare
nella versione di “Napoli Milionaria” con Luca Defilippo per la regia di
Rosi?
«Al “San Ferdinando” mi sento a casa ed amo
Eduardo particolarmente. In “ Napoli Milionaria “ ho interpretato Maria Rosaria
ed è stato bello anche perché avevo un
regista straordinario come Francesco Rosi che l’ha inventata insieme a me. Ricordo
molto bene come Rosi mi ha guidato alla conoscenza del personaggio e di quel
mondo. Ho avuto la possibilità di vedere la mia amata Napoli in un’altra epoca
e l’ho scoperta insieme a Rosi. Quest’ultimo un uomo generoso, coltissimo, a cui piace
molto raccontare e donare i sui ricordi, la sua storia e i suoi
aneddoti. Ogni momento in quelle prove è stato veramente importante.»
Oltre a “ Chiove” con
quale opera la vedremo prossimamente sui palcoscenici?
«Io continuerò a fare “ Chiove” per un paio di mesi.
Successivamente a fine gennaio inizio le prove con Toni Servillo con “ Le voci
di dentro”, in cui lui è regista e protagonista. Non vedo l’ora. Ho già l’acquolina in bocca.
Aspetto questo nuovo incontro con
Servillo e contemporaneamente con Defilippo, davvero sento già il profumino.»
Cosa è la Bellezza?
«La Bellezza è un
qualcosa da cercare, scoprire, onorare e prendersi cura, da non dimenticare e
di cui nutrirsi.»
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