giovedì 1 ottobre 2009

Teatro: I Tremendi

da " Il quotidiano della Basilicata"





Il riso amaro dei " Tremendi"


di Francesco Altavista


Brienza – Lo sconforto maggiore della Basilicata probabilmente lo vivono i cuori dei giovani, pronti ad allontanarsi dalle tradizioni che troppo spesso sono snervanti e posticce; si è sicuri della mediocrità politica dei governanti e ci si sente truffati da una fiamma che brilla più dell’entusiasmo giovanile e che vive solo negli incubi di quello che era il sogno delle belle valli della Val d’agri. Ma la Bellezza vive comunque e va cercata e protetta, su questa linea filosofica nasce il gruppo cabarettistico “ I Tremendi” di Brienza , 12 anni fa . Questi ultimi sono capaci di raccogliere queste ed altre sofferenze lucane e giovanili e cercano, grazie ad una risata travolgente, di trasformarle in piccoli spiragli non troppo evidenti che trascinano la mente dello spettatore nelle stanze più recondite della coscienza. In questi giorni hanno concluso la loro tournèe estiva con due serate di beneficenza : una a Brienza per l’associazione “ Amici di Giuseppe” e l’altra ad Atena Lucana per l’associazione “ Colomba soccorso”. I Tremendi sono tre amici : Antonino Santorufo, Francesco Scelzo e Raffaele Lopardo ; un gruppo che da dodici anni è in continua evoluzione; con un libro pubblicato nel 2007 contenente otto opere inedite; stanno vivendo un periodo d’oro . Il tutto fatto con professionalità ma anche con una strana cognizione, cioè quella di divertirsi sul palcoscenico che negli occhi dei spettatori sempre numerosi agli spettacoli , perde tutto il carattere di astrattezza , acquisendo la concretezza della comunicazione fatta senza discriminazione né riguardo per ruoli borghesi e perbenisti. Il gruppo burgentino rifiuta le regole del copione scritto, le parole vagabondano libere,dopo essere state ricercate nel vernacolo lucano, i vocaboli riaffiorano e si riempiono di significati più dirompenti, come nel caso dello sketch “ Il Curriculum “. I Tremendi con questa opera irrompono con l’ironia nel mondo della corruzione che ha tratti peculiarmente lucani. Si ride dei propri vizzi , un po’ alla Moliére, anche se la maschera satirica che ricopre il messaggio ha le sembianze meno aristocratiche e più proletarie. C’è spazio per ridicolizzare anche il teatro, quello fatto per staccarsi dalla melma massificata dei bassi fondi, questi ultimi fonte inesauribile d’arte come spesso ci spiega il teatro del tradizione napoletana e condivisa a suon di risate dal gruppo burgentino.I Tremendi sono riusciti a tracciare e allo stesso tempo cancellare quella linea sottile tra la malinconia della realtà e la gioia di una risata;la soddisfazione dei numerosi spettatori delle serate si scontra ,avendone la peggio, a due tipi di consapevolezza : quella di aver ricevuto del bene e quindi di aver respirato Bellezza e quella che in tempi come questi non è concesso nascondersi.




1 commento:

  1. posso darti un piccolo consiglio cambia lo sfondo metti qualcosa di più aggressivo i caratteri falli bianchi e non solo magari in corsivo perchè hai un blog veramente fico ciao e scusa a piacere marianna

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