A Ferrandina si ballerà con Cisco Belotti
Ferrandina - Questa sera a partire dalle 18, prenderà il
via “ Arthing VII – giornata dell’arte e della creatività” nel chiostro di San
Domenico a Ferrandina. L’arte
sboccia nella collina ferrandinese con i
suoi mille colori, dai laboratori, alla fotografia , ai libri con particolare
attenzione ai più giovani. Tema di quest’anno “Back to the Future” : “rivalutare
l'esperienza della tradizione che ci lega alle nostre origini in chiave
post-contemporanea”, scrivono gli organizzatori che sono: l’associazione “
Pensiero Attivo” e “Linea Gotica Circolo Arci “
in collaborazione con il Comune di Ferrandina e la Provincia di Matera.
A concludere questa splendida giornata a
partire dalle 22, il concerto di Stefano “ Cisco “ Belotti”.L’ ex frontman del
Modena City Ramblers porterà a Ferrandina il suo tour dal titolo “ Indietro
Popolo”. In anteprima con la sua solita gentilezza Cisco si concede a “ Il
quotidiano della Basilicata” per un’intervista.
Cisco, “ Indietro
popolo” perché?
«Indietro popolo è una sorta di viaggio all’indietro nel
tempo. Mi sono accorto l’anno scorso che erano venti anni che giravo per
concerti l’Italia. Ho messo in piedi questo spettacolo che dal titolo vuole
ripercorrere venti anni di live, di impegno, di storie e di viaggi. Parte dalle
ultime cose scritte, dai miei lavori da solista per poi andare piano indietro
fino all’inizio, al fatidico 1992 quando tutto partì con i Modena City
Ramblers. Indietro Popolo è un titolo anche per prendersi in giro, riflettendo
sulle mille occasioni perse della sinistra italiana di attuare quei grandi cambiamenti che il
Paese ha sempre chiesto».
Il fatto che tu oggi
possa cantare le canzoni scritte con i Modena, vuol dire che finalmente sei
riuscito a toglierti di dosso il vestito dell’ex frontman?
«Sì, un po’ è
così. Questo spettacolo poi mi è servito
anche a far pace con alcuni pezzi. Era un passato ingombrante, c’erano canzoni
con le quali avevo litigato. Rifare
delle canzoni che non facevo più da anni mi è servito proprio a mettermi
in pari con quel pezzo di storia che sento mio e a cui sento di appartenere, sentendolo però come passato».
Come è stato per te risuonare con i
Modena nel concerto per l’Emilia?
«E’ stata un’emozione. Non salivamo sul palco insieme da
diversi anni. Mi ha emozionato tantissimo rivedere alcuni miei
compagni di viaggio. C’era poi l’emozione del gesto di quello che
stavamo facendo e dove lo stavamo facendo. Noi abbiamo detto presenti a questa
chiamata. Io ero tra l’altro nello stadio in cui sono cresciuto come tifoso, lo
stadio del mio Bologna».
Canterai anche “ Bella ciao”, pezzo che chiude ancora oggi
il live dei Modena. E’ uno di quei pezzi con i quali hai litigato?
« E’ un pezzo con il quale in parte ho litigato. Non per la
canzone, per l’abuso che si è fatto del pezzo di molti gruppi italiani. Io ad
un certo punto ho detto basta, “Bella ciao” deve tornare alla gente e al
popolo. Avevo deciso di non proporla più nei miei spettacoli. Ma non sarebbe stato onesto e artisticamente giusto fare
indietro popolo senza “ Bella ciao”. Quest’ultima è la canzone più importante
della mia vita. Per me “ Bella ciao” va
oltre la musica. E’ la bandiera della mia famiglia, è la canzone con la quale
seppellivamo i miei parenti. Ha un significato quindi per me molto profondo e
personale».
Tra le canzoni della
tua scaletta, c’è anche “ Contessa” che i Modena non cantano più….
«E’ una canzone con la quale ho avuto sempre un rapporto di
amore ed odio, non mi ha mai rappresentato a pieno per certe cose che diceva.
Gli anni e la distanza sono
riusciti a mettere a fuoco quella che è
semplicemente una canzone di un periodo storico che va riproposto in uno
spettacolo come “ Indietro popolo”.
Quella canzone lì era diventata più famosa di noi ma soprattutto più
estremista di noi e quindi ho dovuto prendere il mio tempo per
metabolizzarla e capire che è un pezzo
del mio passato e va presa come tale».
Ricanterai anche “ Cento anni di Solitudine” di un album
incredibile e forse il più letterario dei Modena “ Terra e Libertà”. Cosa ci
puoi raccontare di quell’album incredibile?
«E’ stato un album sofferto, su cui io ho creduto tantissimo
ed stato
un disco su cui ho buttato
sangue, lacrime ed anni della mia vita. E’ un album che doveva segnare una
sorta di cambiamento del suono Modena in quegli anni e io ci sono molto legato.
Non nascondo che attraverso la realizzazione di questo disco si sono incrinati
anche molti rapporti nel gruppo. Proprio
perché è stato un album difficile e intellettualmente impegnativo, mi sento di
dire non siamo usciti vivi da quel disco
però ne sono fiero. Credo sia l’album più importante della nostra carriera
insieme al primo. Ho un unico rammarico, volevo registrare il disco a parti separate perché era molto più
difficile degli altri e invece lo registrammo alla vecchia maniera tutti
insieme».
Da quanto tu la prima
volta sei salito sul palco ubriaco a cantare con i Modena cosa è cambiato a
livello politico?
«A livello politico la situazione è peggiorata nettamente.
Le famose occasioni perse di cui ti parlavo, non abbiamo sfruttato e la
politica ne ha approfittato. La qualità si è abbassata. Siamo arrivati a
rimpiangere la prima Repubblica , per me non è così, ma in giro ho sentito
questo, significa che al peggio non c’è mai fine. L’eredità famosa del signor
B. lascerà anni duri a
questo paese, quelli che stiamo passando e quelli che ancora
purtroppo dobbiamo passare».
Nel tuo ultimo disco
di inediti “ Fuori i secondi” c’è un pezzo dedicato ad Augusto Daolio dei
Nomadi. Quando i Nomadi hanno cambiato di nuovo frontman si parlava proprio di
te in sostituzione. Quanto è vera questa storia e quanto sei legato ad Augusto?
«Sono girati articoli
sui giornali ma non sarebbe mai accaduto che io fossi diventato il cantante dei
Nomadi, ognuno ha la propria via e la propria strada da percorrere, con tanto
di rispetto per i Nomadi per quello che hanno fatto e che fanno. Molta gente mi
ha accumunato negli anni ad Augusto per il mio modo di essere, ma io non l’ho
mai incontrato di persona. Augusto per uno che vive vicino a Novellara rappresenta un’icona che a
distanza di anni è un’immagine ancora viva di un artista a tutto tondo. Vivendo
vicino alla sua città oggi respiri ancora la persona Augusto e quindi mi è
venuta voglia di scrivere un omaggio ad un cantante che sembra sempre che
manchi, indimenticabile per come sapeva dire le cose, per come lui sapeva
scoprire gli ipocriti». Concludiamo.
Cose è per te la Bellezza?
«La Bellezza per me è
il sorridere, l’essere soddisfatti di quello che si fa».
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