domenica 17 gennaio 2010

Ops...pizzicato: Spettacolo messo in scena dall'Ameno Cinema

da " il quotidiano della Basilicata"


Tonino Labella sottotono alla prima dello Stabile,primeggia Isabella Urbano

Ops ! Un farfallone poco "Ameno "

di Francesco Altavista


Potenza – Ops! E’ proprio il caso di dirlo. Nel suggestivo teatro Stabile di Potenza ci si aspettava una commedia brillante ma Ops ! Noiosa, scontata e disarmante a tratti sgarbata, la commedia portata in scena con la regia e cura dei testi di Giovanni Pelliccia. Il pubblico che riempie il teatro si abbandona sulle rosse a caldi sedie, qualcuno nei palchetti si accomoda stremato su un pilastro o magari sulla spalla dell’amico; ogni tanto un applauso per scacciare il tedio o per premiare uno degli attori che sporadicamente crea qualche emozione. La scena della commedia è presa da due tavoli qualche oggetto da ristorante ed un orrendo candelabro stile ottocento al centro del palco, acceso e di una luce assordante che a qualche spettatore seduto nelle ultime sedie crea problemi di visibilità. Rilevante ed audace la scelta di recitare senza l’ausilio di microfoni, una delle scelte azzeccate se non fosse per qualche attore che in diverse occasioni anziché recitare sembra sussurrare. E’ il caso di Severino, nella vita Tonino Labella, un esperto e bravo attore che delude ; da personaggio farfallone diventa scioccante e goffo, troppo lento il suo modo di recitare, all’apertura del sipario incomprensibili ed impalpabili le sue battute che diventano con passare del tempo macchinose come inseguiti si dimostrano i suoi movimenti, probabilmente una serata no per l’esperto attore. Riuscita la scelta dell’attrice che interpreta l’amate, Lucia Sabia nella pièce: Mericlaire. Crea qualche momento di ilarità, ma la scena comica si ripete troppe volte allo stesso modo creando ancora una volta stanchezza mentale nel pubblico. Si dimostra grossolana forse trascinata nell’oblio dalla serata no di Tonino Labella .
Un “deus ex Machina ” , un jolly il giovane attore Dino Lopardo, il cameriere Filux nel disperato tentativo di rendere la scena più dinamica, si dimostra bravo nella recitazione ma è trascinato da un testo scontato e da movimenti insensati nell’indifferenza del pubblico. Nel secondo atto l’entrata del quarto ed ultimo personaggio. La moglie del protagonista Isabelle, nella vita Isabella Urbano. Se il primo atto si dimostra noioso, nel secondo si è ad un passo dal sonno profondo. Ma Isabella Urbano è una piacevole sorpresa, entra in un personaggio particolare, quasi in sordina, con un eleganza peculiare. Trascina la scena su note più dolci, il suo modo di porsi è sublime, aiutata dalla sua straordinaria bellezza trascina il pubblico in un mondo incantevole. Nonostante un secondo atto che non dice praticamente nulla, la scena tra Isabelle accondiscendente alle lusinghe di un Filux conquistatore, si rivela sopra la media dello spettacolo. La conclusione è scontata non poteva essere altrimenti per una commedia con un testo prevedibile. Un applauso povero e di circostanza per il pubblico che si esalta timidamente solo all’uscita della fiabesca Isabella Urbano, prima di consegnarsi alle dolci e sospirate lenzuola del proprio letto.

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