Intervista a Giuliano Palma
The King: " Sul palco sputo l'anima"
di Francesco Altavista
Policoro – E’
stata una manifestazione importante e piena di spunti culturali, un esempio di
cosa si dovrebbe fare per rilanciare non solo la Basilicata ma il sud, questa
sera i cinque giorni di musica e di arte del festival “ Blues in town” di
Policoro si concludono con il concertone
finale del grandissimo Giuliano Palma con i Bluebeaters. Il front man “ex casinò Royal”, Giuliano
Palma detto “The King” si concede per
un’intervista in anteprima per “ Il quotidiano della Basilicata”
Maestro, come si
spiega il grande successo specie nei live, di questo progetto artistico “
Bluebeaters” che dura ormai da diversi anni?
Non lo so neanche io. Il mio credo è questo, io anche se non
sto bene , sul palco cerco sempre di sputare l’anima, perché quando hai
l’attenzione di una platea questo bisogna fare. A me non piacciono gli artisti
meteoropatici, del tipo “ io sta sera non ho voglia”. No! Tu la voglia te la
fai venire, dal vivo bisogna dare il massimo. Forse per questo la gente si è
affezionata a me e ai Bluebeaters, cambio tre camicie a serata,
indipendentemente dalla temperature, questo significa qualcosa. Poi noi, io per
primo siamo veramente malati del suono il levare, della sincope, siamo
posseduti dallo Ska.
Di te Giuliano, prima
dei “ Casino Royal” si conosce davvero poco. Ti chiedo dal punto di vista
strettamente personale questa possessione da parte dello ska e della Giamaica,
quando e perchè nasce?
Io ho ascoltato veramente tantissima musica e questo mi ha
dato un background molto vasto. Il primo
input sono stati i miei genitori con la musica napoletana, io sono figlio di
napoletani. Loro hanno sempre cantato e
fin da bambino ho assimilato tantissimo. Nell’ascoltare la musica
giamaicana ho riscontrato diverse similitudini con le melodie napoletane.
Evidentemente mi ha sedotto la melodia
dell’infanzia insieme ai ritmi ballabili che a me piacciono tanto e sono
diventato un fanatico dello ska ma non solo, mi piacciono un sacco di cose. È
stato bello dedicare un progetto a questa musica insieme ad amici che avevano
la stessa passione, in futuro potremmo fare altre cose.
Hai unito poi il
ritmi dello ska alla grande musica
italiana del passato. Come si collegano
le due culture apparentemente così distanti? E fare cover non ha limitato la
vostra creatività di grandi musicisti?
Si collegano con la voglia di tirare fuori qualcosa che è dentro di te. A quei tempi si arrangiava molto con l’orchestra,
c’era la musica reale, ora fare un disco
con gli strumenti è molto costoso e si preferiscono suoni campionati. Io vengo comunque sedotto
dal periodo storico degli anni 60 -70 perché veramente avevamo degli
arrangiatori pazzeschi e si registrava tutto in orchestra.
I Bluesbeaters si sono creati con membri che avevano alle
spalle già altri anni di musica con le rispettive band. Tutta gente con il
proprio progetto e che con i Bluesbeaters veniva fondamentalmente a divertirsi, all'inizio facevamo una decina di concerti all’anno. Le cover era il modo più
semplice per suonare insieme e fare il nostro omaggio alla Giamaica. Mettersi a
comporre sarebbe stato folle, perché ognuno esprimeva la sua creatività nelle
proprie band, io per primo. Poi ci abbiamo preso la mano, da un concerto siamo
passati alla tournée, da questa poi si è fatta un disco, poi quattro e poi
tutto il resto.
C’è però un disco,
l’ultimo in cui ci sono degli inediti, “ Combo” del 2009. Cosa è successo dopo questo disco che sembrava
una svolta ? Perché sono passati tre anni senza fare un nuovo album?
In “ Combo” abbiamo inserito quattro inediti che in realtà come dici dovevano essere il preludio ad una sorta di
svolta. L’idea di suonare per sempre le cover per esempio a me non piace,
doveva essere un esercizio di stile che è andata anche troppo più in là di
quello che pensavo all’inizio, poi alla fine dopo tanti concerti, diventa difficile dire : “ io smetto”. Siamo
arrivati ad un punto in cui bisogna cambiare, è dal 2009 non facciamo dischi
proprio perchè dobbiamo capire bene cosa fare. Io sto preparando un progetto
solista, un disco di inediti. Ho voglio di esprimere la mia creatività, ho
voglia di comporre. E poi in questi anni ho cantato le canzoni che avevo nel cuore,
quelle che sono ricordi d’amore, d’infanzia . Questo progetto è andato troppo
oltre, direi di metterlo in stand bay, fare altre cose e poi magari ritrovarsi.
Non ti chiedo
anticipazioni sul tuo nuovo disco , so che non ne puoi dare. Ti chiedo però
se puoi dare delle anticipazione sulle collaborazioni del tuo nuovo album.
In particolare ci sarà posto per la bellissima Nina Zilli? Permetti la battuta
ma vista la vostra amicizia e il tuo soprannome “the King” , lei potrebbe essere “the Queen” ?
Avrò un po’ di collaborazioni che già si erano affacciate in
“Combo” tra cui anche Samuel dei Subsonica, anche lui un amico. Sarà un disco
che sarà un po’ retrò , anni 60, più soul ,non completamente ska, non sarà una
cosa sconvolgente non suonerò country per intenderci. Una canzone di Nina Zilli
ci sarà, che lei sarà nel disco a cantare non posso dirlo e ovvio che sarebbe
un piacere ma ultimamente facciamo molta fatica a ritrovarci perché anche lei è
in super attività, sicuramente in fase di composizione una canzone a firma
Zilli ci sarà. Noi siamo molto legati, siamo amici da anni, per questo c’è
molto feeling. Lei più che regina è la mia principessa, adesso è regina ma
regna per i fatti suoi. Abitiamo anche abbastanza vicini, la sua presenza è
nell’aria ma ora vediamo, fare un altro duetto sarebbe davvero bello.
Cosa è la Bellezza?
La Bellezza è un
moto armonico di sfumature.
Nessun commento:
Posta un commento