da "Il quotidiano della Basilicata"
" Giorni scontati" di vite dietro le sbarre
di Francesco Altavista
Potenza – Questa sera al teatro “ F. Stabile “ di
Potenza, con sipario alle 21:00, ci sarà
il primo appuntamento della sezione speciale “ Ri-pensamenti” della rassegna
teatrale “ Voglia di teatro-teatri in rete”.
“ Giorni scontati” è lo
spettacolo che sarà messo in scena ad inaugurare questa sezione, quest’anno
dedicata dagli organizzatori di “ Cose di teatro e musica” alle donne. “Giorni scontati” che sarà preceduto da un dibattito alle 18:00
dal titolo “ Redenzione e rieducazione” è
uno spettacolo e un testo davvero
interessante scritto da due autrici esordienti ma attrici di fama : Daniela
Scarlatti e Antonella Fattori che sono venute in contato artistico attraverso
incontri e seminari al carcere di “Rebibbia” con la detenzione al femminile.
Quest’ultime sono anche tra le
protagoniste della pièce insieme a Giusi Frallonardo e Lia Zinna, con la regia
di Luca De Bei. La bellissima Antonella Fattori che con questo spettacolo torna
al teatro carica di successi televisivi
e cinematografici, si concede per un’intervista a “ Il quotidiano della
Basilicata”.
La colpa, la detenzione
e la voglia di cambiamento, sono tre temi forti di “ Giorni Scontati” Come è
riuscita a scrivere con Daniela
Scarlatti, uno spettacolo che mettesse insieme questi fantasmi ?
Ci siamo soffermate
sulle emozioni, le sensazioni , i dolori ma anche le gioie che queste
quattro donne in convivenza forzata provano. Portano momenti di ilarità,
momenti drammatici, momenti difficili, momenti di solidarietà succeduti naturalmente a delle colpe, ognuna
diversa dall’altra, in donne in tutto diverse tra di loro. Sono costrette alla convivenza e da qui
nascono tutte le contraddizioni della costrizione.
Cosa è significato per lei interpretare un
mondo così forte e oscuro?
E’ stata un’esperienza che ha lasciato in noi un segno indelebile per tutta la vita. Esperienze
che rimarranno nei nostri cuori, perchè sono donne che vivendo delle situazioni
difficili hanno anche una grande umanità. Alcune hanno la voglia di cambiare,
altre probabilmente non ci riusciranno
però sono esperienze che segnano in maniera profonda. Quando si va in
carcere si prende la cosiddetta “carcerite”: rimane questo grande sentimento
di solidarietà e pietà per queste donne.
Sono tutte donne in
scena, è uno spettacolo al femminile. Quale è il carattere di femminilità di
una donna in carcere?
Per le donne in
carcere le cose fondamentali sono i figli, l’amore e l’omosessualità. Si
parla di figli, di mariti o compagni e l’omosessualità che noi raccontiamo poco
ma nelle carceri c’è molto perchè chiaramente l’unico rapporto che puoi avere per tanti anni
è quello con le tue colleghe detenute. E’ stato importante per noi aver carpito l’essenza di queste donne.
In questo spettacolo
lei interpreta Maria Pia, in carcere per un reato finanziario. Da cosa nasce questo personaggio?
Questo spettacolo nasce dopo tangentopoli, quando anche persone comuni si ritrovavano in carcere per
tangenti. Abbiamo voluto raccontare e mostrare che chiunque può andare in
carcere per un errore. Ci piaceva raccontare
non solo ladre, assassine ma
anche una persona nella quale il pubblico si potesse più facilmente immedesimare.
Infatti chi viene a vedere lo spettacolo
capisce subito che Maria Pia che è un’imprenditrice edile che ha sbagliato, è il personaggio più simile
a loro. E’ l’elemento più comune
rispetto agli altri personaggi che sono più borderline.
Volendo fare una
forzatura si può dire che il suo ritorno
al teatro dove il pubblico si sente respirare, è un’uscita dal carcere televisivo, dove
recita anche chi non è attore?
Sono due cose
totalmente diverse: la televisione diciamo che mi ha dato la popolarità. Il
teatro ti dà emozione. Lo spettacolo lo fai tu insieme al pubblico ed ogni
volta è sempre diverso. In televisione non senti il pubblico non lo senti
vibrare, soffrire, sorridere insieme a te. Il teatro mi è mancato molto e me ne
sono accorta adesso, tornandoci.
Cosa ha significato
per lei frequentare l’accademia di teatro “ Silvio d’amico”?
Sono stati gli anni più belli della mia vita. Io avevo
insegnati di tutto rispetto, da
Ronconi, a seminari con la Vitti con
Moschin. Ho avuto anche Andrea Camilleri che ci faceva la regia televisiva. Con
questa scuola si entra in questo mondo dalla porta principale. La “ Silvio
d’amico” è la scuola storicamente più importante d’Italia, dalla quale escono
ancora oggi grandi attori. Ci sono anche altre scuole qualificate, certo il
fascino e la magia della “ Silvio d’amico” sono inimitabili.
Cosa è la Bellezza?
La Bellezza è una luce abbagliante.
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