domenica 25 settembre 2011

"Futbol", a tu per tu con Peppe Servillo

da " Il quotidiano della Basilicata"
Da sempre il cuore nei Sassi


di Francesco Altavista


Matera – Matera sempre di più capitale europea della cultura, sta sera arriva Peppe Servillo. Per la festa di Radio3-Materadio” si esibirà alle 22:30 al Parco del Castello con lo spettacolo “ Futbol” insieme a Javier Girotto(saxes soprano ,baritono,clarineto basso,e flauti andini e Natalio Mangalavite ( pianoforte, tastiere e voce), ma nei prossimi mesi sarà in teatro con Ornella Vanoni con i “canti della Mala”. Il cantante degli Avion Travel è una sorta di Dio greco di arte e spettacolo; si muove tra teatro, cinema e musica nei prossimi mesi uscirà un film horror dei fratelli Manetti che lo vede tra co-protagonista insieme a Francesca Cuttica.Un onore averlo a Matera, città in cui lui ritorna molto volentieri. In anteprima si concede per un’intervista con “ Il quotidiano della Basilicata”.

Maestro, subito una sua battuta sulla città di Matera. Ha fatto diversi concerti nel materano, ma come ha scoperto Matera per la prima volta ?

La conosco e la amo profondamente. E’ una città che ha una memoria antica vivente. Per questo è un esempio per tutte le città del mondo. Ricorda quello che eravamo. Io da ragazzino ho conosciuto Matera con un film con protagonista Nino Manfredi che da commesso viaggiatore arrivato a Matera, veniva scambiato per un rappresentante istituzionale, in incognito, del governo fascista( il film è “Gli anni ruggenti”). E’ una storia bellissima che fa scoprire la città a Manfredi. Racconta la vita dei materani, i sassi di Matera in un periodo in cui non se ne parlava. Poi ricordo il film molto bello “I basilischi” di Lina Wertmuller, che racconta tanto della vostra terra.

E’ un amore antico per la Basilicata e Matera?

E’ nato allora ma ho rinvigorito questo sentimento di amore nel tempo, suonando in quei luoghi fantastici. Amo profondamente il vostro modo di cucinare, la cultura del cibo , il vino. E’ una terra che ho apprezzato purtroppo sempre da viaggiatore ma vorrei proprio conoscerla meglio. Ho naturalmente anche un amore artistico e simbolico nei suoi confronti.

Da uomo di cultura e viaggiatore in tante città del mondo e da napoletano, quale consiglio vuole dare per una città candidata a capitale europea della cultura?

Io credo che Matera piuttosto che prendere da altre città, debba continuare a coltivare la propria identità, è forte in tutti i campi e deve essere solo testimoniata. Gli artisti che vengono a Matera, devono con la loro presenza testimoniare questo grande valore della città. Ha una grande forza territoriale.

Lei che è anche attore , sceneggiatore e uomo di teatro, come vede la promozione di questo territorio attraverso pellicole cinematografiche?

Non ho visto per esempio il film di Mel Gibson, però io credo che tutta l’arte quando si pone l’obiettivo di rappresentare anche una città , un luogo, la cosa difficile è districarsi tra il testimoniare e l’ abusare, stravolgendo. Matera ha un’identità così forte e vigorosa che risulta veramente difficile se non impossibile stravolgerla. Credo che fino ad oggi in tanti anni sia stata resa onestamente la natura di questa città meravigliosa.

Parliamo ora dello spettacolo che sarà presentato in trio italo – argentino “Futbol”. Come il calcio diventa metafora della vita?

Io con loro suono da diversi anni e volevamo fare un concept album, un disco a tema. E’ nato da una passione condivisa e da un modo di guardare al calcio in particolare, quello latino anni 50, diverso e ispirato alla poesia dello scrittore Osvaldo Soriano. E’ uno spettacolo di canzoni, di due grandi improvvisatori e musicisti come Javier Girotto e Natalio Mangalavite e un po’ di teatro da parte mia.

Il Teatro è la particolarità del suo stile. Come nasce questo suo modo di esprimersi molto particolare per un cantante?

Nasce dalla frequentazione del palco e dall’istinto, io sono un autodidatta. Ho coltivato un’espressività che è mia. È una cosa personale nata da una mia esigenza che incontra poi il gusto del pubblico e in questo mi ritengo molto fortunato. Io mi contento del fatto di fare un lavoro che mi piace e che mi porta in giro per il mondo il resto lo decide il pubblico.

Una curiosità, considerando lei e suo fratello Toni Servillo, una domanda sorge spontanea, è dai tempi dei fratelli Defilippo che non si vede una cosa del genere, cosa mangiate in famiglia pane e teatro?

Ti ringrazio, sei troppo buono. Non abbiamo nulla di speciale, siamo solo una famiglia di ascoltatori e di spettatori. Abbiamo in famiglia sempre coltivato, grazie a mio padre l’ascolto per il cinema, il teatro e la bella musica. Il tutto vissuto con spontaneità senza imposizioni. Siamo due di quattro fratelli che si incontra sempre come è nella cultura del nostro sud che porto sempre con me. Ci si ritrova non appena possibile attorno alla tavola.

Concludiamo. Cosa è per lei la Bellezza?

E’ un po’ come la felicità. Come nella bella canzone di Tonino Carotone, è a momenti. La Bellezza è un desiderio mai appagato totalmente, ci lascia sempre dentro il desiderio di riprovarci ancora.

venerdì 23 settembre 2011

Intervista a Toni Servillo, per la festa di Radio3 a Matera

da " il quotidiano della Basilicata"

Arriva il ciclone Toni Servillo


di Francesco Altavista


Matera –Un programma tutto da gustare quello della “ Festa di Radio3 – MateRadio”, con artisti incredibili di calibro internazionale. Certo la serata clou sarà il concertone di Franco Battiato il 24 settembre,ma la giornata del 23 non sarà certo da meno. Sarà infatti il giorno dei fratelli Servillo al “ Parco del Castello”. Ci sarà Peppe a concludere alle 22:00 con “Futbol” e prima alle 21:00, l’attesissimo Toni con lo spettacolo “ Toni Servillo legge Napoli”. Uno spettacolo molto suggestivo che si muoverà tra le parole di grandi autori-attori napoletani. Toni Servillo, forse il più grande attore italiano del momento, con i suoi premi sia come attore cinematografico sia, insieme ai tantissimi applausi anche internazionali, come attore e regista teatrale, si concede per una breve intervista , in uno dei suoi pochi momenti liberi, per “ Il quotidiano della Basilicata”.

Maestro,lei che è una delle speranze di rinascita del cinema italiano, cosa pensa della città di Matera, anche come possibile location per un suo film ?

Sono stato a Matera più di una volta e naturalmente mi unisco al coro che la indica come uno dei posti più belli d’Italia e del mondo. Non sono un regista e quindi non immagino dove ambientare i film, sono i registi con la loro fantasia a portarmi in giro ma Matera a me personalmente piace davvero molto.

Per la festa di Radio3,lei porta in scena “ Toni Servillo legge Napoli”. Come Toni Servillo legge la città?

Questo spettacolo non è un recital, nel senso che, in questa pièce vengono messe insieme in modo approssimativo e casuale dei pezzi da recitare. Sono dei poemetti piuttosto lunghi scritti da attori napoletani e come spesso capita a Napoli sono anche, attori, poeti e cultori della loro lingua capaci di leggere molto bene la realtà. Si tratta di Eduardo, Viviani e poi andando a quelli contemporanei Moscato, Borelli, è un lungo viaggio nella lingua napoletana che dai classici del passato ai contemporanei ha come tema conduttore il rapporto dei napoletani e dell’uomo visto da Napoli con aldilà, con la morte, con Dio e con la Santità. Questo fa venire fuori una enorme polifonia di voci in una civiltà straordinaria. Sostanzialmente si attesta la condizione di un popolo che grida che reclama, che domanda, attraverso la voce di questi grandi poeti.

In tutte queste voci napoletane illustri, cosa aggiungerà la sua di voce?

Spero la scoprirete vedendomi recitare. Io sono un attore, ho naturalmente pudore a giudicare il mio recitare e soprattutto il mio lavoro si esprime esclusivamente sul palcoscenico. Siamo gli esponenti di un’arte antica che ha il metro di giudizio negli occhi del pubblico, nel momento stesso in cui si esprime.

Tra gli autori che lei leggerà,due sono molto legati alla sua carriera. Perché è così legato ad Eduardo Defilippo e Raffaele Viviani?

Sono due uomini che con il loro magistero hanno incarnato il teatro. Sono due esempi rarissimi in cui il teatro si è fatto carne. Come è accaduto nella parabola di Moliér: il teatro si identificava con la fisicità e con l’avventura umana in questa terra, così come nel caso di Eduardo Defilippo e Raffaele Viviani che sono due uomini teatro.

Lei, oggi è uno de più grandi attori di un teatro italiano che supera i confini nazionali. È un autodidatta che non ha frequentato accademie. Come nasce l’attore Toni Servillo?

E’ una storia molto lunga. Non credo alle vocazioni, non è successo che ad un certo punto sulla via di Damasco è comparso un segnale che mi ha detto: farai l’attore da grande. Sicuramente nell’infanzia , nella formazione dell’attore, un senso che necessariamente deve svilupparsi molto bene è l’ascolto. Io sono sempre stato in ascolto. Significa sentire gli altri osservarne i comportamenti, capire il ritmo, distinguere i suoni. Questa passione per l’ascolto mi ha messo anche nella posizione poi di diventare forse quello che sono.

“Unisce tradizione e linguaggi nuovi “, queste sono alcune delle parole che i critici le attribuiscono nel suo modo di fare teatro. Ma quale è il suo segreto?

Non avere segreti e non fingere di averne. Io credo nel lavoro, nella disciplina, nella coerenza, nella costanza; io credo che il teatro sia una fatica e un rapporto con la vita. Mi riconosco assolutamente in quelle parole, io credo che non si possa andare avanti senza saper guardare in maniera intelligente anche dietro.

E’ la stessa ricetta che lei usa anche nel recitare in cinema?

Cerco di fare le due cose contemporaneamente e con la stessa passione. Quello che dico sempre ,e per me è molto importante sottolineare, è che il teatro non rappresenta un’anticamera per arrivare al cinema. Io faccio le due cose insieme, ed affronto i due lavori con lo stesso rispetto, con la stessa passione, la stessa dedizione. Dal teatro al cinema porto la disciplina.

Lei ha interpretato nel cinema due personaggi storici, molto importanti Andreotti e Mazzini. Come un attore si pone davanti a queste personalità forti e storiche?

Le si studia e si fa. E’ nel bagaglio dell’attore offrire un varietà di interpretazioni. Io sono un attore che preferisce nascondersi dietro i personaggi. Più il personaggio ha una forte personalità più mi piace nascondere la mia.

Cosa è la Bellezza?

Certo è un concetto complesso, quindi non è la prima cosa che viene in mente, si rischia di parlare a vanvera e ai giornali non si deve mai fare. Devo dirle che non mi sento pronto per questa risposta.

giovedì 22 settembre 2011

Arisa al festival di Venezia , poi in tv con X factor

da "il quotidiano della Basilicata"

Arisa si scopre attrice per colpa di Ricky

di Francesco Altavista

----- Si dice “ testimone dei lucani buoni, i lavoratori carichi di umiltà” è Rosalba Pippa in arte Arisa. Sarà oggi sul Red Carpet di Venezia per il film di Ricky Tognazzi: “Tutta colpa della musica” inserito nella sezione “ Controcampo Italiano”. Sull’abito che indosserà per sfilare tra i flash dei fotografi nessuna anticipazione, anche perché scopre di doverlo fare mentre siamo a telefono, chiedendolo ad un certo Nico e scoprendo che dovrà comprare anche un vestito, trovandosene sprovvista. Rosalba appare umile e semplice a telefono mentre “spizzuleia “alla lucana nell’ora dell’aperitivo naturalmente non alcolico ma un estivo succo di pesca, a quanto sembra è anche pronta a tirar fuori la severità, visto che è tra i quattro giudici della nuova edizione di XFactor, la prima su Sky. Risponde al telefono trasmettendo un sorriso e spezzando le frasi con simpatiche risatine.

Sei nel cast di un film che sarà presentato a Venezia,è “ Tutta colpa della musica”?

Mi hanno chiamato mi è piaciuta la sceneggiatura ed ho subito detto di si .Il film è molto carino, parla di una terza giovinezza, una rinascita dopo la pensione. Il protagonista è interpretato da Marco Misseri e parte tutto dopo l’avvento della pensione che tocca a tutti per ora perché probabilmente noi non l’avremo. Va a cantare in un coro grazie al suo amico interpretato da Ricky Tognazzi, in questo coro diciamo che affoga tutte le difficoltà che ha nella vita, con la moglie” testimone di Geova “intepretata da Monica Scattini e una figlia che come il padre subisce questa religiosità della madre. Anche lei, Chiara si ribella a suo modo,alle frustrazioni provocate da una madre troppo oppressiva. Conosce un farmacista se ne innamora e rimane in cinta. Tutta colpa della musica perché in effetti la ribellione a catena avviene nell’ambito del coro.

Chiara, la figlia del protagonista è il tuo personaggio. Che rapporto hai con le frustrazioni di una personalità succube della religiosità della madre?

Il mio è un personaggio che mi riguarda molto considerando che vengo da una regione del sud dove sicuramente non c’è tanto “geovismo” ma sicuramente ci sono tanti tabù e quindi anche io ho vissuto una giovinezza abbastanza limitata riguardo alle scelte che potevo fare. Mi sono liberata anche io attraverso la musica, sono riuscita ad avere la forza di cercare il mio futuro e quello che desideravo altrove e così ne sono uscita. In realtà alla fine per cercare la mia felicità non mi sono staccata da nulla, come il mio personaggio mi sono riavvicinata a me stessa.

Questa partecipazione al film arriva solo dopo un'altra grande emozione, sarai giudice di XFactor. Sei giovanissima e di provini ne hai fatti tanti da candidata, cosa significa farli da esaminatore? Come è il tuo rapporto con gli altri tre giudici?

Sto facendo i provini con il sorriso, sono contenta di incontrare tanti ragazzi che cercano di realizzare i loro sogni. Cerco di essere giusta anche se mi identifico molto, sono moto coinvolta perché io ancora oggi faccio dei provini. Vorrei riuscire nell’intento di dare un contributo alla musica italiana cercando qualcuno che sia davvero degno del titolo di vincitore di XFactor, quindi sono anche abbastanza severa a volte. Sono molto felice delle persone che mi sono capitate o io capitata a loro. Io mi trovo benissimo con Morgan, davvero tanto bene, ho una stima incredibile per lui e ci divertiamo anche tanto. Simona è una persona carina e a modo, accogliente. Elio è il mio compagno, è molto paterno e carino nei miei confronti.

Cinema e televisione ti aspettano ma la musica? Disco in uscita?

La musica è sempre al primo posto,dopo Sanremo se mi accettano ma comunque a Febbraio uscirà il mio nuovo disco. Questo album sarà una bella sorpresa,avrò molto probabilmente l’onore che un grande maestro arrangerà il disco. Non posso dirti ancora il nome ma è un grandissimo maestro. E’ un disco pieno d’amore, d’amore vissuto, un disco che parla della mia relazione passata, del mio grande amore finito. Cerco di portare la mia realtà come sempre ed oggi coincide con un grande amore finito. Io quest’anno ho scritto solo un pezzo, gli altri sono di Giuseppe Anastasi e di Alfredo Rapetti ( figlio di Mogol) in arte Cheope.

So che hai un’ammirazione molto forte per la cantautrice indie Cristina Donà. Apparentemente sei molto distante dal suo stile, perché questa ammirazione ? Ci dobbiamo aspettare un tuo cambiamento più rock?

Non credo che sia distante, per quel che ho fatto fino ad ora sì. Ma credo che quando una cosa ti piace e perché è molto vicina a te, non la vedo distante. Di lei mi piace l’intelligenza , mi piace che non sia scontata, che parli di cose forse comuni a tanti altri ma lo fa con una marcia in più. Cristina Donà è raffinata ed è molto incisiva, concisa, anche un po’ sottovalutata per quello che vale, d’altra parte non è un’artista commerciale e forse il fatto che non sia conosciutissima aumenta il suo fascino e la sua poesia.

Concludiamo. Cosa è la Bellezza?

Per me la Bellezza è l’unione di tre cose: grazia, armonia e intensità