mercoledì 15 giugno 2011

Zamuner e il conservatorio Gesualdo da Venosa di Potenza

da "Il quotidiano della Basilicata"

Zamuner cambia musica in conservatorio


di Francesco Altavista

Potenza – Il maestro Umberto Zamuner pianista di fama nazionale e internazionale, già titolare di cattedra sarà il nuovo direttore del conservatorio “ Gesualdo da Venosa” di Potenza. La sua elezione arriva in un momento particolare del mondo degli istituti di cultura superiore musicali, per la riforma della legge 508. Il maestro in un’intervista esclusiva per “ Il quotidiano della Basilicata” spiega i suoi obiettivi nel traghettare il conservatorio di Potenza verso l’innovazione.

Maestro, come il conservatorio di Potenza si appresta a recepire la riforma della legge 508 che sostanzialmente trasformerà i conservatori in vere e proprie Università?

I vecchi corsi tradizionali del conservatorio saranno ad esaurimento, rilasceremo i titoli accademici classici. Nel frattempo rimane un vuoto: la riforma di tutta la struttura musicale del nostro paese a partire dalle scuole, non è stata attuata completamente per cui, in questa mancanza, istituiremo dall’anno prossimo, come tutti i conservatori d’Italia, dei corsi di fascia pre - accademica. Dei corsi rivolti a colmare le mancanze derivanti da una riforma non completamente applicata( mancano licei, scuole elementari e medie). Questo è quello che ci aspetta della riforma per la prima volta l’anno prossimo. I corsi triennali sono già partiti quest’anno, abbiamo anche avuto il programma approvato dal ministero per cui con i corsi siamo già partiti. Teoricamente ci sono le stesse materie di prima, ma sono strutturate in modo diverso,i trienni hanno crediti, materie con ore di studio. Nei corsi pre -accademici non ci saranno dei crediti ma obiettivi di apprendimento specifici divisi in tre livelli che i ragazzi dovranno raggiungere. Penso che questa riforma dia una grande opportunità, infatti possiamo muoverci in autonomia,modificando i programmi che vengono costruiti da noi docenti. Il vecchio conservatorio ha fatto cose grandiose ma aveva delle criticità. E’ impensabile che all’esame di pianoforte il pezzo considerato moderno è di Brahms, dobbiamo cercare di offrire ai ragazzi un repertorio diverso, programmi moderni, soddisfacenti, offrendo comunque completezza e professionalità.

Si può dire che lei sarà il direttore dell’innovazione, che porterà il conservatorio verso la modernità?

Io penso che il vecchio è sempre importante, quello che è stato prima di noi è sempre buono e da studiare. Ma noi siamo anche il futuro e dobbiamo proiettarci verso il nuovo, quello che ancora si deve scrivere, non con paura e preoccupazione, affrontarlo e tirarne fuori le esperienze, far diventare la nostra conoscenza qualcosa di importante. Quest’anno attiveremo anche il biennio di musica elettronica che non c’era, questa era una delle domande forti che veniva dal territorio. Un’altra era la musica jazz. Non so se sono il direttore dell’innovazione , sono sicuramente il direttore della riforma è stato anche uno dei motivi che mi ha spinto a candidarmi, capire dove la riforma ci porterà e con l’aiuto di tutti possiamo indirizzarla verso la direzione giusta, verso il riacquisto di prestigio da parte dei conservatori.

Dopo diversi anni di insegnamento nel conservatorio di Potenza, come vede il rapporto dei giovani di questa regione con il conservatorio a volte considerato un po’ austero?

Io ho la fortuna di avere dei ragazzi veramente bravi in classe da me, qualcuno di grande talento che va coltivato. Non si può prescindere dal ruolo del vecchio insegnante,quest’ultimo deve coltivare queste piantine forti che possono dare dei frutti eccezionali. Noi non vogliamo essere austeri e come quando i ragazzi mi dicono:” maestro, Back è complicato “. Non è vero dietro il parruccone di Bach, c’è una persona che si divertiva a fare musica, casa di Bach era una fabbrica di musica, gente che si divertiva. Noi dobbiamo cercare di portare il conservatorio verso tutti quelli che vogliono fare musica, il conservatorio deve diventare il centro di qualsiasi attività musicale. Alla fine del mese di giugno faremo questo festival di Master Class di musica jazz, secondo me molto belle, con una partecipazione massiccia di ragazzi. Il conservatorio non è solo studio classico, ma un posto dove si fa musica per il piacere di farlo.

Dagli allievi del conservatorio viene una richiesta: formare un’orchestra del conservatorio di Potenza. Ci sono le condizioni e le possibilità per formarla ?

E’ una delle mie priorità. Io penso che il conservatorio debba esprimere le singole scuole e la professionalità di ogni singolo docente proprio attraverso l’orchestra e il coro di un conservatorio: sono l’anima di un conservatorio. E’ impensabile che non ci sia. Noi per tanti motivi non ci siamo riusciti, ma adesso farò di tutto per formare un’orchestra di certo non grandissima; cominciare con un’orchestra da camera che possa essere professionale e ogni tanto inserire nuovi ragazzi. Perché questi ragazzi di Potenza sono eccezionali, affrontano sacrifici enormi, sono straordinari e devono avere anche loro la possibilità di esprimersi in un’orchestra, di farli esprimere anche fuori dalla propria terra. Questo è conservatorio.

Dal conservatorio del direttore Zamuner che tipo di allievi dopo aver completato il ciclo di studi usciranno? Cosa deve consegnare loro il conservatorio di Potenza?

Il conservatorio darà all’allievo la possibilità di affrontare la musica, si potranno inserire nel mondo della musica in maniera competente e anche combattiva con gli altri. I ragazzi che fanno bene troveranno la strada per esprimere quello che hanno costruito, i sacrifici che hanno costantemente fatto. Bisogna far bene per considerasi, per avere coscienza di sé, poi se hai fatto così bene sicuramente prima o poi sarai premiato per quello che hai fatto. E’ una carriera complicata come lo è per le altre materie, l’importante è che si faccia con sacrificio, passione, decisione, sono convinto che queste cose vengono premiate nella vita. Il conservatorio di Potenza può sicuramente grazie ad un corpo docenti di primissimo livello dire la sua a livelli nazionali e internazionali.

Cosa vuol dire fare arte, da musicista e da insegnante?

Fare arte è la consapevolezza di star facendo una cosa bellissima che appaga sempre. Allo stesso tempo è una cosa difficile. Lo dico sempre ai miei allievi : “ voi non vedrete mai il vostro risultato subito”. Noi che abbiamo a che fare con l’arte non conosciamo il tempo della realizzazione , della soddisfazione. Mai un musicista potrà dire: sono un artista completo, ho raggiunto la perfezione. C’è sempre da imparare. La stessa cosa da insegnate, si ha il privilegio di fare una cosa bellissima che appagherà perché per fortuna non siamo fatti solo di materia ma di emozioni, di creatività e di arte.

Cosa è la Bellezza?

La bellezza è qualsiasi cosa che ci fa elevare lo spirito. Qualsiasi cosa che ci mostra la nostra sensibilità, dietro i canoni oggettivi della vita moderna.

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