venerdì 28 gennaio 2011

Arriva Passannante con il regista del Grande Fratello


da " Il quotidiano della Basilicata"

La storia dell'anarchico debutta al festival di Bari
Arriva " Passannante"


di Francesco Altavista

Dopo lo spettacolo dell’attore di Rivello sulla storia dell’anarchico lucano, le vicende di Giovanni approdano al cinema per la regia di Sergio Collabona nel film “ Passannante”. Sarà presentato in anteprima nazionale al festival del cinema di Bari, giovedì 27 alle ore 18:30 al Cinema Galleria, in replica il 28 , alle 22:45. Il film è stato selezionato nei dieci che si contenderanno il premio come miglior opera prima. In anteprima l’artista Ulderico Pesce si concede per un’intervista con “ Il quotidiano della Basilicata”.

Ulderico hai contribuito nella sceneggiatura del film “ Passannante” e anche nella scelta dei luoghi. Non è stata girata nessuna scena nel paese natale di Passannante,come mai?Come sono state accolte le cineprese dalla gente e dalle istituzioni?

Il film è stato girato prevalentemente in Toscana , nel Lazio e in Basilicata. Diciamo che nel Lazio ci siamo appoggiati alla film Commission, era tutto pianificato perfettamente e non abbiamo avuto problemi. Hanno partecipato anche nelle spese, il film è stato finanziato dal ministero della cultura ma una parte anche dalla Film Commission del Lazio. Dove la film Commission non c’è, è più difficile lavorare, in Basilicata ho preteso quindi di girare nei posti che conoscevo, dove avevo un minimo di organizzazione, come Rivello il mio paese o Satriano dove mi appoggiavo su un gruppo di amici, questo per questioni di logistica , di alberghi; a Savoia di Lucania mancava praticamente tutto. La gente ci ha accolto bene, è stato bello. Per esempio a Rivello ci hanno portato gli animali:gli asini, le capre , galline. Abbiamo voluto dei bambini mezzi nudi e abbiamo trovato sia i bambini che le mamme felici di partecipare. Ora è arrivato il tempo che l’istituzione intervenga, per fortuna la regione Basilicata ha finalmente compreso l’esigenza di una film Commission.

Quale messaggio ci viene oggi da Giovanni Passannante ?

Passannante è un disobbediente. Oggi questo è un termine che viene attribuito ai movimenti. Io credo il primo disobbediente sia stato Passannante. Non lo dico io ma lui nell’ultima lettera al Re, che recitava: “ Io, sire disobbedisco”. Una frase molto importante e qui il messaggio che vogliamo dare nel film. In un’Italia dove la corruzione è alta, dove la classe politica spesso è becera, dove l’illegalità diventa legale, bisogna cominciare a disobbedire. Non utilizzare coltelli , pistole e bombe perché abbiamo capito dopo Passannante che queste cose fanno ingigantire il potere prestabilito. Noi dobbiamo combattere con parole , immagini e creatività.

Quando e perché hai deciso di trasformare uno spettacolo teatrale in un film? Come nasce la collaborazione con Sergio Collabona?

L’idea di fare un film nasce dal fatto che la pellicola è eterna: le persone muoiono il film rimane. Ho trovato poi Sergio Collabona, una ragazzo straordinario. Devo dire che quando ci siamo conosciuti, io avevo grandi pregiudizi, perché Sergio Collabona è l’attuale regista del Grande Fratello. Ha fatto le ultime tre edizioni, ha lavorato in televisione moltissimo. Quando seppi che l’unica persona con la quale potevo realizzare l’opera era il regista del Grande Fratello, sono andato ai primi incontri con molti pregiudizi. Con Sergio alla fine mi sono trovato benissimo. Lui si è innamorato della nostra terra, è romano ma sta per comprare una casa con la moglie nel mio paese Rivello e questo mi fa davvero molto felice.

I personaggi principali del film sono un giornalista, un attore e un cantante. Tutto preso dalla realtà dei fatti?

Si, così è stato in realtà. Io facevo questo spettacolo ed ho incontrato sul mio cammino, una sera, il giornalista capo redattore dell’Espresso Alessandro De Feo, che mi disse “ Ulderico si deve seppellire Passannante”. Il mio desiderio era quello di dare dignità a quest’uomo che era nel museo criminale di Roma. Io e Alessandro facemmo un patto. Poi ad un altro spettacolo si presento Andrea Satta, coprotagonista nel film ,che è il cantante dei “Têtes de Bois” un gruppo molto interessante e insieme cominciammo a raccontare la storia di Giovanni . Una sera,stanchi ed esasperati riunimmo molti artisti al Palladium a Roma, in nome di Passannante: Io, Satta e De Feo presentammo, c’erano tanti artisti tra cui Gino Paoli, Carmen Consoli, Paola Turci.Il giorno dopo Mastella firmò per seppellire Giovanni Passannante nella sua terra . Devo dire che è stato importantissima la sensibilità e poi l’intervento del presidente Defilippo.

Passannante rispettato in tutta l’Italia, ma non nella sua terra. Perché Passannante in Basilicata dà così fastidio?

Credo che a Savoia di Lucania che prima si chiamava Salvia, abbiano perso un treno molto utile. Per seppellire Passannante abbiamo avuto mille difficoltà, in modo particolare del vecchio sindaco, Rosina Ricciardi . Passannante fu sepolto senza messa e dato che lui aveva lasciato scritto che voleva una cerimonia cattolica, parlai con il prete ed organizziamo la messa in suo suffragio. C’era gente di tutt’Italia, di Savoia tre persone. Oggi dovrebbe nascere un’attenzione per il cambio del nome, per rispetto alla propria storia ed identità. Avere Passannante nel cimitero potrebbe essere motivo di sviluppo. Però il retroterra democristiano che si è connotato nel DNA di molti lucani, ci costringe a stare tranquilli, dire qualche cosa che non fa male a nessuno. Allora non devi creare scompiglio. Parlare di Passannante o di Crocco è tabù. Come fino a poco tempo fa era tabù avere un osservatorio ambientale. Ma la Basilicata sta cambiando.

Il film è anche una crociata contro la monarchia dei Savoia e il loro non- ruolo nell’unità d’Italia.

Basta pensare che a Vittorio Emanuele II gli fu proposto di incoronarsi primo re d’Italia nel 1861, lui disse di no, perché era il secondo re del Regno di Piemonte. Quando si riunì per la prima volta il parlamento italiano, nelle carte compare “ ottava seduta del regno di Piemonte”. Su il mio sito www.uldericopesce.it abbiamo aperto una nuova petizione: noi dobbiamo dire che l’unità è ancora da realizzare, il contributo dei Savoia non c’è stato. Si sono macchiati di gravi colpe che tutti conosciamo. I due che stanno al Pantheon oggi , uno è Vittorio Emanuele II che sparò su Genova dove era stata proclamata la repubblica: 500 rivoluzionari morti. L’altro è il figlio Umberto I che spara a Milano contro la gente affamata, morti più di 100 persone, 500 feriti . Questa gente non va tenuta nel Pantheon tra gli onori .Questa cosa è importante perché dietro al forma ci sono i contenuti.

Concludiamo, cosa è la Bellezza?

La Bellezza è essenza e esistenza. Dobbiamo educarci a vedere le cose belle. Ricordo per esempio mia nonna semi-analfabeta e affamata che andava in campagna, si fermava su una pietra e si guardava intorno e diceva “ ma guarda quante è bello”. Povera, stanca per il lavoro ed affamata ma nel cuore c’era posto per la Bellezza che non ha classe sociale . Noi siamo in una terra che è strutturata sulla Bellezza, bisogna capirlo.

venerdì 14 gennaio 2011

"La Ciociara" a teatro è Donatella Finocchiaro



da " Il quotidiano della Basilicata"
L'attrice siciliana si racconta
Donatella Ciociara a teatro
Il 17 gennaio 2011 al Due Torri per la regia di Roberta Torre


di Francesco Altavista

Potenza – Nella rassegna “ Voglia di teatro” arriva lo spettacolo “ La Ciociara” riduzione teatrale di Annibale Ruccello, per la regia di Roberta Torre con Donatella Finocchiaro il prossimo 17 gennaio al Teatro Don Bosco a Potenza . L’attrice siciliana sarà infatti interprete del personaggio che fu di Sofia Loren nel famoso film di
De Sica . In anteprima Donatella Finocchiaro si concede per un’intervista con il quotidiano della Basilicata

Donatella, in cosa si differenzia “La Ciociara” dal film alle tavole del teatro?

Il teatro ha un modo di rapportarsi alla storia totalmente diverso, se mi avessero detto di fare un remake del film avrei detto di no, quello è un capolavoro . Lì c’è una Loren incredibile del suo periodo meraviglioso. A teatro la ciociara è un personaggio fantastico . E’ un personaggio pazzesco che parte dalla guerra, poi nella visione di Annibale Ruccello arriva fino agli anni 60. Fa vedere cosa sono diventate queste due donne a distanza di venti anni, con il trauma della guerra e della violenza. Una lettura meravigliosa e una regia indispensabile di Roberta Torre. Ognuno mette molto di se nel personaggio, la Loren ha messo il suo modo di essere donna e io il mio. E’ un personaggio cinico, nel libro che ho letto di Moravia viene chiamata : la burina; tende quindi a mettersi a tu per tu con tutti , ha sempre un coltello a serra manico dentro la borsa. E’ una tigre e difende le sue cose, una donna che credeva poco all'amore.

“ La ciociara” metafora della violenza sulle donne. Cosa significa essere donna oggi ?

Ai tempi della guerra la violenza, lo stupro, è uno strumento di tortura che ancora oggi le donne subiscono. Ma nel mondo di oggi la vera violenza è la volgarità. Molto spesso la donna viene trattata come oggetto, come strumento di piacere. Questo la penalizza, purtroppo nonostante le lotte femministe , ancora oggi c’è un ritorno a strumentalizzare la donna. Il problema a volte è proprio delle donne, cioè se un donna vuole farsi strumentalizzare ci mette poco, se vuole usare se stessa per arrivare a lavorare lo può fare e ci sono donne che lo fanno. Il problema è sempre personale, molto spesso è un mezzo, la donna ha un arma , la bellezza, la seduzione e la femminilità. Io preferisco le donne sensuali senza essere per forza seducenti, senza dover per forza sedurre.

Tra tutti i personaggi donna che hai fatto, quale le assomiglia di più? In quale hai dato più se stessa specie nel rapporto con l’amore?

Ho fatto dei personaggi veramente strani. Sicuramente metto qualcosa di me in tutti i personaggi ma per esempio nell’ultimo personaggio di Roberta Torre, sono una madre cinica, un po’ leggera che pensa ai suoi profumi, non si spreca in affetto per la figli , è una madre che spero non mi appartenga. Una donna tutta leopardata , una donna che usa il suo copro per sedurre, è molto lontana dal mio essere donna. Per quanto riguarda l’amore , come diceva Verdone “ L’amore è eterno fin che dura”. Io credo molto nelle relazioni di coppia, nel creare, nell’annaffiare sempre la pianta. Ogni giorno costruire, perché a distruggere ci si mette davvero poco, lo stress , il lavoro , la quotidianità, distruggono il rapporto, a coltivarlo ci vuole molto più impegno.

Sei un’attrice del sud che alla prima esperienza, nel film “ Angela” , sei stata protagonista. Quanto è difficile essere attrice venendo dal profondo sud?

Sicuramente se fossi nata a Roma sarebbe stata per certi versi più semplice. Io ho avuto però la fortuna di incontrare Roberta Torre, perché lei mi ha cercato a Catania, voleva un’attrice siciliana e mi ha scelto per il suo film. I treni che passano molto spesso sono quelli che si devono prendere al volo. Stare al posto giusto e trovare l’occasione giusta sono fortuna. Io ho cominciato con un ruolo da protagonista ma certo non è una fortuna che hanno avuto tutti. La prima settimana non riuscivo a dormire , era una responsabilità grossa . Dal talento al mestiere: dai primi corsi di teatro era diventata una malattia, perché mi divertivo, mi faceva pensare. Il lavoro dell’attore è un lavoro che un po’ coincide con il vivere. Un attore cresce con il lavoro e con la vita, cresce come persona e quindi è più in grado di fare personaggi.

Sei attrice di teatro e Cinema , in cosa trovi più difficoltà e quale preferisci?

Sarebbe come scegliere tra mamma e papà. Il teatro è veramente un altro mondo, dopo aver provato un personaggio per mesi , lo porti in scena tutto una volta, il cinema è più frammentato. Fai una scena di cinque minuti anche per tre giorni. Nel teatro il personaggio si deve ripetere tutte le sere con la stessa emozione e la stessa emotività. Ho cominciato con il teatro è non lo rinnegherò mia, così il cinema che è un amore profondo che non morirà mai.

Cosa è la Bellezza?

Una donna ha sempre questo rapporto particolare con la Bellezza. Io sono stata solo con uomini brutti nella mia vita, ma affascinanti. Personalmente preferisco l’imperfezione, quella per me è la Bellezza.

giovedì 13 gennaio 2011

Il brigante Antonio Gerardi sul set de" La nuova squadra" su Rai 3


da " Il quotidiano della Basilicata"

L'ex Iena, speaker, brigante sul set di Papaleo, debutta nella serie di RAI 3
Antonio Gerardi, un DJ ne " La Nuova Squadra"

di Francesco Altavista

Potenza – La terza stagione del telefilm “ La nuova squadra” pronta a partire il prossimo venerdì 14 su rai tre , vede nel cast lo speaker radiofonico di Radio Kiss Kiss e potentino Antonio Gerardi. Nato a Potenza nel 1968, arriva al grande pubblico con l’interpretazione nel film di Rocco Papaleo “Basilicata coast to coast” nei panni del brigante Carmine.Comincia la sua carriera da Speaker su una radio di Potenza a soli 13 anni. Esordisce al cinema nei film :“L’ora di punta (2007)” ,Il rabdomante (2007)”,Il passato è una terra straniera (2008),Questo piccolo grande amore (2009),Venti sigarette (2010),Tutto l’amore del mondo” (2010),Due vite per caso (2010) eBasilicata coast to coast” (2010). Nel 2003 entra nel cast de “ Le Iene”, fa una parte nella serie “ Romanzo Criminale” e nella serie “ Crimini 2”, arriva però per la prima volta in Rai , con “ La Nuova Squadra”. In anteprima si concede per un’intervista con “ Il quotidiano della Basilicata”.
Antonio, raccontaci questa nuova tua avventura sul set. Chi interpreti nel telefilm “ La Nuova Squadra” ? Cosa ti aspetti dal telefilm?
Nella prima sceneggiatura avevo solo 15 giorni di lavoro, poi il personaggio funzionava e hanno riscritto tutto e quindi ho fatto 35 giorni di riprese. Nella prima sceneggiatura era scritto che dovevo morire, nella definitiva mi hanno solo arrestato. Il mio personaggio rappresenta il male in qualche modo. Hanno voluto scrivere una nuova camorra. Un’organizzazione che è capace di parlare con banchieri e avvocati. Una camorra colta che non è mai stata raccontata. E’ la prima volta che recito così tanto in televisione. Io sono un sognatore mi aspetto cha da questa collaborazione possono arrivarne delle altre.
Sul set con quali attori hai legato di più?
Sicuramente Flavio Montrucchio; ho recitato pochissimo con lui ma insieme abbiamo condiviso un sacco di tempo, è veramente una persona carina. Con Rolando Ravello che è una persona straordinaria e un attore bravissimo,mi piace tantissimo. Sono due con cui ho legato moltissimo. A 13 anni hai lavorato in radio nella piccola Potenza. Poi speaker di successo, infine attore e inviato de “ Le Iene” . Ti aspettavi di diventare un attore? “ Basilicata coast to Coast” ti ha fatto conoscere al grande pubblico, cosa ti porti da quel film ? da “ Le Iene” ?
Sognavo di diventare attore. Mio fratello lavorava in radio:si chiamava Radio Sud. Mi sono appassionato e non ho più smesso. Sono partito da Potenza , poi Radio Norba , poi mi trasferii a Milano per RTL e poi Radio Kiss Kiss. Cominciai così a fare poi “ Le Iene “ e i film. Rocco Papaleo è come un fratello, io non sono andato a recitare ma a fare una gita con amici, a me è piaciuto tantissimo, mi sono divertito. Fare “ Le Iene” è divertente perché fai un po’ il poliziotto.
Fai sempre un personaggio cattivo e aspro. E’ una maschera che ti sei cucito addosso?
Questo mi fanno fare, adesso anche i registi devono provare a farmi fare qualcos’altro, parti diverse. Fino a quando mi metti una pistola in mano a fare il cattivo, allora è facile con la faccia che ho. Ma il mio sogno è fare un prete Gay, voglio vedere se riesco.
Prossimi Progetti. So che hai una parte nel film di Antonio Albanese, ci puoi anticipare qualcosa ?
Il 14 “ La nuova Squadra “ e il 21 gennaio esce il film di Antonio Albanese “ Qualunquemente”. Faccio una piccola parte: la parte di un tenente, non posso dire altro.
La Bellezza?
La Bellezza è tutto ciò che può essere affascinante e che quindi ti spinge a soffermarti sulle cose.

mercoledì 12 gennaio 2011

" Ben Hur " e la banalità del male

da " Il quotidiano della Basilicata"

"Ben Hur" e la Banalità del male

di Francesco Altavista

Sono tutta nuda”, così Maria risponde alle telefonate che provengono dai patologici narratori del piacere della chat erotica. Nudi sono i personaggi di “ Ben Hur”, opera scritta da Gianni Clementi e presentata al Teatro Anzani di Satriano di Lucania lo scorso 10 gennaio, nella prima serata del breve tour lucano, poi a Moliterno ( 11 gennaio ) e Sant’arcangelo ( 12 Gennaio). Nudo era Sergio interpretato da Nicola Pistoia che cura anche un’attenta regia , spogliato dei suoi sogni, della sua vita , della sua dignità di uomo. Di scomparsa di dignità si parla anche per Maria interpretata da Elisabetta De Vito, sorella di Sergio ma anche per Milan interpretato da Paolo Triestino, bielorusso in cerca di lavoro. E’ la dignità che ti fa amare, la dignità che rende l’uomo meno banale, la dignità che rende il lavoro espressione e non merce di scambio. Lo spettacolo è un sovrapporsi di pagine trasparenti , il pianto viene bloccato dalle continue risate, frutto di battute dal tempo perfetto ma cariche di riverberi amari. Un’opera che strattona lo spettatore, lo prende a pugni, lo lacera ferocemente nel profondo. Milan ingegnere, ma clandestino è nudo anche dalle sue origini, continuamente canzonate e risaltate da un testo davvero spumeggiante e ricco, è costretto ad essere lo sfruttato, in un terribile e borghese gioco di ruoli. Ma come capita spesso durate lo spettacolo le cose si sovrappongono, la realtà di un disagio sociale e politico, quello dell’emigrazione e forse dell’etnocentrismo più che del razzismo, si mescolano con un grazie, riassunto prima da un canto bielorusso che si sposa tristemente con un chitarra che suona lo stesso Milan, poi con un amaro grazie all’Italia e a Roma con pochi versi della canzone di Venditti. Si perché l’opera parla romanesco. Una piccola famiglia, fratello e sorella alle prese con la povertà. Ancora una volta le pagine si confondono, lo sfruttato si mescola allo sfruttatore. Tanta realtà in due ore di spettacolo che vedono Milan prima scambiato per uno zingaro, poi sfruttato e poi tradito. La cattiveria di Sergio e poi di Maria è banale, così banale da risultare vera . La banalità diventa una catena che imprigiona Maria nel suo mondo; Milan riesce a fare un atto di passione ed amore verso la sua coinquilina e padrona di casa, talmente forte e talmente dignitoso da spingere Maria, per difendersi, alla banalità della cattiveria e del tradimento. Gli attori riescono a trascinare il pubblico su un discorso molto delicato, gli interminabili applausi finali danno prova che qualcosa sia arrivato. Nuda diventa la Bellezza,quella dell’amore che i due protagonisti Sergio e Maria separati e divorziati, hanno solo l’illusione di aver provato. Eppure Milan sente il profumo della Bellezza da quei pochi semi di girasole che porta con se dalla sua terra, ma anche nel gesto semplice di scostare un ciuffo di capelli dalla fronte di Maria, in un momento di teatro straorinario. Lo stesso Milan però non si salva da questa nave destinata ad affondare,marito e padre di sei figli, non è altro che un esiliato, con due patrie e due amori, che si annullano a vicenda. Ben Hur è un’opera che non da scampo allo spettatore.

domenica 2 gennaio 2011

No Usa no Uk, il rock di Lorenzo Kruger e i Nobraino



da "Il quotidiano della Basilicata"


I Nobraino chiudono il festival " If 6 was 9"


di Francesco Altavista

Potenza- Si è chiuso il festival organizzato da multietnica al cine-teatro “Due torri” di Potenza con il concerto dei Nobraino Si chiude con un band che già al Pollino quest’estate si era fatta apprezzare. I Nobraino nascono nel 2006.L’ultimo album è “No Usa no Uk” uscito quest’anno, prodotto

dal grande Giorgio Canali. Contattiamo Lorenzo Kruger, voce straordinaria e frontman dei Nobraino, per un’intervista in esclusiva per “ Il quotidiano della Basilicata”.
Lorenzo, siete ormai una realtà del rock italiano e nel titolo del vostro terzo album che vi presenta al grande pubblico “ No Usa No Uk” fate un riferimento polemico alle due patrie del rock mondiale. Perché?
Volevamo riprendere terreno rispetto alle due patrie del rock che rappresentano comunque un baricentro culturale molto discusso. Da questo volevamo presentare un disco che già dal nome doveva significare qualcosa di fatto in casa. Nobraino è un atteggiamento localistico, provinciale, in sostanza facciamo quello che in Italia si può fare. Abbiamo messo in pausa l’importazione anglofona, per dare ascolto al tanto Indie importante che c’è in Italia.
Non solo Rock, infatti siete definiti anche una band di teatro-canzone, il vostro è uno stile molto teatrale, specie da parte tua nei live . Ti riconosci nel mondo del teatro?
Io ho scoperto il termine teatro-canzone pochi anni fa . E’ stata una cosa fatta così , un’istanza che veniva da dentro e non da fuori. Io poi vengo dai grandi frontman anni 70,nella mia testa ci sono quei personaggi da lì forse viene la vena teatrale. Il live è un fattore di generosità da parte di chi è sotto i riflettori, sono dell’idea che devo dare di più di quello che ho visto fare ad altri.Il teatro poi è un termine importante che non darei ai Nobraino ma ai veri attori professionisti che studiano il teatro con passione e fatica.
Scrivi pezzi carichi di ironia molto legati a mali della società attuale. In quest’ottica “Narcisisti misti” e in “Gran Hotel” riprendi un po’ il tema del narcisismo legato al rapporto con il pubblico da parte dell’artista . Come vivi il narcisismo? A che tipo di pubblico vi rivolgete?
Il narcisismo è un male che non so se in questi tempi è nato o magari si è solo mostrato ai massimi livelli. E’ sicuramente legato all'esistenza umana. Io stesso sono affetto da narcisismo, cerco di curarlo con l’autoironia del brano che ho scritto. I Nobraino sono una band nazionalpopolare a livello di comunicazione. I testi e la nostra musica si adatta bene al pubblico che abbiamo davanti. Cerchiamo di non essere troppo narcisisti cioè di non infastidire il pubblico a tutti i costi, di non fare provocazioni anche volgari come spesso capita ai rocker nostrani.
“No Usa No Uk” come gli altri album non è in vendita nei negozi ma solo su internet, è il massimo dell’Indie . Quale è il tuo parere sul rapporto tra musica e lo scarico illegale di file ?
Bisogna capire che gli artisti non campano d’aria, ma tutto questo peso non può essere attribuito agli utenti, io stesso scarico senza pensarci due volte. Si deve arrivare a pensare la file come all'acqua: esiste quella del rubinetto che non si nega a nessuno e quella in bottiglia che può essere un file ben confezionato.
Cosa è la Bellezza?
Credo sia la coesistenza pacifica di più elementi, questi ultimi più sono incerti, differenti e improbabili più diventano avvincenti.