Dente "tra di noi" con il nuovo tour
di Francesco Altavista
Tito –La musica
indipendente è arrivata all’auditorium “
Cecilia- centro della creatività “ di Tito, con il concerto di Santo Stefano
per opera di Giuseppe Peveri, in arte Dente con il tour “ Io tra di noi”
succeduto all’omonimo lavoro
discografico . Ad organizzate il
concerto l’associazione “ Generazione zero” con “Amnesiac Art “,
Multietnica” e con il patrocinio della
“Città di Tito “. Dente è considerato
dai più generosi il nuovo Lucio Battisti ma è comunque anche ad essere
cattivi una delle realtà cantautorati nuove più importanti in termini di
pubblico. Prima del concerto l’artista di Fidenza nato nel 1976 si concede per una breve intervista per “ Il
quotidiano della Basilicata”.
Giuseppe, “Io tra
noi” arriva ad appena due anni dal successo di “ L’amore non è bello”. Come è
cresciuto il tuo modo di fare musica?
Nella scrittura credo di aver aggiunto
poco o niente, nel senso che la trovo sempre abbastanza mia, in conseguenza a
quello che ho fatto. Ho aggiunto tecnicamente alcune cose, strumenti che non ho
mai usato, tipo degli archi e anche una produzione artistica che non ho mai
avuto. Il disco è nato quando avuto abbastanza tempo per farlo. Ho scelto
alcune canzoni che avevo scritto, perché mi sembravano che stessero bene
insieme, tutto abbastanza naturale.
In questo disco hai
collaborato con due membri dei “Calibro 35”, due polistrumentisti importanti
nell’ambiente . Cosa ci puoi raccontare di questa esperienza e come hai
mantenuto la tua essenzialità?
Abbiamo scelto insieme al produttore chi doveva arrangiare
alcuni pezzi e la novità degli archi è stata accompagnata dalla novità di
Massimo Martellotta ad arrangiare questa sezione, ha fatto davvero un ottimo
lavoro. Gabrielli invece aveva già lavorato con me anche altre volte e sono
andato sul sicuro. L’essenzialità è
stato l’obiettivo che ci eravamo dati. L’abbiamo preso in pieno secondo me,
quello di mantenere la personalità, lo stile pur aggiungendo novità.
Sei un cultore della
parola nei tuoi pezzi. Cosa è per te la parola e cosa significa scrivere in
rima, rischiando la banalità?
Sono stato sempre affascinato dal buon uso della parola e
anche dalla sua attrazione, è una delle particolarità che mi colpisce della
lingua italiana, cioè quello di esprimere concetti magari ampi con pochissime
parole. Una sorta di sfida a togliere sempre di più e di dare una forma
gradevole. L’unica cosa a cui penso è quella di scrivere cose che mi piacciono
di non inserire parole che non gradisco.
La figura della donna
compare in tutti i tuoi pezzi. Come parli della figura femminile ?Parli spessi
di Irene, è la tua Beatrice, la tua Silvia, la tua Laura?
Questa è dura. Non so in realtà. Quando scrivo penso ad una
persona specifica, nella mia testa c’è quello, poi gli altri ci vedono quello
che vogliono. Non amo neanche troppo raccontare se non nelle canzoni appunto.
Mi piace che siano mie senza bisogno di altre parole. Diciamo che Irene è la
persona in assoluto su cui ho scritto di più.
Molto spesso sei
accostato a Lucio Battisti ma non troppo tempo fa hai risposto a Mogol, dicendo
che la canzone non è poesia, allora cos’è?
La canzone è una canzone e la poesia è una poesia. Mi fa un
po’ sorridere quando chiamano uno che scrive canzoni, poeta. Poeta è un’altra cosa, sono cose
semplicemente diverse. Non c’è ne una più altra dell’altra, ti può emozionare
una canzone di più di una poesia e viceversa.
Ami fare spesso anche il dj con musiche degli anni 60. Cosa apprezzi
così tanto di quella musica?
Di quella musica sono affascinato dal suo gusto eterno, sono
musiche senza tempo. Si può fare un dj set nel 2011 con canzoni degli anni 60,
è una grande forza di questi pezzi. In realtà oggi la sfida veramente grande e
fare canzoni senza tempo.
Sei considerato uno
dei massimi esponenti della musica indipendente. Oggi, con al crisi del mercato
discografico, ha ancora senso parlare di musica indipendente e di major?
E’ senza senso effettivamente. Ha senso solo nella forma, ma
in effetti siamo praticamente nelle classifiche insieme a quelli che sono con
le major. Facciamo pressappoco gli stessi numeri e quindi ha davvero poco senso
questa divisione. Io sto anche un po’ cercando di lottare, di toglierla
definitivamente questa divisione, cosa che in altri paesi è successa ormai da
tempo.
Sei all’inizio della
tua carriera e sei molto apprezzato. Esiste secondo te un punto di arrivo?
Non punto a niente. Io vado avanti. Vorrei avere solo la
possibilità di scrivere delle canzoni non ho obiettivi né di vendite né di
pubblico. A me basta andare avanti come sto facendo, pian pianino, se la cosa
riesce , va bene se no, va bene comunque.
Stai facendo un tour
importante, c’è il tempo per fare progetti sul prossimo futuro?
Adesso ho in mente il
tour perché è abbastanza sfiancante quindi ho poco tempo per fare altro.
L’unico progetto a cui stiamo lavorando è riuscire a fare concerti all’estero.
Per adesso solo live.
Cosa è la Bellezza?
Per me la Bellezza è una cosa a cui personalmente non riesco
a rinunciare, ed è una delle cose più piacevoli della vita.
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