da "Il quotidiano della Basilicata"
A Banzi con la Bandabardò gli " Scaccianuvole"
di Francesco Altavista
Banzi –La “Bandabardò”
sarà questa sera a Banzi, in piazza “Gianturco” in
concerto gratuito a partire dalle 21:30. La band fiorentina arriva in
Basilicata dopo l’esperienza teatrale con “ Ottavio” del 2008 ,dopo “ Sette x uno”, un disco per “ Save the
children”, con testi e collaborazioni tra gli altri con Ascanio Celestini,
Dario Fo, Giobbe Covatta, David Riondino, Enzo Iacchetti e Davide Enia; ma soprattutto calcherà le pietre lucane con l’ultima fatica
discografica “ Scaccianuvole”.In anteprima per “ Il quotidiano della
Basilicata”, Erriquez Greppi frontman e fondatore del gruppo si concede ad un’intervista.
Erriquez, subito una domanda sull’ultimo
lavoro. Quali sono queste nuvole da scacciare ?
Le nuvole da scacciare sono quelle delle furbizie al potere.
Noi italiani siamo convinti che la furbizia sia legata all’intelligenza, invece
di premiare l’intelligenza però si premia il furbetto che riesce a girare le
regole, in barba a tutto, all’ambiente e alla persone stesse. Bisogna abbattere
queste nuvole opprimenti, dell’aggressione, del leaderismo. Il cielo
sereno è un cielo di tutti in cui non
devi dimostrare niente, non sei giudicato
in base a quanto puoi essere utile.
E’ un disco
particolare “ Scaccianuvole”, più dolce, più disincantato, meno scatenato di
altri nel sound ma anche duro, reale nei testi. Perché scegliere atmosfere diverse da quelle
che hanno fatto la vostra fortuna?
E’ il disco che più
degli altri rappresenta quello che piaceva a noi, senza pensare di piacere agli altri e di cosa sarebbe
diventato live. La scelta dei testi è obbligata noi siamo dei raccontatori di
quello che succede oggi, non sempre oggi succedono cose belle per cui i
testi raccontano cose abbastanza pesanti
ma sempre affrontate con grandi colpi di
testa contro i muri e cercare di andare avanti. Ogni disco per noi è qualcosa
di differente dal precedente , magari da
fuori si sente poco, ma ogni disco ha
avuto un demo, una sonorità.
Come ti immagini il
nuovo ascoltatore della “Bandabardò” in questo disco? E il vostro
pubblico live in questi anni è
cambiato?
L’ascoltatore del disco, me lo immagino in cuffia, ascolta
il disco leggendo i testi come si faceva
un tempo. Non è un disco da sentire mentre fai altre cose, perché così non ci
entrerai mai dentro, è un disco da vivere nell’intimità. Live il pubblico è
uguale dal 1993 ad oggi, sono passati diciannove anni di abbracci, di sorrisi,
di voglia di fare concerti insieme, di
cantare, di lasciarsi andare, nessuno è mai ridicolo, nessuno è mai fuori dal
suo, tutti si sentono a casa e questo
per me è il miglior premio alla carriera. Ci sono poi oggi i genitori con
figli, tutti appassionati della Banda,
il fatto di trovarsi tutti, genitori e figli sotto il palco a sudare e a gioire con le
canzoni, li avvicina molto in quel momento: ho visto genitori e figli guardarsi
in maniera incredula, è molto bello.
Sono quasi venti
anni, tu che la “Bandabardò” l’hai creata, ti immaginavi questa carriera e
questi successi?
Io personalmente non mi immaginavo niente credo che facendo
un bilancio tra tutti noi della Banda, prima di iniziare si pensava che il gruppo fosse in grado di
fare un paio di dischi, di giocarsela per cinque , sei anni. Invece ci è scappato di mano, è diventata la nostra
vita.Fin dall’inizio abbiamo pesato che duri un giorno o una vita, dovevamo
fare le cose seriamente, se no , non ti diverti. Se vai sul palco a fare il cazzone, prendere la musica
come un momento di sfogo alcolico,
andare sul palco per soddisfare il tuo ego, diventa una cosa fine a se stessa, ti
fai male al fegato e non hai concluso niente. Noi abbiamo fatto le cose da
subito per bene, andando avanti di comune intento, uno scrive, l’altro arrangia
, l’altro si occupa di altre cose, mai accavallati. Se vuoi che diventi un
lavoro, devi trattarlo con il rispetto del lavoro.
Pensi mai che questa
grande emozione possa finire? Pensi alla
fine della band?
La fine me la
immagino sempre non lontanissima, non mi
fa paura assolutamente. Mi immagino una vita legata comunque alla musica, magari fare quelle cose che la
vita da musicista mi ha impedito. Uno che fa il musicista non finisce mai,
potrà finire la Banda, ma non il suonare con divertimento e continuare ad
imparare. L’idea domani di non avere
concerti e nessun tipo di progetto non mi spaventa , perché ho avuto veramente
tanto.
Il live
così energico, con il pubblico che
balla, che caratterizzerà
sicuramente anche il tour estivo, non ti ha mai fatto sentire limitato? Penso
ai pezzi più lenti e dolci.
Il fatto che pezzi lenti non li riusciamo a fare dal vivo è
una mancanza nostra non del pubblico. Non riusciamo dopo 19 anni a chiudere le
danze , a smettere di cercare di dare energia e di dare più poesia , più pancia
, più emozione a quello che facciamo. Ci
sono poi due tipi di poesie, quella più
leggera alla Mario Luzi , che parla di rugiada, noi invece siamo più alla Neruda, sesso, sangue, passione, guerra,
lotta. Siamo folli ma non meno di quelli che stanno aspettando che il
capitalismo vada avanti. Ci aspettiamo un’estate di fuoco, la scaletta sembra
essere bellissima, cercheremo di fare pezzi che abbiamo fatto poco dal vivo, ci
saranno delle sorprese.
Cosa è la Bellezza?
La Bellezza è una sacca enorme dove metti animo, gentilezza,
voce, di per sé è un contenitore di qualità.
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