da " Il quotidiano della Basilicata"
Intervista allo scrittore della Guinea equatoriale Juan Tòmas
"Voi complici dei nostri dittatori"
di Francesco Altavista
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Lei è senza dubbio uno degli scrittori e intellettuali più rappresentativi della Guinea Equatoriale. Perché uno scrittore deve iniziare uno sciopero della fame? Perché il potere ha paura delle parole di uno scrittore?
Lo sciopero della fame è uno modo, eclatante, perfino drastico, per richiamare l’attenzione. Queste forme si scelgono quando colui che inizia l’azione è solo e vuole che, il suo gesto, sia efficace. È chiaro anche che è molto pericoloso. I mezzi di comunicazione in Guinea Equatoriale non permettono il contatto necessario per informarsi e prendere delle decisioni corrette. Questo significa che siamo isolati. Il potere ha paura quando ci sono delle parole di uno scrittore, poiché le sue parole ne denunciano vizi e debolezze e poiché le sue parole possono giungere a tante persone. Nella lettera al Presidente del Camera Spagnola José Bono, lei tra le altre cose, denunciava l’appropriazione e l’esportazione delle ricchezze del suo Paese da parte del dittatore Teodoro Obiang Nguema e della sua famiglia. Perché la comunità internazionale tace? Perché continua a collaborare, nonostante tutto con il regime?
Perché ne ottiene dei vantaggi, è evidente. E perché il sistema politico mondiale è basato sull’ipocrisia. Inoltre, è risaputo che non permetterebbe mai che un’emergenza economica mettesse a rischio l’egemonia politica delle potenze mondiali.
Come si vive nel suo paese? Qual è la situazione contingente in Guinea Equatoriale? Pensa inoltre che gli intellettuali possano svolgere un ruolo decisivo in questo processo di cambiamento in corso?
Lo straniero che si trovasse in Guinea forse a prima vista non si renderebbe conto della situazione. Nelle città guineane non c’è acqua potabile e l’elettricità è scarsa. Moltissima gente vive in case nelle quali potrebbero vivere solo dei primitivi. La gente ha paura di parlare o di denunciare e soffre arbitri e maltrattamenti da parte di coloro che comandano e dai loro seguaci. Gli intellettuali, tutti, devono agire.
Sempre nella sua lettera rivendica il diritto del popolo guineoequatoriano a vivere con dignità, a salvaguardare l’ambiente e le risorse naturali. Perché è così forte la richiesta di difesa e di salvaguardia dell’ambiente in un paese così ricco di petrolio?
Perché tutto si può distruggere soprattutto se non si adottano le misure necessarie per controllare e prendersi cura dell’ambiente. I residui urbani, la deforestazione, assieme all’urbanizzazione selvaggia, distrugge l’ecosistema e quindi noi stessi.
Come ha intenzione di proseguire nella protesta?
Le azioni da compiere devono essere ripensate continuamente. Dobbiamo cercare sempre nuove strategie per ristabilire l’uguaglianza, la giustizia e l’umanità
Qual’è la sua idea di democrazie e di libertà?
Nel mondo ci deve essere, a parte tutto questo, prima di tutto uguaglianza. Se pochi hanno troppo e tanti non hanno nulla c’è una grande falla nel sistema
Perché si ha paura a confrontarsi con il male? Come si sente un uomo come lei, quando, superata la paura lo sfida con forza e determinazione?
Il male esiste in varie forme e cambia in continuazione oppure annulla la natura dell’uomo. Colui che non agisce come ci si aspetta che faccia un essere umano vuol dire che è contaminato,colpito dal male. Colui che supera la paura molte volte è solo, nel mondo abbiamo bisogno che molte persone superino la paura. Colui che ci riesce, agisce con determinazione ed efficacia.
Diceva Brecht: “Infelice quel popolo che ha bisogno di eroi”. Si sente un eroe?
Felice il popolo che trova il suo eroe, se lo salva dal pericolo. Oggi il mondo ha bisogno di una comunità, di una collettività. Non possono più nulla oramai eroi isolati, come nelle fiabe.
Concludiamo. A proposito di eroi: Peppino Impastato eroe ucciso dalla mafia siciliana ha lasciato tra le tante,una frase: “Insegniamo alla gente a riconoscere
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