La “Jamaica Napoletana” lo stile dei tuoi due primi album da solista : “ Wop” e” Uno” , in cosa consiste?
Nasce dalla voglia di contaminare, di mescolare diverse influenze. Io sono cresciuto ascoltando da una parte la musica tradizionale napoletana e dall’altra il reggae. Ho cercato di mettere insieme queste due cose. Mettere insieme quindi la musica afro-americana al mediterraneo.
Del nuovo album” Ya” in uscita nella primavera prossima cosa ci puoi anticipare?
E’ un album prodotto dai Planet Funk e quindi ci saranno ritmi più elettronici-dance., In questo disco contamino il mediterraneo con l’elettronica. Un album un po’ più forte che porterà a dei live altrettanto potenti che comprenderanno il movimento del corpo e quindi il ballo.
In alcuni pezzi sei definito un neomelodico. Hai realizzato nel 2007 il pezzo “ Nu Napolitano” in collaborazione con il padre dei neomelodici Nino D’Angelo. Come è nata questa collaborazione ? Definirti neomelodico significa accostandoti al famoso Gigi D’Alessio?
Conosco Gigi personalmente, siamo amici. Lui ha incontrato autori italiani come Baglioni e io Bob Marley . Ognuno di noi si è mosso in ambiti diversi ma partendo dalla stessa radice, in comune il gusto per la melodia e per la canzone sentimentale. La definizione di neomelodico allargato al mediterraneo mi va bene. Nino credo che sia stato influenzato dagli Almamegretta all’inizio. Da un certo punto in poi ha cominciato a diventare più mediterraneo e si sono aperte le porte per una collaborazione. Tra l’altro Nino è uno dei miei maestri mi ispiro a lui per cantare. Gli ho invidiato tanti pezzi.
Quale cantante napoletano sceglieresti oggi per un duetto?
Non si può fare ma sceglierei Sergio Bruni, senza ombra di dubbio.
Ha fatto diverse volte anche l’attore sia a teatro con opere di Brecht che al cinema. E’ una carriera che vuoi intraprendere ?
Mi piacerebbe lavorare in questo ambito. Lo stesso Raiz è un personaggio, io sono altro nella dimensione privata ed è abbastanza distante da quello che sono nei concerti.. Raiz si presenta come un personaggio che non è alla moda, non è comune. Raiz interpreta il decadimento dell’umano,ciò che è andato perso in questi anni. Il tutto esasperando le percezioni.
Ti sei occupato anche di un reading di poesie della Beat Generation. Cosa in te c’è di quella filosofia che in Italia è stata recepita solo in parte?
Gli artisti beat cercavano di creare un mondo nuovo, senza avere preconcetti. Era una rivoluzione politica , spirituale e culturale. In questo essere senza preconcetti mi ritrovo molto. Sicuramente è difficile condividere quello che è stato fatto, perché erano altri tempi, però lo spirito di lottare senza pregiudizi è molto condivisibile. Beat è anche un fenomeno di mescolanza di razze, in Italia chi leggeva i beat erano solo chi si definiva comunista che per storia politica non potevano accettare delle logiche che erano tutte statunitensi. Era un fenomeno molto complesso, crisi dei valori borghesi, rifiuto dei precetti dei padri ; in Italia non poteva all’epoca diffondersi totalmente. Oggi è molto più facile accettarne lo spirito ed è secondo me importante farlo.
Gli Almamegretta, band che hai formato era stata concepita come un collettivo aperto. Era un nuovo modo di intendere l’Indie?
Le major oggi stanno morendo. Ormai è tutto abbastanza “Indi” e il mercato degli album è al collasso mentre i live rivivono . Il concetto di band fissa va quindi riformulato. Bisogna fare tante collaborazioni, fare cose diverse. Muore il tipo di band degli anni 70 , si guarda all’apertura a progetti di scambio. Con gli Almamegretta in parte ci siamo riusciti , perché io sono uscito ma ogni tanto rientro per delle collaborazioni , dei concerti . Gli Almamegretta all’epoca erano un po’ avanti ma quelle decisioni e idee sono risultate giuste.
Cosa è la Bellezza?
La Bellezza è sicuramente un valore. Un valore con cui ti senti a tuo agio.