Il sogno eretico di Caparezza
di Francesco Altavista
Matera – Il profeta
Caparezza sarà questa sera al Palasassi di Matera , con l’” Eretico tour”
succeduto allo straordinario successo, disco di platino, dell’album “ Il sogno Eretico”. E’ indaffarato
nelle sue numerose attività, i suoi concerti fanno registrare quasi sempre il
tutto esaurito ed è ancora richiestissimo tanto che la tournée è stata
prolungata. Ciononostante Michele Salvemini di Molfetta detto Caparezza lascia
per un po’ i suoi impegni, per un' intervista in
anteprima a “ Il Quotidiano della
Basilicata.
Michele, nell’album
precedente “ Le dimensioni del mio caos”
lasciavi sì un po’ d’amaro in bocca ma anche tanta speranza. In questo “
Il sogno eretico” invece sembra che la
via d’uscita non ci sia. Hai cambiato la tua visione della realtà?
Diciamo che ho una forma di
disillusione nei confronti della vita in generale. Questo però non fa di
me una persona particolarmente frustrata
e depressa, riesco ancora ad essere solare. Solo vedo che non si impara nulla
dal passato e dagli errori. Non sempre gli errori che si commettono servono poi a proseguire nella giusta
direzione. Questo album è un incubo più che un sogno. Un incubo dal quale non
riesco a svegliarmi e cerco appiglio negli
eretici e in Danton; verso quelle persone che hanno la forza della critica.
A proposito di Danton: sei passato da un album
sul sessantotto ad un pezzo disilluso come “ La ghigliottina”.Cosa dal sogno di
una società come quella delle scimmie Bonobo, pacifica e in amore totale, ha
scatenato questo incubo dal quale non riesci ad uscire?
I Bonobo era una provocazione, all’epoca quando ho scoperto
dell’unico animale pacifico sulla terra, ne sono stato irrimediabilmente attratto.
Per quanto riguarda tutto il resto è nata da una considerazione: ho pensato ad un certo punto che non sempre le
rivoluzioni vanno a buon fine. Il disco come hai detto, era tutto dedicato alla
rivoluzione del sessantotto, o al concetto di rivoluzione. Questo è un
risveglio da quel concetto, alla fine non è cambiato un granché. In un pezzo
come “ La ghigliottina” viene esplicitato questo pensiero, ogni volta c’è chi
scende in piazza , chi protesta, chi urla il proprio dissenso e poi si prosegue comunque senza tenerne conto. Questo
è ciò che ha scatenato l’album.
Nel pezzo che dà il
titolo all’album, “ Il sogno eretico” fai riferimento a tre eretici : Giovanna
D’arco, Girolamo Savonarola e Giordano
Bruno. Oltre all’iniziale del nome in comune cos’altro ti ha spinto a metterli
insieme in un pezzo?
Quando ho scritto questo pezzo ho cominciato a studiare gli
eretici, molte cose le sapevo per sommi capi. Ho cercato di approfondirli. Sono tanti e mi dispiace
che sia rimasto escluso per esempio Martin Lutero. Ho voluto però prendere tre
personaggi che hanno in comune oltre che la loro popolarità, la G. Una viaggio
mentale, tre G che minuscole e capovolte
l’una vicino all’altra facevano venir fuori 666. Mi son fatto questo
viaggione senza senso, mi faccio un po’ traghettare da queste che sono cazzate
alla fine. Quello che mi affascina di più
è Giordano Bruno perché si è trovato tra due fuochi quello della
scienza, intelletto e conoscenza e
quello della fede. Alla fine è finito sul terzo fuoco quello che l’ha bruciato.
Questa sua vita a metà tra la fede e la scienza mi ha sempre affascinato.
Savonarola non è che lo stimassi tanto, ma mi piaceva di lui il fatto che
avesse predetto la morte di Lorenzo De Medici, quindi oltre ad essere un
moralista aveva il tarlo di combattere il potere. Giovanna D’arco sentiva le
voci e mi limito a questo. In effetti mi piaceva parlare di
una donna eroica anzi una ragazza eroica che ha guidato degli
uomini.
Sei considerato da
molti in questo periodo, probabilmente anche per il peso culturale che ha
quest’ultimo album, la tua bravura nel mettere insieme le parole e al valore
profetico insito dei tuoi pezzi, come il Dante della musica. Sei d’accordo? Tra
qualche anno vedremo un tuo album in studio nelle scuole?
No, assolutamente no.
Dante è inavvicinabile anche dal più colto di tutti. E’ uno dei pochi veri
grandi della letteratura italiana che io lascerei sull’altare. Dante è
pericoloso, essere accostati a Dante o a De André è in generale sempre un po’
sacrilego, preferisco quindi fare un passo indietro. Io da piccolo non
ascoltavo solo musica colta, ascoltavo anche con molto piacere le canzoni di
Pippo Franco senza vergognarmi neanche un po’. Amo ciò che è aulico ma anche
ciò che traumatizza. Mi piace la scrittura, subisco la fascinazione del
linguaggio italiano e mi piace usufruirne, poi come avrai notato non rimango a
pontificare usando paroloni, mi piace anche essere semplice, mischiare il sacro
e il profano, l’alto e il basso, non sono un snob come quelli con la puzza sotto il naso, quelli del :“
Io sono io e voi non siente un cazzo”. Nelle scuole è meglio che si studi la
letteratura seria, imparando dal passato.
Sul pezzo forse più suggestivo dell’album , “ Non
sono stato io” , una volta hai detto che
non è Caparezza che parla ma Michele.
Come vivi questo dualismo, tu e il tuo personaggio?
Rispondere a questa domanda è difficile perché potrei essere tacciato di
schizofrenia. Nel senso che il personaggio Caparezza non riesco ad inquadrarlo
bene in terza persona, come se fosse realmente distante da me. Ovviamente vengo
percepito come personaggio però Caparezza non ha delle opinioni diverse da
Michele Salvemini, ha solo un modo eclettico ed artistico di esprimerle. Ciò
che detto da Michele risulterebbe noioso,
non lo sarebbe cantato da Caparezza che non è altro che un artificio per raccontare quelle cose in
maniera divertente. Bisogna riuscire a raccontare qualcosa in maniera più
efficace del linguaggio normale. Se dovessi esprimere un parere contro la
guerra, potrei risultare retorico, attraverso una canzone quella stessa cosa
diventa interessante.
A proposito di
metafore. Prendiamo in prestito da Giordano Bruno, la mordaccia, la maschera usata
per bloccargli la bocca. Oggi secondo te ci sono cose per cui l’artista subisce
dal potere la mordaccia in bocca ? E da
questa la musica detta indipendente si salva meglio degli artisti legati alla
major come te?
Nella musica esiste
se la fai esistere tu, artista. Credo che oggi non ci sia paura di dire niente,
io sento in giro dei linguaggi che soltanto trenta anni fa, sarebbero stati
considerati quanto meno audaci.
Adesso si può dire praticamente tutto.
Si arriva addirittura a parlare male uno dell’altro, dicendo fesserie nelle
canzoni. La morsa in bocca dipende esclusivamente non tanto dall’artista ma da
chi vuole farti cantare in questa o quell’altra trasmissione televisiva o in
questo o l’altro concerto. Se per esempio fai un pezzo anti- leghista e lo vai
a cantare in una città leghista, potrebbe succedere che qualcuno si metta di
traverso. Non è l’artista ma tutto quello che viene dopo. Per quanto riguarda la musica indipendente,
ci sono altre problematiche. A parte che ho fatto sempre fatica a capirla
questa parola. Indipendente è un termine talmente lato che fatico. In generale
i problemi sono sempre gli stessi, non è che un settore fa diventare
direttamente interessante la musica. La responsabilità dell’arte e della musica
è solo dell’artista, non di ciò che lo circonda.
Concludiamo. Cosa è
la Bellezza?
La Bellezza per me
non è l’estetica. Quest’ultima studia la bellezza con canoni oggettivi, io
penso che la Bellezza sia come le emozioni. Francamente non sono torturato da
questa idea. E’ un concetto che se estetico non mi interessa.
Nessun commento:
Posta un commento