mercoledì 15 dicembre 2010

La Locandiera secondo Jurij Ferrini

da " il quotidiano della Basilicata"





" Mirandolina una donna caliente capace di bastonare gli uomini

La Locandiera di Ferrini, sensualità da Applausi

Il capolavoro di Goldoni diventa una prova riuscita di metateatro



di Francesco Altavista



Potenza – Desiderio, amore e sensualità. La fortunata penna del rivoluzionario Goldoni viene corteggiata da Jurij Ferrini per scrivere, nella travolgente commedia storica del 1751, queste tre parole: Desiderio, amore e sensualità. Lo spettacolo messo in scena nell’ambito della rassegna “ Teatri in Rete” nel suggestivo teatro “ Stabile “ di Potenza si presenta come un fremito che ti prende dalla testa al ventre, quello di desiderare una donna, adorarla a tal punto da pendere dalle sue labbra ma ricevere solo qualche giochetto d’amore dalla bella locandiera Mirandolina dall’accento spagnolo, interpretata magistralmente da una travolgente Ilenia Maccarrone; oppure disprezzarla, trattarla con indifferenza a tal punto da avere l’illusione di poterla comandare e non ricevere amore ma solo pietà come nel caso del Cavaliere, interpretato da Jurij Ferrini. Quest’ultimo, autore di una regia sorprendente, trasforma un già rivoluzionaria commedia goldoniana in meta-teatro, dove i personaggi si confondono agli interpreti e viceversa, creando esilaranti momenti di spaesamento artistico nel pubblico. Quest’ultimo che alla fine si lascia trasportare da uno scrosciante applauso interrotto solo dall’accensione delle luci e dalla chiusura del sipario, si accorge della ricchezza di un palcoscenico senza una scenografia super accessoriata ,ma composta dagli attori vestiti in abiti normali mentre i costumi li circondano appesi quasi a rappresentare l’atto di posare la maschera della finzione per prendere quella della contraddizione. Esilarante la performance del Marchese interpretato da Marco Zanutto e del conte Angelo Tronca, rivali e compagni della stessa sventura; entrambi consapevoli del privilegio di essersi innamorati e altrettanto coscienti dell’illusione di un amore corrisposto. Agli interrogativi che “ La Locandiera” del maestro Goldoni già dava, si aggiungono le attualizzazioni di Ferrini che in due ore pienissime che lo spettatore vive intensamente tra una risata e una riflessione, approfitta per lanciare la sua frecciata ai tagli al teatro. Il copione è interpretato con rispettosa attenzione rimarcata da Massimo Boncompagni, servo del cavaliere ma anche colui che segue il copione , dando importanza ad una lingua elegante e antica. Il tutto viene galvanizzato senza lasciare spazi oscuri ma convincendo da tutti i punti di vista. Importante la performance di Matteo Ali nei panni di Fabrizio come le prestazioni di Liliana Laera e Wilma Sciutto interpreti delle due commedianti. Non capita spesso di incontrare personaggi del mondo dell’arte come Jurij Ferrini, il quale si intrattiene per una breve intervista per “ Il quotidiano della Basilicata”.
Maestro, da Goldoni a Jurij Ferrini. Quale è stato il suo approccio ad un copione del 1751 molto importante per la storia del teatro come “ La Locandiera “ ?
Il testo è stato rispettato, un lavoro molto preciso sulla lingua e sulla parola. Alla fine Goldoni ha scritto una commedia e quindi deve far ridere deve funzionare con la sua struttura comica, quindi non è tanto un ossequio ma l’idea di utilizzare la struttura per parlare al pubblico di oggi. E’ vero che Goldoni spoglia i personaggi dall’improvvisazione della commedia dell’arte ma ci sembrava importante lasciar tornare il senso della riforma, restaurare la riforma con caratterizzazioni moderne della personalità lasciando anche spazio all’improvvisazione.
Cosa ci può dire della sua Mirandolina?
Intanto Mirandolina è cambiata più volte in sette anni di questo spettacolo. In questa edizione è interpretata da Ilenia Maccarrone con la quale abbiamo lavorato sulle possibilità di liberarsi di ogni freno inibitore. In realtà gioca sulla lingua creando qualcosa di assolutamente esterno al testo , si vede una bellissima donna seducente, “caliente “, nell’immaginario assolutamente passionale. E gli uomini ne escono assolutamente bastonati, diventano oggetti di questa donna forte forse un po’ crudele nel terzo atto. In realtà la commedia era finita già al secondo atto, Goldoni ha voluto infierire.
Hai fatto anche un po’ di televisione con due serie televisive. Quale è il tuo rapporto con il mezzo televisivo?
Oggi si assiste al ritorno alla sceneggiato televisivo che è una cosa importante e meravigliosa che permette agli attori veri di esprimersi. Le fiction invece, porta avanti dei nomi che durano sei mesi creando un’inflazione tale che loro non imparano a recitare e a noi non fanno un buon servizio. A mio parere quello che fanno è noioso a partire dalla scrittura, prima ancora di vederli recitare, la scrittura è terrificante. Quando mi sono trovato a lavorare con queste cose, mi sono trovato in mano testi che non sapevo come dirli, talmente stupidi da rivelare quello che non deve essere detto, perché deve parlare dall’interno di un attore.
Cosa è la Bellezza?
La Bellezza è incanto, è l’incanto che si può creare, tutto quello che ti tiene avvinto e che ti ferma il respiro senza grosse emozioni.






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