Notti al castello con Nabil
di Francesco Altavista
Brienza – Riparte la manifestazione “ Notti al castello – anni ribelli” , dal tre
al cinque agosto, nel fantastico borgo e castello burgentino. Ci sarà musica,
mostre,teatro, divertimento ma anche
riflessione portando al pubblico argomenti che diversamente non
arriverebbero. In quest’ottica anche il concerto d’apertura con i “Radiodervish”,ingresso
gratuito a partire dalle 22:30 al Fosso dello Spineto. Nabil il leader
della band ma anche finissimo intellettuale, si concede per un’intervista, in anteprima per “ Il
quotidiano della Basilicata”.
Maestro, “XL” di
Repubblica è uscita il mese scorso in edicola con una raccolta dei Radiodervish.
La raccolta porta un titolo particolare “ Dal Pesce alla luna”. Che significato
ha questa raccolta ?
Con questa raccolta
celebriamo i nostri 15 anni di attività musicale. “Dal Pesce alla Luna” da una
parte mostra la nostra trasformazione e
crescita musicale e dall’altra ricorda
anche la trasformazione di questo Paese negli anni, in quindici anni. Un
confronto con la nostra storia che partiva da due mondi oriente ed occidente forse dialoganti ma non compenetranti come
invece poi sono diventati, in modo da
offrire una nuova identità culturale e musicale, un nuovo linguaggio
cantautorale mediterraneo, che è una definizione che amiamo attribuire alla
nostra musica.
In questa raccolta
c’è anche un inedito “ In fondo ai tuoi occhi”. Perché scegliere proprio questo
brano per anticipare il nuovo disco di inediti?
“In fondo ai tuoi occhi” anticipa il nuovo lavoro che uscirà ad autunno, l’abbiamo voluto
mettere perché è un brano attuale che racconta un po’ il nostro mondo. Nel
quale finalmente si riconosce una
struttura che ha dato all’umano un volto di consumo, che costringe ad alimentare il
sistema mangia uomini e mangia vita. Ci
sembrava il pezzo più indicato dopo averi visto
le manifestazioni nelle grandi città del mondo. E’ un disco che parla
delle grandi trasformazioni, interne per noi ed esterne per il mondo con il
quale interagiamo.
Maestro lei vive in
Italia da tanti anni, in queste
trasformazioni come si deve comportare la nostra nazione?
L’Italia deve rendersi conto della sua vocazione , quella
della fonte dell’accoglienza, di comunità mondiale . Deve seguire la sua strada
di patria di convivenza. L’Italia si
deve rendere conto a cosa è chiamata, ha una posizione privilegiata nella convivenza
tra diversità, potrebbe diventare esempio per il mondo. Ha questo interessate
ruolo fonte di integrazione ma anche luogo di sperimentazioni e di soluzioni.
Lei ha sperimentato,personalmente
il confronto con culture diverse, da
quella araba a quella greco ortodossa e poi italiana . Come è riuscito ad accogliere queste culture e tradizioni diverse?
Avere l’accesso
e sperimentare la poesia tra i mondi è
stata possibile grazie alla contaminazione. Io non credo alla purezza delle
cose, dobbiamo essere capaci di ricrearci e rigenerarci in una perenne contaminazione. Se la propria cultura è capace
di aprirsi al diverso diventa rigenerazione dell’umanità. Detto ciò durate
questi anni ho capito non soltanto di sapere di più sulla cultura del Paese che mi ha ospitato e del quale sono diventato
parte, ma mi è servita per ripercorrere le mie origini arabe da un’altra posizione ,mi
ha permesso di scoprire delle sfumature che non avevo notato. E’ una
posizione che mi ha fatto vivere in una specie di idillio culturale.
Maestro, come ha
vissuto la seconda primavera araba?
Temo molto gli
effetti di questa seconda primavera araba perché già vedo i giochi di potere che puntano a
rubare, a perdere di nuovo tutte le premesse della rivoluzione per le quali in molti hanno sacrificato le proprie vite. Ho parlato
con i giovani rivoluzionari per strada,
con degli intellettuali, avevano tutti delle grandi speranze Vedere poi i
risultati delle elezioni mi allarma tantissimo, temo che per la seconda volta,
questa speranza venga rubata alla
popolazione
Maestro lei ha
origini in una delle famiglie arabe più antiche la stessa di Maometto. Alla sua
famiglia nel 1948 dopo l’istituzione dello stato di Israele, sono stati tolti i propri terreni, un terribile paradosso vive da anni
in quelle terre….
La storia è piena di paradossi, questo è molto particolare
più di 60 anni che esiste il problema, fino a molto tempo fa è stato ignorato.
La cosa essenziale in questo conflitto è ricostruire una memoria storica.
Bisogna ricostruire una esatta immagine storica, fatto questo si può passare ad
una conciliazione, c’è tutta la buona volontà del popolo, ma si è fatto di
tutto per distogliere l’attenzione da ciò che è funzionale al processo di pace.
Nabil, lei è anche
stato giornalista ed ha raccontato per la televisione araba diversi eventi con
occhio occidentale, tra cui l’l1 settembre. Cosa è successo per lei quel
terribile giorno?
E’ prima di tutto una
tragedia umana. Poi ha cambiato il mondo, un nuovo concetto di potere mondiale,
una nuova politica di controllo
sistematica del mondo. Il potere ha
avuto legittimazione popolare all’uso di nuove tattiche e mezzi
per direzionare il mondo secondo i suoi interessi. La tragedia è stata usato
per avallare i controllori al nostro mondo. Io credo che ci debba essere un
altro in un modo diametralmente opposto, 11 settembre culturale per costringere
il mondo a tornare alla misura d’uomo. Il
mostro chiamato mercato e finanza ha trasformato gli uomini in pile che
alimentano il sistema. L’uomo deve tornare al centro della vita mondiale e dell’interesse globale.
Concludiamo. Cosa è
la Bellezza?
La Bellezza è come
una luce che illumina il buio e ci porta verso i luoghi dove il cuore e la mente
si sentono in pace, in armonia. Ci porta dove ci si sente parte di una
creazione più grande che ci sprona ad
essere attivi, felici. La Bellezza è la realizzazione e il compimento
dell’amore.
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