Tutto cambia con Teresa De Sio
la brigantessa e il quartetto Hulan
di Francesco Altavista
Viggiano –La
rassegna dell’arpa Viggianese organizzata dall’assessorato al turismo e
spettacolo del Comune di Viggiano e diretto da Vincenzo Zitello è sempre di più
un evento imperdibile di arte che fa brillare il cuore della Val d’agri. Una
luce sovrasterà la valle oltre a quella del Centro Oli per cinque giorni (
dall’uno al cinque), ma il 4 tutto si
tingerà di una magia che unisce tradizione e contaminazione, ci sarà il
concerto della strepitosa Teresa De Sio
con il quartetto “Hulan” della
Mongolia. In anteprima Teresa De Sio si concede ad un’intervista per “ Il
quotidiano della Basilicata”.
Teresa , sarà in
Basilicata due volte con lo stesso spettacolo, a Viggiano il 4 e Venosa il 5. Come nasce questo
spettacolo con le suonatrici della Mongolia?
Questa idea nasce già qualche anno fa, perché ho partecipato
ad una vera e propria impresa, in cui diversi artisti italiani hanno
collaborato con l’orchestra nazionale mongola, l’orchestra” Morin Khuur”. Questa orchestra composta
da oltre 40 elementi è venuta in Italia ed abbiamo insieme a loro fatto alcuni
concerti, per l’esattezza, ho partecipato io ,Franco Battiato, Mauro Pagani e anche in una tappa
Cristiano De Andrè perché uno dei pezzi strumentali che questa orchestra
suonava era “Creuza de Ma” di Fabrizio. Il rapporto con questa orchestra è
stato molto forte, molto bello perché
suonavano degli strumenti della tradizione mongola tra questi il “ Morin Khuur”
che per capirci è una specie di incrocio tra un violino ed un mandolino. Ciò
che farò in Basilicata è uno spettacolo
con un quartetto di artiste che faceva
parte dell’orchestra. Ci sarò io con la mia chitarra, Sasà Flauto il mio
chitarrista ed Er la mia violinista. In più il quartetto dei loro strumenti.
Un matrimonio tra il sud Italia colto
della sua voce e i suoni della Mongolia, cosa ne nasce? Cosa ci si deve
aspettare?
Posso dire che
uno dei motivi di questa unione è anche il fatto che c’è un’antica tradizione,
delle nostre parti, del sud Italia, del napoletano e in particolare di Torre del Greco, e riguarda i pescatori di corallo che fino al 1700
usavano pescare il corallo e poi attraverso una complessa e litura strada via terra portavano il corallo in
Mongolia. In questa terra il corallo è
un gioiello che nel buddismo assume dei significati molto forti.
Teresa De Sio nell’immaginario è un po’
come una bella fata della taranta, un’interprete avvenente della magia bianca o
nera dell’antica musica. Quale è il suo rapporto con il tarantismo sul quale ha
scritto anche il suo primo romanzo?
Io sono entrata
nel mondo della musica salentina e della mitologia del morso del ragno prima dalla
porta dello studio accademico, io ero iscritta all’università e facevo
antropologia ed ho avuto la fortuna di incontrare insegnati e libri che si riferivano a quel mondo.
Contemporaneamente già cantavo con
l’ensemble dei “Musicanova”. Ho studiato per
molto tempo il tarantismo ma poi
ad un certo punto questa conoscenza è diventata
così profonda che non mi bastava più suonarla e cantarla all’occorrenza
ed ho scritto il mio primo romanzo “ Metti il diavolo a Ballare”.
Tante collaborazioni nella sua carriera,
ma questa sua anima un po’ maledetta che viene dalla taranta come si è
confrontata con il mistico e religioso Giovanni Lindo Ferretti ( ex leader dei
CCCP, CSI e PGR)nel 2005 con il progetto “ Craj” che è diventato anche un film
pluripremiato?
Ho cercato Giovanni per questo spettacolo che
si chiamava “Craj “, volevo mettere in scena qualcosa di devozionale nei
confronti dei grandi cantori della tradizione pugliese, c’erano tutti i grandi
vecchi che non sono mai stati musicisti puri ma contadini e braccianti. Chiesi
a Giovanni Lindo di diventare il mio compagno di viaggio, di interpretare
insieme a me un ruolo. Il rapporto con lui è stato molto interessante e
piacevole . Questo spettacolo per noi è stata un’impresa faraonica, 36 persone su quattro
palchi ,più un cavallo vero, perché Giovanni Lindo è anche un cavaliere ed
entrava dal pubblico con il cavallo, quindi uno spettacolo complesso ma molto
forte.
L’ultimo album è “ Tutto cambia”, dove
riprende un successo della grandissima Mercedes Sosa. Ancora
contaminazione e grande arte. Con questo lavoro in cosa ha voluto sorprendere
il suo pubblico?
Tutto cambia è un disco in cui ho cercato di far convivere
le mie tre anime fondamentali, che sono le tre anime che mi porto da sempre.
Sono quella legata alla musica popolare, quella legata alla canzone di autore e
quella legata al Rock che è la mia musica di formazione. Cerco di far convivere
più dei precedenti le mie facce, mi piace dire che è un disco polifonico perché
il mio sguardo è uno sguardo multifocale sul mondo.
Una battuta quasi in
conclusione, Teresa De Sio si sente una brigantessa?
Sì! Brigantessa è un titolo che mi è stato consegnato da chi
mi segue anche in rete. Io credo molto
nel brigantaggio intellettuale che significa mantenere l’intelligenza sveglia e
vigile, cercare di correggere i molteplici mali del mondo nel quale viviamo specie
in Italia.
Cosa è la Bellezza?
La Bellezza è dinamismo.
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