Arisa con De Sica in " Colpi di Fulmine"
di Francesco Altavista
---- Il Natale sui
film fa lo stesso effetto del freddo inverno sui cerri, li spoglia di ogni bellezza
riducendoli a scheletriche ombre di ciò che
normalmente dovrebbero essere. “ Colpi di Fulmine” per la regia di Neri
Parenti che ne scrive anche la sceneggiatura insieme a Saverni, Bencivenni e De
Biase, non doveva essere, almeno leggendo le presentazioni, il solito film
natalizio e invece è un cine – panettone
a tutti gli effetti, a dirla tutta ,anche un po’ indigesto. Neri Parenti non
abbandona il suo stile di anti cristo, si burla del Papa, dei preti e
addirittura nella prima storia affida la parte di un villoso e vizioso sacerdote
al noto anticlericale e vignettista Vauro
Senesi. Questa satira vaticana poteva essere una buona cosa e invece “ Colpi di
Fulmine” diventa solo un colpo, allo stomaco e alla testa in una sceneggiatura
che mostra allo spettatore profonde e incolmabili voragini, il fulmine
probabilmente arriva ma evocato più
volte da chi guarda il film. Quest’ultimo è diviso in due storie indipendenti ed è la seconda vicenda a salvare in parte la pellicola. L’intreccio
non è niente di eccezionale, una storia già sentita di due mondi che per amore
si incontrano: l’ambasciatore che si innamora di una burina pescivendola ed è costretto a dimenticare i suoi modi
signorili per conquistarla.Non è quindi la vicenda narrata, talmente banale a tratti
da sradicarla da quel poco di romanticismo che fa sempre bene ai film mediocri,
a dare alla pellicola un minimo di
salvezza ma è la straordinaria comicità
d’autore di Lillo e Greg e la bellezza di Anna Foglietta classe 1979 insieme ad
un cast forse più interessante della prima storia a svegliare un po’ il pubblico. Nonostante
questo la non attrice per eccellenza di questa pellicola, anche se ormai ha nel
suo curriculum ben tre film , la lucana
Arisa, tra gli attori della prima storia, non dispiace: certo la parte scelta per lei è
quella della perpetua Tina da Pignola che probabilmente, nonostante farà
contenti i suoi compaesani nominando la sua cittadina arricchendola da frasi in
vernacolo pignolese, la mortifica un po’.
Non solo perché ancora una volta è
costretta a vestire i panni della religiosa e si innamorerà suggellando con un
bacio finale del sacrestano interpretato da Simone Barbato che, con tutto il rispetto, non
è al suo livello; ma anche perché fa la parte della maschera e della caricatura comica che ha poco da dire,
un ruolo che nella vita ha cercato di scacciare in tutti i modi. Certamente è
lei Tina da Pignola la spalla più
divertente dei dialoghi del protagonista assoluto Cristian De Sica : un medico
che per scappare dalla finanza si finge prete in un paesino del Trentino. De
Sica è il padrone assoluto di una storia insulsa e piccola di cui non si ricorda quasi niente. Forse
per appartenenza ma tra ciò che rimane nella memoria c’è Arisa perché con
umiltà si confronta con il suo ruolo, non poteva fare cose eccezionali e si è accontentata
di fare poche cose e semplici, nella recitazione senza energia non sbava e non cattura più di tanto la cinepresa e
l’attenzione del pubblico; nel film che si conclude con un pezzo cantato, è lei a dare il via alla canzone ed è la sua
voce da cantante (il suo mestiere è bene che non lo dimentichi) che primeggia
sulle altre nel ritornello: ” Basta un sì per vivere Felici”. E’ un po’ come se
il pubblico per Arisa fosse come un
genitore che va alla recita del figlio piccolo e anche dopo una prestazione non
certamente esaltante gli lancia qualche caramella.
Sarebbe stata comunque l’attrice più
ricordata se non ci fossero state :
la bravissima e bellissima Luisa Ranieri, protagonista femminile nella
parte del maresciallo dei carabinieri che tutti vorrebbero avere nella propria
città,assolutamente di un altro livello attoriale rispetto a tutto il cast ma
terribilmente limitata dalla sceneggiatura e l’affascinante Debora Caprioglio nella parte
di una incantevole edicolante che nella realtà risolleverebbe certamente il
mercato editoriale. Se questa storia
incoerente e non coesa certamente non ha aiutato Arisa, ha addirittura
demolito Cristian De sica che esce da questo film come il pubblico esce
dalla sala del cinema con animo
impalpabile e con gli occhi al prezzo del biglietto.