domenica 19 giugno 2011

Sud Sound System dal Salento i venti anni di carriera

da " Il quotidiano della Basilicata"

Sud Sound System tra passato e futuro


di Francesco Altavista


Banzi – Festeggiano i loro primi venti anni di carriera, sono i Sud Sound System in concerto gratuito a Banzi domani in piazza Guianturco. La band salentina, pioniera del raggamuffin italiano, è composta da Nando Popu, Don Rico e Terron Fabio, GGD e Papa Gianni. Conosciutissimi dal pubblico giovane italiano e non solo, faranno ballare la piazza della cittadina lucana con il loro ultimo lavoro :“Ultimamente”. Un disco apprezzato dalla critica per un sound migliorato ricco di colori e sapori del Salento senza dimenticare il reggae. In anteprima Nando Popu concede un’intervista esclusiva per “ Il quotidiano della Basilicata”.

Nando, “Ultimamente” è il vostro ultimo album ed arriva dopo 20 anni di carriera. In che modo questo album riassume questi anni ?

Noi raccontiamo dall’inizio della nostra carriera sempre allo stesso modo. Prendiamo ispirazione da quello che accade,siamo ragazzi di strada e altro non possiamo fare. In questo album c’è di tutto, non solo sud perché noi meridionali siamo ovunque, quindi rappresentiamo anche questa sorta di esodo, questa forma di rappresentare il cittadino del mondo senza confini, senza limiti. Poi chiaramente sono venti anni quindi c’è un miglioramento dal punto di vista musicale, a volte gli accordi raccontano molto di più delle parole stesse. Andiamo quindi alla ricerca anche della sensazione musicale, crediamo fortemente che la cosa più importate della musica sia il ritmo. Quest’ultimo come esempio di liberazione del corpo, là dove il corpo è schiavo per esempio delle ore di lavoro. La danza è liberazione; è quello che abbiamo imparato dai nostri nonni. La taranta non è liberarsi dal veleno di qualche ragno, ma dal veleno che si ha dentro.

Quindi con la vostra musica rimettete l’uomo alienato in contatto con il mondo?

Forse è il contrario, è la musica che si serve di noi per ricordarci questa attitudine all’umanità e non a perderci nella città dell’essere. Questa è una cosa che ho scoperto con il tempo, studiando la mia terra, proprio nel momento in cui si stringe questa sorta di cappio al collo, in passato la gente si liberava proprio con la danza, forse perché è un rimedio che si può trovare ovunque, non ha controindicazioni ed è uno dei linguaggi più antichi della terra. Questo spiega anche il fatto che un gruppo come noi che viene dal Salento si fa capire in giro per il mondo.

In questi anni di concerti e di musica, hai mai avuto la sensazione che qualcosa di quello che cantavate sul palco fosse stato frainteso o magari estremizzato?

Ti faccio un esempio: noi a volte ci sentiamo come dei mattoni, pensa ad una casa incompleta a cui mancano proprio quei pezzi, ma nessuno lì usa. A volte musicalmente abbiamo avvertito questo modo di fare. Poi ancora oggi il dialetto viene considerato sempre un qualcosa di basso livello, bene che va ti considerano World Music ma spesse volte non guardano ai testi, alle intenzioni. Tutto questo perché la musica viene considerata da tanti come strumento del mercato. Noi non sappiamo se nei prossimi anni saremo ancora propensi a firmare contratti con major o altre etichette, visto che oggi con internet possiamo fare tutto.

I Sud Sound System suonano reggae unendolo alle tradizioni del Salento. Quest’ultima una terra considerata depressa fino a pochi anni fa, oggi sembra che sia in ascesa artistica come tutta la Puglia. Nella tua terra cosa è cambiato? Che consiglio dare alle altre regioni del sud?

E’ da una decina di anni che si respira quest’aria, noi abbiamo avuto la fortuna ti avvertire questo cambiamento ancora prima , all’uscita del nostro primo album negli anni novanta. Erano le idee che ci precedevano. Per una sacco di tempo c’è stata la dance hall pirata, ci radunavamo nelle campagne, facevamo feste dove non si potevano fare. Ascoltare la musica in modo sano senza business o “Sacra corona “.La musica in un certo ci ha salvato da questo punto di vista . Questa cosa è servita perché venivano ragazzi da tutta l’Italia, dai centri sociali dal nord, era il metodo che vinceva non il luogo fisico. La Puglia si è alzata in piedi, in questa regione siamo come tutti questi ragazzi che stanno cambiando le cose, facciamo parte di quel tessuto di cittadini che hanno votato un omosessuale comunista presidente, neanche in Norvegia sognano queste cose. Il segreto è credere nelle persone e nelle idee non nelle istituzioni.

Siente visti da gran parte del pubblico anche come la bandiera della legalizzazione della cannabis e nei vostri concerti diciamo che il pubblico ne fa uso massiccio. Quale è il tuo parere sull’uso della droga?

Credo sia più una questione di antiproibizionismo,magari poi uno fuma, gli altri neanche fumano, è passato tanto tempo non siamo più ragazzini. Il problema è il proibizionismo perché porta all’illegalità. Poi chiaramente c’è distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, quindi comparare spinello e cocaina vuol dire fare del male. In Italia siamo l’unica entità idiota che ha un atteggiamento assurdo verso le droghe leggere, ci si deve guardare attorno e non dico all’Olanda ma alla Francia,alla Spagna. Abbiamo visto i danni del proibizionismo, abbiamo visto amici uccisi dalla mafia, è questi ultimi sono caduti di mafia come lo sono i giudici.

Cosa è la Bellezza?

A volte la Bellezza è anche stupida. La Bellezza greca era la simmetria, ma forse era un pretesto. Può essere armonia ma anche la non armonia. La Bellezza bisogna cercarla.

mercoledì 15 giugno 2011

Zamuner e il conservatorio Gesualdo da Venosa di Potenza

da "Il quotidiano della Basilicata"

Zamuner cambia musica in conservatorio


di Francesco Altavista

Potenza – Il maestro Umberto Zamuner pianista di fama nazionale e internazionale, già titolare di cattedra sarà il nuovo direttore del conservatorio “ Gesualdo da Venosa” di Potenza. La sua elezione arriva in un momento particolare del mondo degli istituti di cultura superiore musicali, per la riforma della legge 508. Il maestro in un’intervista esclusiva per “ Il quotidiano della Basilicata” spiega i suoi obiettivi nel traghettare il conservatorio di Potenza verso l’innovazione.

Maestro, come il conservatorio di Potenza si appresta a recepire la riforma della legge 508 che sostanzialmente trasformerà i conservatori in vere e proprie Università?

I vecchi corsi tradizionali del conservatorio saranno ad esaurimento, rilasceremo i titoli accademici classici. Nel frattempo rimane un vuoto: la riforma di tutta la struttura musicale del nostro paese a partire dalle scuole, non è stata attuata completamente per cui, in questa mancanza, istituiremo dall’anno prossimo, come tutti i conservatori d’Italia, dei corsi di fascia pre - accademica. Dei corsi rivolti a colmare le mancanze derivanti da una riforma non completamente applicata( mancano licei, scuole elementari e medie). Questo è quello che ci aspetta della riforma per la prima volta l’anno prossimo. I corsi triennali sono già partiti quest’anno, abbiamo anche avuto il programma approvato dal ministero per cui con i corsi siamo già partiti. Teoricamente ci sono le stesse materie di prima, ma sono strutturate in modo diverso,i trienni hanno crediti, materie con ore di studio. Nei corsi pre -accademici non ci saranno dei crediti ma obiettivi di apprendimento specifici divisi in tre livelli che i ragazzi dovranno raggiungere. Penso che questa riforma dia una grande opportunità, infatti possiamo muoverci in autonomia,modificando i programmi che vengono costruiti da noi docenti. Il vecchio conservatorio ha fatto cose grandiose ma aveva delle criticità. E’ impensabile che all’esame di pianoforte il pezzo considerato moderno è di Brahms, dobbiamo cercare di offrire ai ragazzi un repertorio diverso, programmi moderni, soddisfacenti, offrendo comunque completezza e professionalità.

Si può dire che lei sarà il direttore dell’innovazione, che porterà il conservatorio verso la modernità?

Io penso che il vecchio è sempre importante, quello che è stato prima di noi è sempre buono e da studiare. Ma noi siamo anche il futuro e dobbiamo proiettarci verso il nuovo, quello che ancora si deve scrivere, non con paura e preoccupazione, affrontarlo e tirarne fuori le esperienze, far diventare la nostra conoscenza qualcosa di importante. Quest’anno attiveremo anche il biennio di musica elettronica che non c’era, questa era una delle domande forti che veniva dal territorio. Un’altra era la musica jazz. Non so se sono il direttore dell’innovazione , sono sicuramente il direttore della riforma è stato anche uno dei motivi che mi ha spinto a candidarmi, capire dove la riforma ci porterà e con l’aiuto di tutti possiamo indirizzarla verso la direzione giusta, verso il riacquisto di prestigio da parte dei conservatori.

Dopo diversi anni di insegnamento nel conservatorio di Potenza, come vede il rapporto dei giovani di questa regione con il conservatorio a volte considerato un po’ austero?

Io ho la fortuna di avere dei ragazzi veramente bravi in classe da me, qualcuno di grande talento che va coltivato. Non si può prescindere dal ruolo del vecchio insegnante,quest’ultimo deve coltivare queste piantine forti che possono dare dei frutti eccezionali. Noi non vogliamo essere austeri e come quando i ragazzi mi dicono:” maestro, Back è complicato “. Non è vero dietro il parruccone di Bach, c’è una persona che si divertiva a fare musica, casa di Bach era una fabbrica di musica, gente che si divertiva. Noi dobbiamo cercare di portare il conservatorio verso tutti quelli che vogliono fare musica, il conservatorio deve diventare il centro di qualsiasi attività musicale. Alla fine del mese di giugno faremo questo festival di Master Class di musica jazz, secondo me molto belle, con una partecipazione massiccia di ragazzi. Il conservatorio non è solo studio classico, ma un posto dove si fa musica per il piacere di farlo.

Dagli allievi del conservatorio viene una richiesta: formare un’orchestra del conservatorio di Potenza. Ci sono le condizioni e le possibilità per formarla ?

E’ una delle mie priorità. Io penso che il conservatorio debba esprimere le singole scuole e la professionalità di ogni singolo docente proprio attraverso l’orchestra e il coro di un conservatorio: sono l’anima di un conservatorio. E’ impensabile che non ci sia. Noi per tanti motivi non ci siamo riusciti, ma adesso farò di tutto per formare un’orchestra di certo non grandissima; cominciare con un’orchestra da camera che possa essere professionale e ogni tanto inserire nuovi ragazzi. Perché questi ragazzi di Potenza sono eccezionali, affrontano sacrifici enormi, sono straordinari e devono avere anche loro la possibilità di esprimersi in un’orchestra, di farli esprimere anche fuori dalla propria terra. Questo è conservatorio.

Dal conservatorio del direttore Zamuner che tipo di allievi dopo aver completato il ciclo di studi usciranno? Cosa deve consegnare loro il conservatorio di Potenza?

Il conservatorio darà all’allievo la possibilità di affrontare la musica, si potranno inserire nel mondo della musica in maniera competente e anche combattiva con gli altri. I ragazzi che fanno bene troveranno la strada per esprimere quello che hanno costruito, i sacrifici che hanno costantemente fatto. Bisogna far bene per considerasi, per avere coscienza di sé, poi se hai fatto così bene sicuramente prima o poi sarai premiato per quello che hai fatto. E’ una carriera complicata come lo è per le altre materie, l’importante è che si faccia con sacrificio, passione, decisione, sono convinto che queste cose vengono premiate nella vita. Il conservatorio di Potenza può sicuramente grazie ad un corpo docenti di primissimo livello dire la sua a livelli nazionali e internazionali.

Cosa vuol dire fare arte, da musicista e da insegnante?

Fare arte è la consapevolezza di star facendo una cosa bellissima che appaga sempre. Allo stesso tempo è una cosa difficile. Lo dico sempre ai miei allievi : “ voi non vedrete mai il vostro risultato subito”. Noi che abbiamo a che fare con l’arte non conosciamo il tempo della realizzazione , della soddisfazione. Mai un musicista potrà dire: sono un artista completo, ho raggiunto la perfezione. C’è sempre da imparare. La stessa cosa da insegnate, si ha il privilegio di fare una cosa bellissima che appagherà perché per fortuna non siamo fatti solo di materia ma di emozioni, di creatività e di arte.

Cosa è la Bellezza?

La bellezza è qualsiasi cosa che ci fa elevare lo spirito. Qualsiasi cosa che ci mostra la nostra sensibilità, dietro i canoni oggettivi della vita moderna.

lunedì 13 giugno 2011

L'essenziale per Federico Zampaglione dei Tiromancino


da" Il quotidiano della Basilicata" Il leader dei Tiromancino racconta la sua arte prima del live di Stigliano (mt)
"L'essenziale" di Zampaglione


di Francesco Altavista

StiglianoIl 13 giugno a partire dalle ore 21:00 circa in piazza Monumento a Stigliano, ci sarà l’atteso concerto dei “ Tiromancino” per festeggiare il santo patrono. E’ infatti con l’eleganza, la delicatezza noir e la poesia della band di Federico Zampaglione che nella cittadina in provincia di Matera si vogliono concludere i festeggiamenti. I “Tiromancino” in formazione rinnovata invaderanno la piazza con i nuovi brani dell’ultimo album “ L’essenziale” e con una selezione di pezzi più significativi del loro repertorio. Lo spettacolo offrirà al pubblico anche le proiezioni e suggestioni visive di Dario Albertini, l’artista che ha diretto gli ultimi video del gruppo e che cura l’allestimento scenografico del tour. Federico Zampaglione (voce e chitarre - acustica, elettrica, slide) sarà affiancato sul palco di Stigliano da Emanuele Brignola al basso, Stefano Cenci alle tastiere e Ivo Parlati alla batteria. Zampaglione oltre ad essere l’anima e autore dei testi della band e anche regista talentuoso di due film, “ Nero bifamiliare” con una splendida Claudia Gerini e il film horror uscito nel 2010 molto apprezzato “ Shadow”. In anteprima il cantautore romano si concede per una breve intervista con “Il quotidiano della Basilicata”

Federico nel tuo ultimo album fai diverse riflessioni, Ma cosa è l’essenziale per l’esistenza umana deturpata dalla famosa frase “Nietzschiana”, “Dio è morto” ?


L’essenziale in realtà è quello che ci serve per vivere, senza troppo farci distrarre e abbindolare da tutte le false informazioni che questa società ci vuole costringere ad avere. Io della vita celebro i sentimenti, il pensiero, la riflessione. Credo che in certi momenti l’uomo guarda sopra la sua testa cercando un qualcosa di superiore, eterno e stabile, il contrario della vita umana. In ogni caso poi bisogna sporcarsi le mani, darsi da fare e cercare la propria verità.


In questo disco come negli altri ci sono delle splendide canzoni d’amore, scritte e cantate con la tua proverbiale delicatezza. Come Federico Zampaglione parla, scrive ed intende la canzone d’amore?


L’amore è un sentimento d’affetto, bisogna trattarlo con attenzione. Spesso si sentono canzoni che per la verità sono molto superficiali e stereotipate, il rischio che scrivere d’amore è che se viene fatto in modo troppo scolastico nasce stereotipato. L’amore è complesso e quindi per parlare e scriverne a monte ci deve essere una riflessione profonda e non superficiale. E’ complesso , appartiene a delle sfaccettature, ombre e cose inspiegabili. Quando faccio una canzone parto sempre da un qualcosa che mi dia un’ispirazione autentica, non è detto che sia successo a me, ma anche a qualcuno vicino a me. Cerco di andare in profondità e cogliere gli elementi diciamo più orientati.


Sei cantante e regista e ultimamente anche autore per altri, come nel caso di Noemi con il pezzo “Poi inventi il mondo” inserito nel suo nuovo album “ RossoNoemi”. Che voto ti dai in questi tre ruoli e come nel tuo fare arte questi ultimi si intersecano?


Non sono mai stato bravo a dare dei voti e non sarebbe nemmeno giusto che sia io a darmeli. Io credo che ci sia tanto da imparare e migliorare, questo è il bello di questi lavori qui, non si finisce mai di imparare, di sperimentare , altrimenti non avrebbe più senso fare questo lavoro. Le immagini e il suono sono due elementi che vanno benissimo d’accordo, un buon film con una brutta colonna sonora ne risentirebbe, così come delle belle canzoni non possono dare delle immagini orrende. Quello che faccio è fare in modo che queste due espressioni si sposino al massimo per dare il massimo dell’emozione, affinché chi ascolta vada ad immergersi nella forma d’arte. Come autore ultimamente sto scrivendo pezzi anche per altri, questo pezzo per Noemi, è un pezzo che per lei andava bene. Mi ha chiamato , lei è una ragazza energica, talentuosa e anche solare. Devo dire che lei l’ha interpretata molto bene e scrivere per altri è bello perché non tutto quello che si scrive va bene per se stessi.


Nel tuo ultimo film “Shadow”, una pellicola horror, metti sullo schermo una definizione di male tutta di origine umana. Cosa è il male?


Il male è male, non c’è altra definizione. In questo film l’ho identificato con gli orrori e la bruttezza della guerra, della mancanza di rapporti tra uomini. Non c’è niente di più horror di quello che poi c’è dietro ad una guerra, in quello che non si fa vedere. In questo film ho cercato di entrare in po’ dentro questa oscurità


Cosa è la Bellezza?


La Bellezza è la semplicità e la spontaneità dell’armonia.