da "Il quotidiano della Basilicata"
Con Emanuela come in Paradiso
di Francesco Altavista
Potenza- Sembra
di essere in Paradiso e non per l’altissima
percentuale di donne che in uno strano lunedì sera
quasi riempiono il teatro Don Bosco di Potenza per il primo spettacolo
della rassegna “ Teatri in rete- voglia di teatro” ; e nemmeno per gli splendidi occhi dell’etoile
Emanuela Bianchini anche se meriterebbero un romanzo cantato e in rima per quello che raccontano se solo si
riuscisse a fermare il battito fremente del cuore alla loro vista. E’ un
Paradiso perché la scelta degli organizzatori di “ Cose di teatro e Musica” di
cominciare con “ Italia, la mia Africa” spettacolo di danza, musica e teatro
della compagnia di Mvula Sungani, è stato come un segno divino del grande
bisogno di arte, ben interpretato, che sente questa terra. Un paradiso perché
le coreografie del maestro Sungani sono delle sculture di carne viva e di
sangue e con il rischio di essere
blasfemi, superano i limiti della creazione dell’umano, arrivando a toccare,
attraverso la danza le teorizzazioni
teatrali e le visioni della biomeccanica umana di Vsevolod Mejerchol'd,
l’allievo dissidente di Stanislavskij. Tanta fisicità, tanta arte riempiono i
cuori degli spettatori che dopo un’ora circa di spettacolo si lasciano andare a
quasi cinque minuti di applausi ininterrotti “L’Italia, la mia Africa” che con
la serata di Potenza comincia la sua tournèe invernale, supera persino i preconcetti legati alla
danza, rompono con una fisicità estrema
i perbenismi e insegnano alle tante ragazzine presenti provenienti dai centri
di danza del capoluogo lucano, cosa è in realtà la danza: il mondo meraviglioso
che cresce fuori e i tanti sacrifici che
invece ci sono dietro nascosti dalla bellezza dei loro movimenti. Alessia
Giustolisi, Ilaria Ostili,Maria Izzo, Chiara Grella, Florida Uliano, Damiana
Crescenzi e Antonio Sardella sono
davvero dei corpi in evoluzione che disegnano simboli e scrivono nell’aria parole che non raccontano ma emozionano. Poco invece il recitato a cui è affidata la storia, una serie
semplici eventi che raccontano una vita
quella di Sungani nato in Italia da
padre africano. Sul palcoscenico si assiste all’amore, all’abbandono, alle
speranze, ad una ricerca che si esaurisce alla fine nell’accettare l’Italia
come sua Africa. Ed ecco che come avviene nel mediterraneo tutto si contamina
ma non si confonde, la differenziazione di culture e solo un modo per unirsi,è
solo un modo per creare una nuova identità
multiforme e multicolore. Come d’altra parte la musica che
dall’elettronica, passa alla musica popolare eseguita dal vivo: con l’utilizzo
di chitarra e Loop- station nelle mani
del maestro Riccardo Medile; con le
tamorre del gradissimo Nando Citarella anche cantante e arrangiatore dei pezzi
, senza dimenticare la voce straordinaria di Gabriella Aiello. Citarella che ha incontrato Sungani nella giornata per
Caruso, si dimostra un mago con le sue tamorre,
i ritmi popolari che si sporcano di terra e che seguono il ritmo dei
cuori . Sullo sfondo la danza e in
quel tripudio di arte, la protagonista la bellissima Emanuela Bianchini si
muove come se ogni cellula del suo corpo
fosse legata alle molecole dell’aria, correggendo quasi in modo trascendentale
lo spartito divino del mondo. “Tanto sangue per dare forma alla Bellezza” ci spiega Sungani prima dello spettacolo.
Infatti è come se nella pièce il sangue,
il corpo, la carne viva nutrisse la bellezza, trascinando tutti nell’altrove
che poi risulta più vicino di quello che si pensi. Lo spettacolo infatti non si allontana mai troppo dalla terra
e si conclude con una pizzica che
richiama la magia della terra del sud, nella quale gli angeli sul palco si
trasformano in avvenenti ninfe che carezzano
la coscienza e consentono al pubblico dei più sensibili di innamorarsi carnalmente
dell’arte. Una scelta felice ed entusiasmante per gli appassionati di “ Cose di teatro e musica” che promettono la
miglior rassegna degli ultimi cinque anni.
siamo messi davvero male
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