sabato 11 febbraio 2012

Nando Paone, il trasformista

da " Il quotidiano della Basilicata"

Nando Paone in "Se ci amiamo non ci estinguiamo"


di Francesco Altavista 


Potenza -  E’ sicuramente tra i momenti più attesi della rassegna teatrale di Potenza 2011-2012 “ Voglia di teatro” di “ Cose di teatro e musica”, arriva al teatro “ F. Stabile” questa sera a partire dalle 21:00   il grandissimo Nando Paone con “ Se ci amiamo non ci estinguiamo” nella sezione “ Comic Festival”. Una commedia divertente scritta da Cetti Sonnella   e diretta dall’immenso Paone. Arriva nel capoluogo lucano dopo i suoi successi cinematografici con  il sequel “ Benvenuti al Nord” di Luca Miniero con Siani e Bisio, ma è praticamente un’istituzione del teatro italiano. In anteprima  Nando Paone si concede ad un’intervista per “ Il quotidiano della Basilicata”.    
Maestro, sono tanti spettacoli nella tradizione napoletana che parlano  delle crisi familiari.  La pièce che la vedrà a Potenza e che chiude la trilogia della Sonnella da lei portata in scena, lo fa da un punto di vista inedito. In che modo “ Se ci amiamo non ci estinguiamo” parla di famiglia?
Questo spettacolo parla della crisi familiare in quanto racconta un segmento della vita di tutti i giorni dal punto di vista degli anziani, che sono ahimè  fin troppo dimenticati dalla società. Cetti Sonnella vuole porre in risalto il disagio dell’essere umano. Lei ama molto parlare del disagio umano, questo volta concentrandolo sull’anziano e su tutto quello che gira introno a loro, tante è vero che vedremo due figli, una nipote che è geriatra, tutti  pieni di nevrosi, si potrebbe dire che l’anziano è quello meno suscettibile alla nevrosi perché ormai ha vissuto la sua vita e vorrebbe essere solo più ascoltato e considerato. E’ uno spettacolo esilarante ma che porta lo spettatore ad emozionarsi, a capire e discutere  determinate tematiche e crediamo che questo sia il senso del teatro: il teatro è un arena di discussione.
Lei ha formato un laboratorio teatrale alla “Sala Molière “. Come è Nando Paone in versione insegnante?
Io insieme a Cetti Sonnella, ci tengo a precisare, non insegniamo, perché l’arte non si può insegnare. Non cerchiamo di individuare ragazzi che abbiano talento, tante è vero che non è un scuola ma un laboratorio di formazione teatrale. Forniamo i mezzi , le armi, gli stimoli e poi regaliamo loro la nostra esperienza cosa che non credo facciano tanti pseudo insegnati. L’attore di teatro, specie napoletano è molto egoista non regala, si tiene stretta la sua tradizione. Noi cerchiamo di far capire i tempi comici, di far capire che il teatro è gioco di insieme. Gli spettatori vedranno a Potenza come cinque attori sono cinque protagonisti, a questo cerchiamo di portare i nostri allievi.
Lei è un attore che fa parte di quella napolaneità elegante, una risata studiata di stampo classico, eduardiano , come si è trovato con una comicità semplice come quella di Siani  ?
Io ho cercato comunque di inventare. Ho fatto il lavoro che deve fare un attore delle mie caratteristiche. Io l’ho trasformato in balbuziente , non era così nella sceneggiatura iniziale. Credo che un attore debba sempre portare del suo bagaglio all’interno del lavoro che intraprende. La comicità di Alessandro Siani  è di tipologia diversa dalla mia. Lui è una tipologia più vicina  al personaggio del giovane napoletano, è più maschera, mentre io cerco di fare l’interprete, di inventarlo a modo mio, cerando di stupire il pubblico. Non mi diverte proporre me stesso. Mi sono trovato comunque benissimo perché Alessandro è un bravo professionista anche dal punto di vista umano.
Non c’è solo “ Benvenuti al nord” ma anche un film che uscirà per la regia di Matteo Garrone. Nella sua carriera a parte alcune esperienze, le  ultime con Salemme ,  ha scelto sempre il teatro alla pellicola , perché ora c’è questo suo avvicinamento al cinema?
Il cinema non sempre mi ha fatto  proposte interessanti e quindi io preferisco la mia nicchia ma scegliere le cose che faccio , nel bene  e nel male. Ho preferito continuare a lavorare nel teatro,perchè  lo trovo molto più stimolante, il teatro è una magia che si ripete ogni volta che c’è uno spettacolo. Quando però poi si incontrano personaggi come Luca Miniero che è un regista molto aperto oppure come Matteo che nella sua tipologia è unico, lavorare nel film di Garrone è stato come fare teatro,è  bellissimo fare cinema.
Maestro, in conclusione torniamo al teatro. Lei ha  fatto  parte di un compagnia incredibile, solo a pronunciare i nomi vengono i brividi :  Salemme, Casagrande, Buccirosso e Paone,  un gruppo davvero  straordinario e molto rimpianto. Perché si è sciolto?
Se lo chiedono tutti e questo mi fa molto piacere perché vuol dire che manchiamo al pubblico.A me è successo questo:ad un certo punto si è interrotta una serie di combinazioni che ci portavano a lavorare insieme. Molti pensano a degli screzi, delle liti, delle divergenze ma nulla di tutto questo, ognuno per la su strada e ognuno di noi ha fatto delle scelte ben precise: Buccirosso scrive le sue commedie e se le dirige ed ha un bel successo, Casagrande idem, ora sta aspettando l’uscita di un suo film, Vincenzo che ha continuato con la sua drammaturgia è la prima compagnia d’Italia a livello d’incassi. Capisco il dispiacere del pubblico, mi piacerebbe un giorno rimetterci tutti e quattro e fare “ E fuori nevica”  tutti è quattro con le stampelle o in sedia a rotelle perché ormai  siamo vecchietti.
Cosa è la Bellezza? 
  Io sono un esteta, sono diplomato all’istituto d’arte e come hobby ho la pittura, quindi bella domanda. La Bellezza è l’espressione del  difetto.      

            

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